Consiglio regionale, la riforma della sanità arriva in Aula: dalle opposizioni migliaia di emendamenti e sit-in fuori dal Pirellone

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Ha preso il via in Consiglio regionale la “maratona” dedicata all’esame e alla discussione del progetto di legge di riforma della sanità lombarda che modifica la legge n°33 del 2009 dopo la revisione fatta nel 2015 in via sperimentale dall’amministrazione Maroni. Sono previste sedute ogni giorno (esclusi sabato e domenica) fino al 26 novembre dalle ore 10 alle ore 18, così da lasciare poi spazio dopo le 18 alle riunioni delle Commissioni consiliari.

Fuori dal Pirellone, prima dell’avvio dei lavori, l’opposizione ha protestato con un sit-in contro quella che definisce “una non riforma”. Il centrosinistra promette battaglia anche in Aula dove presenterà 6.500 documenti tra emendamenti e ordini del giorno per chiedere modifiche al testo della maggioranza.

La seduta si è aperta con l’illustrazione delle quattro questioni pregiudiziali presentate dal Movimento 5 Stelle, tutte respinte dall’Aula. Presente ai lavori anche la vice presidente della Regione e assessore al Welfare Letizia Moratti.
Il presidente della Commissione Sanità Emanuele Monti (Lega), che è anche relatore del provvedimento, ha poi illustrato i contenuti del progetto di legge sottolineando che “non è una riforma ma un intervento di potenziamento di un sistema sanitario che negli anni scorsi ha dovuto subire da parte dello Stato un livello di tagli enormi”. Il dibattito generale si è quindi aperto con l’intervento del Capogruppo del Partito Democratico Fabio Pizzul che ha toccato temi quali l’integrazione tra sanità e sociale, la prevenzione e il rapporto pubblico-privato.

In sintesi, la riforma mira ad attuare un potenziamento generale della medicina territoriale e dell’ambito della prevenzione, precisando le competenze dei diversi soggetti interessati (ATS, ASST, Assessorato e Direzione generale), istituendo le Case di Comunità, gli Ospedali di Comunità e le Centrali Operative Territoriali e potenziando l’Assistenza Domiciliare Integrata (ADI). Tra le novità, l’istituzione all’interno delle ASST (Aziende Socio Sanitarie Territoriali) dei distretti, dei dipartimenti funzionali di prevenzione e dei dipartimenti di cure primarie.