Sono poco più di un centinaio le persone riunite ai giardini Falcone e Borsellino di via Benedetto Marcello per la commemorazione della della strage di via D’Amelio in cui morirono il magistrato Paolo Borsellino e la scorta. Tra di loro, anche il sindaco Giuseppe Sala e il capo della Dda di Milano Alessandra Dolci. “Stiamo parlando di eroi non milanesi ma anche di persone che hanno interpretato i nostri valori, innanzitutto quello del sacrificio – ha detto il primo cittadino -, Anche Milano è una città che si è sacrificata. Chi mi ha preceduto ha raccontato di quello che è stato, oggi la Dia dice che la Lombardia è il centro di traffici internazionali e del malaffare perché è il territorio più ricco in Italia e chi vuole delinquere segue i soldi. Per questo dobbiamo prevenire, reprimere, dare la caccia incessantemente a chi delinque. Siamo sommersi da informazioni sciocche, ma deve rimanere la cultura e l’attenzione ai valori: sforziamoci ad essere presenti nelle scuole perché solo da lì possiamo ripartire”.
“C’è il pericolo che ciò si ripeta. Tutti i commentatori dicono che Cosa nostra è in difficoltà, e che se ancora non l’abbiamo sconfitta, siamo vicini al traguardo – ha commentato Dolci -, ma forse si sta rafforzando in silenzio per tornare come prima. La forza della mafia è che offre una serie di servizi appetibili per imprenditori e politici, sono gli imprenditori che vanno a cercare la ‘ndrangheta, sono i politici che cercano il pacchetto voti nella ‘ndrangheta. La decadenza morale ha fatto sì che la nostra regione abbia il problema serio di quella che è chiamata colonizzazione. Il mio messaggio, oggi, è: forza, Andiamo avanti, insieme nella lotta”.