Dall’inizio della guerra in Ucraina, un anno fa, nella diocesi di Milano sono stati accolti quasi 1.700 profughi in 156 strutture, tra parrocchie, centri e appartamenti capillarmente diffusi nel territorio diocesano. Altri 3mila sono stati accolti dalle famiglie milanesi.
A un anno dall’inizio del conflitto, la Caritas Ambrosiana ha tracciato un quadro degli aiuti forniti durante l’incontro “Ucraina: prossimi alle vittime, affamati di pace. L’azione di Caritas in un anno di guerra”. L’accoglienza ai profughi si è sviluppata sia attraverso canali e formule istituzionali, sia attraverso una capillare mobilitazione spontanea e informale di parrocchie, comunità, e famiglie. Caritas Ambrosiana, erogando nel complesso circa 1,8 milioni di euro, ha sostenuto sia lo sforzo sia delle sue cooperative impegnate come gestori delle accoglienze convenzionate con alcune Prefetture lombarde, sia quello delle parrocchie e di altri soggetti territoriali.
“Da subito abbiamo cercato di svolgere un ruolo di coordinamento delle tante iniziative che spontaneamente erano partite in auto dei profughi”, ha spiegato Luciano Gualzetti, direttore di Caritas Ambrosiana. “Ci siamo occupati di circa 900 persone all’interno delle parrocchie, delle accoglienze informali, altre 3mila li abbiamo sostenuti con nostre risorse mantenendoli in famiglia e poi ci sono state circa 800 persone che sono state accolte dalle nostre cooperative all’interno del sistema Istituzionale dell’accoglienza, costituito o dai Cas (Centri di accoglienza straordinaria) o dai Sae (Soluzioni abitative emergenziali), che sono le tradizionali modalità di accoglienza, o dai posti che sono stati messi a disposizione dalla Protezione, che ha tentato di avviare delle diverse modalità di accoglienza, differenti dalle solite tradizionali e istituzionali”.
“I numeri poi sono stati fortunatamente inferiori alle disponibilità che abbiamo raccolto sia nelle parrocchie che da privati cittadini – ha precisato – perché molti dei profughi che sono arrivati qui in Italia sono arrivati perché avevano delle conoscenze, dei parenti che garantivano loro questa accoglienza”.
Per quanto riguarda le parrocchie della diocesi milanesi “circa una settantina hanno messo a disposizione le loro strutture. La Caritas Ambrosiana ha finanziato questi impegni, ha rimborsato le spese delle bollette piuttosto che degli alimenti. Ma molte parrocchie sono state autosufficienti e attraverso i loro volontari hanno garantito questa vicinanza, questa relazione, l’accompagnamento delle persone, dei bambini a scuola e tutti processi di integrazione che servono per i minori. Sono stati trovati dei posti di lavoro, qualcuno ha trovato la casa”. Gualzetti ha spiegato che “questa situazione adesso impegna una cinquantina di parrocchie delle 70 che avevano iniziato” e “anche come numero di persone che stiamo aiutando direttamente nelle parrocchie siamo passati dalle 900 iniziali alle circa 500 al 31 gennaio 2022”.
Fin dallo scoppio della guerra “Caritas Ambrosiana ha cercato di svolgere un ruolo di coordinamento anche nell’ambito delle raccolte di fondi ma anche di materiali”. “Poi abbiamo lanciato un messaggio alle parrocchie, dicendo che probabilmente ci sarebbe stata anche una grande necessità di accoglienza dei profughi. Appello al quale hanno risposto anche tante famiglie”, ha concluso.
Anche su scala internazionale, lo sforzo di aiuto e di accoglienza è stato imponente, articolato e condotto su vari fronti. In Ucraina hanno agito a favore di vittime e sfollati interni Caritas Ukraine (espressione della Chiesa greco-cattolica di rito bizantino) e Caritas Spes (espressione della Chiesa cattolica latina), grazie ad appelli d’emergenza per l’equivalente di 46 milioni di euro, finanziati grazie alla mobilitazione di 48 Caritas nazionali di tutto il mondo, coordinati dalla rete Caritas Internationalis. Altri sette appelli di emergenza, per 18 milioni di euro, sono stati lanciati e poi realizzati dalle Caritas nazionali dei paesi confinanti con l’Ucraina. Si stima che, in Ucraina e nei paesi confinanti, siano stati di conseguenza raggiunti, con aiuti di varia natura – d’urgenza, d’accoglienza, alimentari, sanitari, educativi, di supporto psicologico, legale e finanziario – 5,3 milioni di persone. Caritas Ambrosiana, destinando complessivamente circa 900 mila euro, ha dedicato particolare attenzione ai rifugiati nella Repubblica di Moldova, finanziando progetti realizzati dallo storico partner Missione Sociale Diaconia.