Sicurezza, Comune ‘vara’ il Daspo: allontanamento per comportamenti molesti. Individuate aree “particolari” dove applicare il provvedimento [videonews]

Approvata in giunta comunale la proposta di modifica del regolamento di polizia urbana del Comune di Milano con l’inserimento dell’articolo 135 dal titolo “Aree urbane ove opera l’ordine di allontanamento” che prevede l’introduzione di alcune aree, per esempio dentro le stazioni e nei luoghi del trasporto pubblico, dove applicare gli ordini di allontanamento, indirizzati a chiunque “ponga in essere condotte che impediscano l’accessibilità e la fruizione di infrastrutture (fisse e mobili) ferroviarie, aeroportuali marittime e di trasporto pubblico locale, urbano ed extraurbano, e delle relative pertinenze” oltre alle aree “adiacenti (fino a 100 metri) i plessi scolastici di ogni ordine e grado, gli istituti universitari e di ricerca; le aree destinate allo svolgimento di fiere, mercati e pubblici spettacoli; le aree adibite a verde pubblico; le aree adiacenti i presidi sanitari, gli ospedali, le case di cura e le cliniche; le aree e parchi archeologici, complessi monumentali e altri siti e luoghi della cultura”. La modifica prevede inoltre la possibilità, per i Comuni, di individuare ulteriori aree urbane in cui applicare i provvedimenti di allontanamento. Fra le aree interessate dal regolamento compaiono: Porta Venezia – C.so Buenos Aires; ex Porto di Mare – via San Dionigi – via Fabio Massimo – via Sant’Arialdo; Stadio di San Siro; Centro Storico – Cerchia interna; Navigli; Darsena-Ticinese – Conca del Naviglio; Sempione – Arco della Pace; C.so Garibaldi – C.so Como – Piazza Gae Aulenti; Ospedale San Paolo; Ospedale San Carlo – Retro Area Caserma Perrucchetti; Ospedale Niguarda. Il provvedimento, che ha lo scopo di contrastare comportamenti molesti, ha come oggetto categorie quali i venditori abusivi, chi “compie atti contrari alla pubblica decenza o in stato di ubriachezza, parcheggiatori abusivi, persone dedite ad accattonaggio molesto o che comunque con il loro comportamento rendono difficoltosa o addirittura impediscono la fruizione di aree pubbliche”.

“Abbiamo preferito stabilire dei criteri con cui scegliere le aree interessate, come la contiguità con le scuole di tutti gli ordini e gradi, le aree verdi o luoghi ad alta frequentazione turistica, luoghi in cui le persone hanno bisogno di potersi muovere in libertà senza che ci sia nessuno che impedisce loro di poter accedere”. Così la vicesindaco e assessore alla Sicurezza, Anna Scavuzzo a seguito della modifica del regolamento di polizia urbana approvata oggi in giunta straordinaria, a margine della seduta del Consiglio comunale a Palazzo Marino. Le aree ‘particolari’ si aggiungono a quelle preesistenti, dove l’allontanamento riguarda una distanza da 100 metri: “Le altre aree sono quelle con una presenza importante di flussi turistici, come l’area Centrale, quella dei Navigli e della Darsena, o di Gae Aulenti e corso Como – ha continuato la vicesindaco -, Assieme ad altre che hanno pertinenze o adiacenze importanti, come l’ospedale di Niguarda, il San Carlo, l’area di San Siro e l’area ex porto di Mare fino a Sant’Arialdo. Non posso pensare ovviamente che il problema dello spaccio di stupefacenti o di consumo di droga si possa risolvere con degli ordini di allontanamento. Ci vuole anche un po’ di senso di realtà”. Il provvedimento deriva dalla raccolta di segnalazioni giunte dai nove municipi: “La polizia locale fa il primo passo con l’ordine di allontanamento che, se reiterato, viene comunicati alla questura, che valuta se c’è un problema di ordine pubblico e può trasformare un ordine di allontanamento che è di massimo 48 ore in un allontanamento più significativo di sei mesi che è quello che viene impropriamente chiamato daspo – ha spiegato Scavuzzo, che lascia la decisione finale al Consiglio -, Abbiamo fatto una giunta straordinaria oggi, perché siccome ci sono ancora un paio di settimane di attività, se avessimo deliberato all’ultima o alla penultima giunta, avremmo strozzato i lavori. Adesso sarà il Consiglio a decidere se vuole accelerare o se vuole discuterne di più. Credo che ci sia bisogno di un approfondimento in Consiglio per capire con che ratio è nata questa delibera e poi io mi darei 6-10 mesi per capire che tipo di risposta si riesce ad avere”.