Il 2 marzo la manifestazione “Prima le persone”: gli organizzatori lanciano appello “per una politica fondata sui diritti”

Conferenza Stampa People prima le persone

“Diamo vita a una grande iniziativa pubblica per dire che vogliamo un mondo che metta al centro le persone”. E’ l’appello che lanciano gli organizzatori della manifestazione del 2 marzo “People. Prima le persone”. Oggi, con una conferenza stampa nella sede della Croce Rossa Italiana gli organizzatori hanno lanciato la mobilitazione con cui intendono contrastare “la politica della paura e la cultura della discriminazione”. L’appello (pubblicato sul sito people2march.org) è stato finora sottoscritto da oltre 25 realtà, ma l’obiettivo dei promotori è allargare la rete di quanti aderiranno alla manifestazione che mette al centro “Inclusione, pari opportunità e una democrazia reale per un Paese senza discriminazioni, senza muri, senza barriere”, spiega l’appello per una politica “fondata sull’affermazione dei diritti umani, sociali e civili”. La manifestazione – promossa da ACLI Provinciale Monza e Brianza – Actionaid – Anpi Provincia Di Milano – Comitato Insieme Senza Muri – I Sentinelli Di Milano – Mamme Per La Pelle – dovrebbe concretizzarsi in un corteo da Palestro alla Stazione Centrale. Questa la proposta, in attesa delle autorizzazioni della questura. Tra gli interventi di oggi quello di Daniela Pistillo, presidente del comitato Insieme senza muri, già promotore delle manifestazioni antirazziste e per l’accoglienza del 2017 e 2018: “People – ha detto – è una rete di soggetti della società civile che hanno deciso di mettersi insieme per difendere i diritti di tutte le persone, sul modello raccontato dal film “Pride”. I soggetti promotori sono molto diversi che però hanno trovato una ragione per mettersi insieme. Solo insieme possiamo incidere. Sarà una manifestazione preceduta da tante altre iniziative, una tappa di un percorso iniziato il 20 maggio del 2017”, ha spiegato.
Per Amalia Fumagalli, responsabile aerea immigrazione di Acli Monza e Brianza, l’adesione delle Acli nasce da “una forte preoccupazione per il clima di intolleranza, discriminazione e odio che sta avvelenando la nostra convivenza civile che penalizza soprattutto le persone migranti e povere, quelle con meno diritti. Siamo preoccupati per le conseguenze già in atto in seguito all’approvazione del Decreto Sicurezza che taglia le risorse ai processi di integrazione e affronta il problema solo in maniera sicuritaria. Siamo preoccupati per le scelte di politica economica perché hanno tagliato fondi al welfare; dobbiamo favorire la coesione sociale nei territori che abitiamo e perché riteniamo che Milano debba assumersi responsabilità di proporre un modello di città inclusiva attenta ai bisogni delle persone più fragili”.