#MilanoSound: la musica raccontata da ilmohicano.it

Su Mianews, ogni settimana, uno speciale dedicato alla musica a cura  della testata giornalistica online ilmohicano.it per raccontare la scena milanese e nazionale di ‘big’ e musicisti ‘in rampa di lancio’ e per esplorare cosa si muove nel “sound di Milano”.

Zucchero: “Vedo poco interesse delle istituzioni per la musica”

“Vedo poco interesse da parte delle istituzioni verso la musica ma non solo, anche per il cinema e il teatro. Il Governo quando parla di cultura fa sempre riferimento a qualche scoperta, al ritrovamento di un mosaico magari a Pompei, il che va benissimo. Questa però è roba molto alta, ma io ritengo che ci sia anche la cultura più bassa che è quella che facciamo noi. A me non interessa come la si definisce, l’importante è che se ne parli”. Zucchero ‘Sugar’ Fornaciari, presentando in videoconferenza l’ultima sua ‘fatica’, ‘D.O.C. Deluxe Edition’, il nuovo progetto discografico contenente tutti i brani di ‘D.O.C.’, più sei inediti tra i quali ‘September’, in duetto con Sting, sottolinea la mancanza di attenzione da parte delle istituzioni verso il mondo dello spettacolo, messo in crisi dalla pandemia del Covid.
“Quello che facciamo noi -evidenzia Zucchero- è considerato un divertimento e non rientra nel panorama culturale inteso come tale dalle istituzioni. Questo non va bene -insiste- e vorrei soprattutto che arrivassero i soldi a tutti quei lavoratori, specializzati, che sono fermi da mesi. Per quanto mi riguarda -spiega- alla mia gente ci penso io a sostenerli in prima persona, almeno fino a quando non si potrà ripartire con i concerti dal vivo, anche perché così sono sicuro di dove vanno a finire i soldi”.
Per quanto riguarda la ripartenza, Zucchero spiega che avrebbe dovuto chiudere il lungo tour mondiale, con oltre 150 tappe, rimandato per via del Covid. “Spero si possa ripartire, come previsto, ad aprile dall’Arena di Verona. Poi, se si dovrà suonare davanti ad un numero limitato di persone, va bene lo stesso, l’importante è dare un segnale di rinascita”. In Italia, dal 23 aprile, Zucchero ha in programma 14 tappe fino a maggio: “però -tiene a precisare- è fondamentale capire cosa faranno gli altri Paesi, se useranno il nostro stesso metodo o se chiuderanno nuovamente. In quel caso avrei dei problemi seri perché i costi sarebbero allucinanti”.
A salvare la stagione, diciamo così, ci ha pensato in parte lo streaming anche se, osserva ‘Sugar’ “non è certo la stessa cosa che salire su un palco. “Certo, come si dice, piuttosto che niente piuttosto -afferma- ma per la musica che faccio la presenza del pubblico è essenziale. Con la mia musica io carico la gente che viene a vederci che poi mi fa ritornare la carica e mi eccita. Il concerto poi -aggiunge- è una sorta di rituale e per me è fondamentale poter eseguire l’ultimo album dal vivo perché solo così posso confermare l’idea che ho di questo album che contiene brani che, sono sicuro, potranno ‘lievitare’ nel tempo”.
Durante questi mesi di lockdown parziale o totale, Zucchero ha approfittato per consolidare l’amicizia con diversi colleghi, come Bono e Sting: “dire grazie a questa pandemia è oltraggioso -sottolinea- ma è proprio per via di questa pandemia che ci siamo sentiti più del solito. Insieme, anche se a distanza, abbiamo realizzato tante cose che usciranno a breve (il duetto con Sting in ‘September’ è già disponibile da alcuni giorni ndr). Diciamo che questo momento sospeso ha favorito gli scambi e rinnovato vecchie conoscenze”.
Oltre a ‘September’ gli altri cinque brani contenuto nel nuovo album sono ‘Non illudermi così’, rivisitazione del brano ‘Don’t Make Promises riscritto da Zucchero per l’occasione con un testo in italiano, ‘Wichita Lineman’, cover del brano di Jimmy Webb, e gli inediti ‘Succede‘, ‘Facile’ e ‘Don’t Cry Angelina‘. Quest’ultimo brano, spiega Zucchero “l’avevo scritto ai tempi di ‘Oro, incenso e birra’ ma non mi convinceva. L’ho ripreso lo scorso luglio con un testo basao su una storia vera tratta dal libro ‘Angela’, che parla di una staffetta partigiana”.

Last Christmas degli Wham rivive al pianoforte con Alessandro Martire

Era il 15 dicembre 1984 quando gli Wham! pubblicavano il singolo ‘Last Christmas’, che in un anno riuscì a vendere oltre 1 milione di copie, il decimo singolo più venduto di tutti i tempi nel Regno Unito. Ora, 36 anni dopo, il pianista e compositore comasco Alessandro Martire omaggia il grande classico natalizio con un’inedita versione strumentale (piano solo e chill-edit), per Carosello Records.
In contrapposizione al gusto squisitamente anni ’80 del video originale, Alessandro Martire ha registrato per l’occasione un esclusivo video in solitaria all’interno del Teatro Sociale di Como, sua città natale, a cura di Davide Derocchi e Kristian Pedretti (Sound Waves Chalet), che uscirà la prossima settimana.
“Last Christmas è un brano che ascoltavo tantissimo da piccolo, proprio quando mossi i primi passi nella musica e il pianoforte – ricorda Alessandro – ci tenevo molto ad arrangiare al pianoforte questa canzone così famosa nel mondo e farla uscire in questo momento. Nonostante tutto, il Natale rimane sempre un momento magico. Sono anche molto contento della collaborazione con il Maestro Marco Sabiu, per la versione chill-edit del brano e per la performance nel teatro simbolo della mia città, ovvero il Teatro Sociale di Como.

Claudio Baglioni, l’amore e i cani che ululano alla luna

“Non lo scopriamo adesso e non lo dico io per primo, ma il tempo è l”avversario micidiale di ogni essere umano ed essere vivente. Per quanto sia forte la tua capacità di affrontarlo vince sempre lui. Qualche volta possiamo pareggiare il conto, ma per il resto siamo sempre a rincorrerlo, fino a che non ci sarà più. Il vantaggio di questo mestiere è pensare che ci sarà qualcosa, un ricordo, una memoria, un album, la scena di un concerto che resteranno, anche dopo”. Claudio Baglioni nel nuovo attesissimo album (edito da Sony), che esce a sette anni di distanza dal precedente, con il tempo ci fa i conti. Ma il tema non è nuovo nella sua discografia. In 50 anni di carriera è stato superato solo da un altro: quello attorno al quale ha ruotato, e ruota, l’esistenza del cantautore, l’amore. L’incipit del brano che apre l’album è programmatico: “‘In questa storia che è la mia‘ dico: ho vissuto per lasciare un segno. Che poi – spiega Baglioni – è la speranza di tutti: che qualcosa resista e che possa andare ancora avanti”, oltre noi. Nell’album, 14 brani, 1 ouverture, 4 interludi piano e voce, 1 finale disegnano una parabola intorno all’amore, personale e universale”. “L’amore è ciò che – ammette Baglioni – più mi ha interessato, ma ciò che forse ho meno capito”. L’amore, dunque, e l’esistenza che deve lasciare il segno. “In questo lavoro sono stato ossessionato dal verbo ‘incidere’. L’ho buttato là, inizialmente, come anedottica: ‘incidere un disco, lasciare un solco, lasciare il segno’. Il punto era incidere in quella sfera intellettuale, emotiva e mentale di chi ha voglia di ascoltare.
“Nella mia produzione il tema dell’amore è preponderante: per quanto tutti abbiano tentato di scandagliarlo, ha sempre qualcosa da raccontarci” racconta Baglioni. “Ho cercato con un teleobiettivo di andare a pescare tanto momenti dell’amore, di questa ruota gigantesca che forse è l’argomento che mi ha sempre interessato di più nella vita, e che forse è quello che ho capito di meno, ma, come si dice… ‘i cani abbaiano alla luna’”. L’appello che contiene questo nuovo grande lavoro è che “bisogna ricominciare a fare dei sogni al plurale. Le persone devono guardare nella stessa direzione e non solo nello specchio di casa e nel lago del proprio narcisismo. Oggi viviamo un mondo troppo pieno: a volte, per non essere trasparenti, si va a cercare solo quella consolazione che arriva da social media ma non si concretizza e non ti porta mai alla soglia della felicità”.
La pandemia, confessa ancora il cantautore, “mi ha paralizzato” da un punto di vista artistico, anche se in realtà “la vita privata non è cambiata molto, perché non sono mai stato uno che usciva la sera. Ho spesso bisogno di stare solo anche solo per rifiatare, per compensare i momenti in cui, al contrario, si sta in mezzo a tanta gente”.. Ora “sarebbe una bestemmia se non fossimo capaci di prendere il meglio da questa situazione”. Nel mondo della musica e dello spettacolo “è venuto a mancare il 100% del lavoro, il settore è in vera difficoltà. Ma oltre ai sostegni di tipo economico, abbiamo il dovere – fa appello -di cercare nuove forme di diffusione della musica”. Baglioni spiega di non essere d’accordo “con chi sostiene che i concerti non si possono fare in streaming, ad esempio. E’ chiaro che non è la stessa cosa” dice, mentre si appresta a un 2021 di live con oltre 100 persone in orchestra. “Ma – avverte – dobbiamo cercare di creare nuove letture, più dinamiche, sennò è chiaro che i concerti a distanza saranno poco seguiti. Dobbiamo chiederci, sia noi artisti, sia gli editori tv, di pensare e progettare delle nuove forme perché si possono creare delle interazioni con il pubblico”.
Dell’album racconta: “è stato ideato e composto come una volta. Vero, sincero, fatto a mano e interamente suonato. È un progetto al quale ho dedicato tutto me stesso, a partire dalla scrittura, strutturata come non accadeva da tempo, su linee melodiche e processi armonici che la musica popolare, sembra offrire sempre meno. Le sonorità sono tutte vere – nel senso di ‘acustiche’ – basso, batteria, pianoforte, chitarre, archi, fiati, voce e cori – e il ricorso all’elettronica è stato dedicato, esclusivamente, alla cura degli effetti suono e delle atmosfere. Ne sono venuti fuori quattordici pezzi suonati dalla prima all’ultima nota, da un gruppo di musicisti straordinari, che fanno quello che ci si aspetta da loro: suonare con tutta la creatività, l’invenzione, l’energia e la passione – in una parola: la musicalità – che hanno dentro”. Intanto è online il video del nuovo singolo, attualmente in radio, ‘Io sono lì‘, diretto da Duccio Forzano.

Sanremo 2021, artista per artista: radiografia del festival

Da Orietta Berti a Fedez in coppia con Francesca Michielin, passando da Francesco Renga ai Maneskin da Malika Ayane a Bugo, dal giovanissimo talento Madame a Max Gazzè. Tra i 26 Big in gara alla 71esima edizione del Festival di Sanremo, in programma dal 2 al 6 marzo prossimi, ci sono alcune vecchie conoscenze (poche a dir la verità) e tanti, tanti giovani. Segno che anche per quest’anno il direttore artistico Amadeus ha voluto, per così dire, ‘svecchiare’ quello che rappresenta una delle tradizioni del nostro Paese, puntando soprattutto su un pubblico giovane. Proprio durante la serata finale di Sanremo Giovani, Amadeus ha scoperto le carte, annunciando la lista dei big ai quali si affiancheranno le otto Nuove Proposte.
Ma non c’è Sanremo senza polemiche e anche quest’anno il primo caso è scoppiato proprio durante la serata finale di Sanremo Giovani, con Morgan escluso dalla giuria dopo che sui social aveva attaccato lo stesso Amadeus reo, a suo dire, di non averlo incluso tra i 26 big in gara. Una decisione che la Rai ha definito “molto sofferta”, ma presa in conseguenza del “comportamento inaccettabile” e delle dichiarazioni “offensive di Marco Castoldi all’indirizzo del direttore artistico e dell’organizzazione del festival”. L’esclusione di Morgan dalla giuria ha fatto subito scattare l’ironia di Fiorello (che sarà ancora ospite al Festival) che ha definito Amadeus “un genio: sei l’unico che fa un festival dove non elimini i cantanti ma i giurati”.
Tra una nuova proposta e l’altra, nel corso della serata finale di Sanremo Giovani, Amedeus ha presentato, uno per uno, tutti i 26 big in gara (ad esclusione di Orietta Berti che ancora convalescente dal Covid è intervenuta in videocollegamento da casa). Il primo ad entrare sul palco del Teatro del Casinò di Sanremo è stato Francesco Renga che annunciato il titolo della sua canzone: ‘Quando trovo te’, seguito da Coma_Cose (Fausto Zanardelli e Francesca Mesiano), per la prima al Festival, con ‘Fiamme negli occhi’. Debutto anche per la giovane vincitrice di Amici 2019, Gaia con il brano ‘Cuore amaro’.
Con ‘La genesi del tuo colore’ Irama, che torna per la terza volta sul palco dell’Ariston, mentre debuttano Fulminacci (Filippo Uttinacci) con ‘Santa Marinella’, Madame (Francesca Calearo) con ‘Voce’ e Willie Peyote (Guglielmo Bruno) con ‘Mai dire mai – la locura’. Orietta Berti torna, per la dodicesima volta al Festival (la prima fu nel 1966 con ‘Io ti darò di più’) con il brano ‘Quando ti sei innamorato’. Vincitore nel 2018 assieme a Fabrizio Moro, Ermal Meta propone ‘Un milione di cose da dirti’. Altro giovane in gara, il rapper Fasma (che l’anno scorso aveva fatto parte delle Nuove Proposte) con ‘Parlami’. Alla sua sesta partecipazione al Festival con ‘Potevi fare di più’ Arisa che può considerarsi una veterana con due vittorie all’attivo: la prima nel 2009 nella categoria Nuove Proposte e la seconda nel 2014 tra i ‘Campioni’, mentre nel 2015, assieme a Emma, aveva affiancato il conduttore Carlo Conti.
L’elenco dei Big prosegue con Gio Evan e il brano ‘Arnica’, i Maneskin con ‘Zitti e buoni’. Altri ritorni, quelli di Malika Ayane con ‘Ti piaci così’ e Max Gazzè con ‘Il farmacista’, mentre tra i debuttanti Aiello con ‘Ora’, Ghemon con ‘Momento perfetto’ e La Rappresentante di Lista (Veronica Lucchesi e Dario Mangiaracina) con ‘Amare’. Per la sesta volta in gara Noemi con ‘Glicine’, mentre Random debutta con ‘Torno da te’. Esordio anche per il duo Colapesce Dimartino con il brano ‘Musica leggerissima’. Annalisa al suo quindi Festival presenterà ‘Dieci’. Sul palco anche Bugo (protagonista lo scorso anno di una clamorosa litigata con Morgan) con il suo brano ‘E invece sì’.
Secondo Al Festival nel 2018, Lo Stato Sociale che in questa edizione presenta ‘Combat pop,’ mentre salgono per la prima volta sul palco dell’Ariston gli Extraliscio (gruppo musicale romagnolo) che assieme a Davide Toffolo (uno dei Tre Allegri Ragazzi Morti) presenteranno ‘Bianca luce nera’. Chiudono la lista dei Big Francesca Michielin e Fedez con la canzone ‘Chiamami per nome’, non nuovi alla collaborazione artistica. ‘Magnifico’ il primo duetto fu un grande successo e ora tornano insieme con una canzone che già viene data tra le possibili vincitrici. Per quanto riguarda le Nuove Proposte, oltre a Elena Faggi e i fratelli Dellai, vincitori di Area Sanremo, gli altri sei giovani che parteciperanno alla 71esima edizione del Festival di Sanremo sono: Guadiano, Folcast, Greta Zuccoli, Davide, Shorty, Wrongonyou.

XFactor 2020, cronaca di una finale

Casadilego è la vincitrice di X Factor 2020. La giovane diciassettenne Elisa Coclite ha trionfato al termine del finale del talent show di Sky prodotto da Fremantle, in onda su Sky Uno, in simulcast su TV8 e NOW TV. All’ultimo scontro Casadilego ha avuto la meglio sui Little Pieces of Marmelade, proponendo ’Vittoria’ il brano originale scritto appositamente per lei da Mara Sattei.
Casadilego è nata a Bellante (Te), studia pianoforte classico e suona la chitarra. Ha scelto il suo nome d’arte dal titolo di una canzone del suo idolo Ed Sheeran, ‘Lego House’. Già alle Audition, quando aveva portato ‘A case of you’ di Joni Mitchell, Manuel Agnelli si era commosso. Il percorso di Casadilego a X Factor 2020, insieme al suo giudice Hell Raton e alla sua crew, le ha permesso di sperimentare e arrivare a proporre anche musica elettronica. In semifinale si è esibita insieme a Lazza con il brano ‘Catrame’.
La finale di #XF2020 ha totalizzato 10.600.000 voti (rispetto ai 5 milioni della scorsa edizione). La serata per la giovanissima artista è iniziata con il duetto con il suo giudice e mentore Hell Raton. I due si sono esibiti insieme sulle note di ‘Stan’, la cover di Eminem di Eminem featuring Dido. Nella seconda manche Casadilego ha interpretato i suoi tre Best Of: ‘Kitchen Sink’ dei Twenty One Pilots, ‘xanny’ di Billie Eilish e ‘A case of you’ di Joni Mitchell.
Secondi in classifica i Little Pieces of Marmelade, che si sono esibiti insieme a Manuel Agnelli sulle note di ‘Veleno’ degli Afterhours e come Best Of hanno scelto i brani ‘I Am the Walrus’ dei Beatles, ‘Bullet With Butterfly Wings’ dei The Smashing Pumpkins e ‘Gimme All Your Love’ degli Alabama Shakes. Il duo marchigiano, composto da Daniele e Francesco, rappresenta la scommessa vinta da Manuel Agnelli in questa edizione. Allo scontro finale con Casadilego hanno presentato ‘One cup of Happiness’.
Al terzo posto Blind. Il perugino Franco Rujan, in duetto con la sua giudice Emma, ha presentato ‘La Fine’, una cover di Tiziano Ferro/Nesli. La manche con i Best Of l’ha visto portare 3 dei suoi brani originali: ‘Bambino’ sulla base di ‘Per me è importante’ dei Tiromancino;’Cicatrici’ e ‘Affari Tuoi’. Blind è un trapper con una faccia da duro ma un cuore tenero, ha scelto questo pseudonimo perché, per arrivare dove vuole, non guarda in faccia a nessuno.
Quarto posto per N.A.I.P. che ha proposto, insieme a Mika, il celebre successo del giudice anglo-libanese ‘Lollipop’. N.A.I.P. (acronimo per Nessun Artista In Particolare), all’anagrafe Michelangelo Mercuri, nato a Lamezia Terme ma residente a Bologna, ha dimostrato di saper scrivere e comporre in modo ricercato, meticoloso e ironico.
Super ospiti della finale di X Factor 2020 i Negramaro. La band italiana ha portato sul palco ‘Contatto’, primo singolo estratto dal loro decimo album omonimo. Il featuring esclusivo con Madame, artista diventata un elemento di rottura innovativa nella scena urban, grazie all’originalità del suo stila, li ha visti proporre ‘Non è vero niente’, brano incluso nell’ultimo lavoro.
La finale ha visto esibirsi sul palco anche i giudici con alcuni dei loro maggiori successi: Emma ha proposto la sua hit ‘Latina’, Hell Raton un mashup ‘Bloody Vinyl’, con alcuni dei brani presenti in BV3 con i sodali Lazza, Mara Sattei e Slait. Manuel Agnelli insieme agli Afterhours al completo ha portato ‘Quello che non c’è’. Mika ha interpretato un medley di suoi brani che attraversa tutta la sua carriera: ‘Tiny Love’, ‘Origin of Love’, ‘Relax’, ‘Good Guy’, ‘Grace Kelly’