Mafie, l’economia illegale in Lombardia ‘vale’ 4 miliardi. Rischi per la crisi delle imprese a causa del Covid

Da oggi Milano 'chiude': con l'entrata in vigore del dpcm, la città, zona rossa, si presenta con tante serrande abbassate e le strade si svuotano (Foto Mianews)

“La Lombardia è al primo posto per quanto riguarda l’economia ‘non osservata’ che, nel complesso, secondo dati Istat, vale 215 miliardi di euro all’anno, a livello nazionale e il 17 per cento viene generato proprio in Lombardia”. Lo ha fatto sapere Giorgio De Rita, segretario generale del Censis intervenendo questa mattina nel corso del convegno online “Le infiltrazioni mafiose al tempo del Covid-19: i pericoli per le imprese e le risposte necessarie” organizzato da Assolombarda, al quale sono anche intervenuti Alessandra Dolci, Procuratore aggiunto e Capo della Direzione Distrettuale Antimafia di Milano; Michele Miulli, Comandante del Reparto Operativo del Comando Provinciale Carabinieri di Milano; Piergiorgio Samaja, Capo centro operativo di Milano della Direzione Investigativa Antimafia; Giovanni Quartiroli, Presidente Piccola Industria Assolombarda; Valerio Berra, Presidente Comitato Difensore PMI Assolombarda. “Dentro questi 215 miliardi ci sono 70 miliardi di evasione fiscale, una componente di lavoro nero, una di cosiddetto ‘sommerso’ di piccolo cabotaggio, come mance o affitti in nero, e 21 miliardi di economia illegale in senso stretto, una dimensione che vale il 17-18 per cento del pil dell’economia ‘non osservata’. La Lombardia è al primo posto dell’economia non osservata, assorbe circa il 17 per cento del totale, che significa l’equivalente del pil della provincia di Brescia. Per quanto riguarda l’economia illegale in senso stretto, l’Istat parla di un valore di economia illegale della Lombardia vicino 4 ai miliardi di euro che significa, grosso modo, il pil di una provincia come Sondrio: cifra che riguarda per il 75 per cento lo spaccio di droga, il 25 per cento la prostituzione e poi ci sono tutta una serie di fenomeni come infiltrazioni da usura e rifiuti. Anche per quanto riguarda le dichiarazioni della Banca d’Italia per operazioni sospette, Milano è al primo posto in Italia, assolve al 18 per cento delle segnalazioni complessive”, ha spiegato De Rita. “Il primo posto della Lombardia è dovuto al fatto che è la regione con la produzione economica più grande del nostro paese”, ha aggiunto. Per quanto riguarda il Covid, De Rita ha precisato che il rischio “è legato alla crisi delle imprese: molte tenteranno di ricorrere ad escamotage per il recupero del mercato o per venire incontro alle esigenze di liquidità. Ma il Covid rappresenta anche un’opportunità, quella di investire e trasformare il contrasto alle infiltrazioni criminali con nuovi strumenti, anche tecnologici”.
“Oggi la mafia in Lombardia coinvolge un numero sempre più consistente di imprese, grazie alla sua capacità di offrire soluzioni rapide, servizi a basso costo e prestiti in denaro. Stravolgendo e corrompendo, però, imprese, mercato, economia. Dobbiamo dunque prestare la massima attenzione: gli effetti della pandemia hanno prodotto una notevole espansione sia degli interessi sia della sfera d’azione della criminalità organizzata. Dalle infiltrazioni, attraverso il gioco dei capitali, che creano pericolosi legami di dipendenza per le aziende, alle attività di estorsione e usura a danno degli imprenditori, alle attività di cybercrime che colpiscono il patrimonio informativo aziendale. Oltre alla gestione illecita dei rifiuti, alle attività nell’edilizia e alla presenza nel settore dei servizi, compresa la sanità. I clan mafiosi operano anche attraverso “zone grigie” tra soggetti economici, politici e sociali del mondo legale, disponibili ai legami d’affari e di potere”, ha spiegato Antonio Calabrò, vicepresidente di Assolombarda.
Mentre Alessandra Dolci ha sottolineato che “a inizio emergenza tutti ci chiedavamo quale sarebbe stata la strategia delle organizzazioni criminali sul nostro territorio, soprattutto quelle calabresi, per inserirsi nella cosiddetta economia di emergenza. Prima si sono attivati nel ricercare stock di mascherine e presidi sanitari. Nell’ultimo periodo invece abbiamo osservato in Lombardia un’anomala crescita della creazione di nuove imprese, scatole vuote che consentono agli operatori e agli esponenti della criminalità di intercettare i flussi finanziari destinati alla riattivazione delle attività economiche, come le somme erogate a fondo perduto dall’Agenzia delle Entrate. Le richieste di accesso a queste misure sono state migliaia e una parte quindi è stata destinata a imprese che fanno capo a gruppi mafiosi”.
Pergiogio Samaja, invece, ha evidenziato come “la Lombardia sia la regione in cui vengono fatte più interdittive antimafia”.