Fase 2, mobilità a Milano: con un metro di distanza la capienza dei mezzi pubblici al 25-30%. Atm prepara segnaletica

“Il tema del metro di distanziamento sui mezzi di trasporto dovrà forse essere discusso con le associazioni di categoria a livello europeo, non solo italiano. Ci si sta chiedendo se questo metro è veramente compatibile con i sistemi di trasporto pubblico urbani che nascono con logiche totalmente diverse, che spostano numeri di passeggeri ingenti e che, come a Milano, sono l’asse portante della mobilità. C’è una riflessione complessiva ma è chiaro che a oggi la guida è quel che viene indicato dal comitato tecnico scientifico alla presidenza del Consiglio: questa è l’autorità, noi ci auguriamo di ridiscuterlo in una senso costruttivo, cercando di capire se c’è qualche possibilità di offrire qualcosa in più in termini di trasporto ma, ora, a quello che ci viene indicato ci dobbiamo attenere”. Lo ha detto il direttore generale di Atm Arrigo Giana, nel corso della commissione comunale Verifica e Controllo Enti Partecipati con all’ordine del giorno l’audizione dei nuovi membri nominati da Palazzo Marino nel CdA di ATM. Il direttore generale ha spiegato che “il Dpcm del presidente Conte di ieri sera sembrerebbe mantenere il mantenimento del metro e l’uso della mascherina sui mezzi pubblici, cosa che in Lombardia stiamo già facendo. Il distanziamento di un metro limita molto la capacità di carico e produttiva del trasporto pubblico: collocando degli indicatori di rispetto distanziamento e facendo le simulazioni a secondo dei mezzi, arriviamo a garantire dal 25 al 30 per cento della capacità di trasporto precedente al coronavirus. Questo rende veramente difficile gestire il trasporto pubblico nelle modalità che applicavamo prima. Sicuramente il tema dell’appiattimento dei picchi di passeggeri al mattino e al tardo pomeriggio diventa dirimente perché fisicamente è ingestibile per questioni fisiche di spazi”.

“Sicuramente non vogliamo cadere in uno scambio tra l’emergenza della mobilità dettata dal coronavirus e la sostenibilità: cercheremo delle soluzioni innovative. Sul cambiamento della mobilità vorremmo mantenere comportamenti virtuosi, sia nella fase di transizione sia nel momento in cui tra diciotto mesi o un paio d’anni ci sarà la vaccinazione di massa. Questo è da fare insieme e non ci sono modelli a cui ispirarsi. C’è bisogno di un lavoro e di un pensiero collettivo. Per quello che riguarda Atm è sulle spalle dei manager, della direzione di Atm e di noi membri del CdA”. Lo ha detto il neopresidente di Atm Gioia Maria Ghezzi nel corso della commissione comunale Verifica e Controllo Enti Partecipati con all’ordine del giorno l’audizione dei nuovi membri nominati da Palazzo Marino nel CdA della società di trasporti municipali. “Stiamo prendendo in mano un’azienda in un momento che non ha precedenti – ha spiegato Ghezzi -, quindi dobbiamo ripensare il modello di mobilità e ripensarlo con altri, il Comune in primis. Dobbiamo stare attenti alla situazione finanziaria della società, che fino ad adesso è stata molto sana ma che di fronte alla riduzione dei ricavi e del traffico può andare in difficoltà”. “In Atm porto molta esperienza di strategia, molta esperienza di gestione aziendale in settori diversi e una buona esperienza di trasporti perché il gruppo Fs è molto articolato e si occupa anche di trasporto pubblico locale – ha aggiunto Ghezzi, presidente di Ferrovie dello Stato dal 2015 al 2018 -. E porto un’esperienza di governance, avendo presieduto varie società ed essendo stata nel board di altre. Credo molto nella trasparenza, nell’integrità e nel dare un buon servizio pubblico: sia che si tratti di salute o di trasporti è fondamentale. E credo molto alla sostenibilità”.