Il libro: Psicoanalisi, ritorno a Freud per una nuova scommessa etica

Venerdì 24 maggio, alle ore 21.00, alla Casa della Psicologia, piazza Castello 2, si terrà la presentazione del testo di Maria Teresa Maiocchi, “La svolta di Freud e l’attualità della clinica. Scenari alle origini della Psicologia dinamica” (FrancoAngeli, 2018). Conversano con l’Autrice Antonia Imparato Psichiatra, Psicoanalista, Dirigente Servizio Psichiatrico di Scampia–Napoli 1, Docente ICLeS, Istituto per la Clinica dei Legami Sociali; Fabrizio Palombi, Filosofia teoretica, Università della Calabria; Renato Boccali, Estetica, IULM, con Colleghi e Allievi di ICLeS. Modera Anna Barracco, Referente Progetto Libri dell’OPL, Ordine degli Psicologi della Lombardia.

“La via di Freud. Superata, fantasiosa, inincidente, inattuale… Un “ritorno” a Freud, è ancora cruciale per interrogarne il paradigma? Del resto, che dire –herr Freud¬– dei suoi risultati così poco verificabili, delle falle dei suoi casi, delle sue costruzioni non oggettivabili, mescolate ¬–chissà!– con qualche suo inconfessato fantasma…? Una cura che … non cura, che divarica guarigione ed esito terapeutico e che impudentemente si dichiara ‘interminabile’?
La scommessa del testo è mostrare che alla psicoanalisi ancora oggi può rivolgersi l’interrogativo del clinico, e non solo dello psicoanalista installato nel suo confortevole setting. Il clinico d’oggi è alle prese con una domanda selvaggia, ridotta nella sua portata dal tappo di godimenti ininterrogabili, mortiferi, fuori legame. Come raggiungere questo soggetto, alienato consumatore? Come trattarlo? Ritornare a Freud oggi, al realismo con cui considera pulsioni mortifere, attualizza il paradosso inquieto del soggetto e rinnova la posta che la psicoanalisi può e quindi deve oggi giocare, per le incidenze civili della sua etica.
Da che cosa si è lasciato sorprendere Freud, medico alle prese con organi ribelli, non inclini a lasciarsi addomesticare da una medicina incapace di ascoltare il malessere? Il corpo che le giovani malate ostentano, le isteriche che popolano gli studi privati o i manicomi, a Parigi come a Vienna, è un corpo che parla di relazioni, di affetti, di desideri… all’insaputa del soggetto stesso. La questione freudiana si pone nel dare parola al soggetto, a partire da un ascolto tanto umano quanto scientificamente preoccupato di una causalità specifica: ma quale? se la sua logica affonda in una dimensione che non è presente alla coscienza, in-conscia, non articolabile se non per le vie traverse del discorso singolare del paziente? Come fare di questo groviglio una scienza?”
Maria Teresa Maiocchi, psicoanalista, docente di Psicologia Dinamica nell’Università Cattolica di Milano, ripropone in questa chiave l’interesse e l’urgenza di un ritorno a Freud, punto cruciale dell’apporto di Jacques Lacan: un nuovo ritorno alla scommessa etica, all’attenzione clinica per il soggetto non per standard socialmente imposti, punto di ri-partenza anche per la formazione dell’operatore nella complessità dell’oggi, fuori dai setting tradizionali, dove i concetti freudiani, letti nell’ottica lacaniana, mostrano la loro capacità di risveglio.