Il Consiglio comunale approva l’ordine del giorno per rivedere il progetto stadio, ma la maggioranza si spacca

Nell’Aula di Palazzo Marino è stato approvato con 27 voti a favore, 14 contrari e un astenuto, l’ordine del giorno presentato dalla maggioranza che chiede alla giunta alcune modifiche al progetto delle squadre Milan e Inter per il nuovo stadio.

Hanno votato a favore 23 membri della maggioranza, compreso il sindaco Giuseppe Sala, e quattro consiglieri delle opposizioni: i forzisti Alessandro De Chirico e Gianluca Comazzi e i membri della lista civica Bernardo Sindaco, Luca Bernardo e Manfredi Palmeri.

Hanno votato contro sette consiglieri della maggioranza: i dem Rosario Pantaleo, Alessandro Giungi, Simonetta D’Amico, il consigliere della lista Sala Enrico Fedrighini, e i Verdi Carlo Monguzzi, Francesca Cucchiara e Tommaso Gorini. Si è astenuto il capogruppo di Milano Popolare, Matteo Forte, e non hanno votato, nonostante la presenza in Aula, Gabriele Rabaiotti della lista Sala e Marco Fumagalli di Milano in Salute.

Delle opposizioni hanno votato contro in maniera compatta Fratelli d’Italia e Lega.

L’ordine del giorno, a firma del capogruppo del Pd Filippo Barberis, del dem Bruno Ceccarelli, della capogruppo dei Riformisti, Giulia Pastorella, e del consigliere della lista Sala, Marco Mazzei, invita la giunta ad apporre diverse modifiche al masterplan presentato dalle squadre.

Prima di tutto, di garantire la natura popolare di accesso allo stadio e quindi di considerarne un aumento della capienza prospettata dalle squadre, con particolare attenzione ai settori con biglietti a basso costo, con raggiungimento dei 70mila posti.

Il secondo punto parla di prevedere un aumento della superficie di verde fruibile rispetto alla situazione attuale, in modo che rappresenti almeno il 50% di superficie rispetto al totale dell’area oggetto di intervento.

In terzo luogo, finanziare un piano di interventi di almeno 40 milioni sulla rigenerazione dei quartieri limitrofi lo stadio, ad esempio Selinunte, reperiti attraverso gli oneri di urbanizzazione, il contributo sul costo di costruzione e gli extraoneri concordati con i proponenti.

Il quarto punto parla di dare priorità al raggiungimento della neutralità carbonica e alla minimizzazione dell’impatto ambientale, ad esempio dal punto di vista della qualità dell’aria e dell’inquinamento acustico, anche attraverso il contenimento dei parcheggi.

In ultima battuta, chiede di prevedere il maggior distanziamento possibile del nuovo stadio dalle abitazioni della vicina via Tesio e predisporre soluzioni di maggior mitigazione degli impatti sonori, anche attraverso l’uso del verde.

Secondo l’assessore comunale allo Sport, Martina Riva, “Sono tutte proposte di buon senso. Inter e Milan sono due eccellenze della nostra città, e penso che lo sport debba venire prima dello stadio come edificio: dobbiamo mantenere un approccio razionale alla questione. Quello che le squadre ci stanno offrendo è di costruire uno stadio moderno, pienamente accessibile, sostenibile energeticamente, e una riqualificazione di uno dei quartieri più complessi della città, a costo zero per il Comune”.

“Di fatto – ha sottolineato Riva – questo progetto renderebbe quell’area pienamente fruibile, con, per di più, 100mila metri quadrati di verde pubblico deputato, tra le altre cose, allo sport di base. Verrebbe eliminato l’attuale, odioso problema delle barriere architettoniche e sarebbe ridotto al minimo l’impatto ambientale ed acustico del nuovo impianto. E oltre a tutto questo garantiremmo a Milan e Inter un impianto all’avanguardia, che permetterebbe loro di competere alla pari con le principali squadre europee, come non avviene più da troppi anni”.

Le soluzioni, secondo l’assessore Riva, sono due: “realizzare il nuovo stadio, chiedendo alle squadre di accogliere i miglioramenti che sono stati indicati nell’ordine del giorno; oppure dire no al nuovo stadio, ma in questo caso vi sarebbe la concreta possibilità che le squadre se ne vadano da Milano. Una conclusione che, da cittadina prima che da amministratrice, ritengo che vada evitata. A tutto questo si aggiunga che, in ogni caso, per il Comune sarebbe economicamente insostenibile ristrutturare il Meazza e poi mantenerlo senza il supporto economico di un terzo soggetto. Il rischio sarebbe quello di ritrovarci con uno stadio enorme, molto gravoso da mantenere, e che potremmo poi trovarci a dover demolire a nostre spese, non riuscendo ad utilizzarlo adeguatamente, e senza avere avuto nemmeno il vantaggio di una riqualificazione dell’area intorno allo stadio. Penso che il destino del calcio milanese sia anche nelle nostre mani e che Milano debba continuare a giocare un ruolo da protagonista. Non dobbiamo lasciarci sfuggire l’occasione di fare un salto di qualità: dal punto di vista sportivo e dal punto di vista della riqualificazione urbanistica” ha concluso l’assessore.

Secondo il capogruppo del Pd a Palazzo Marino, Filippo Barberis, la votazione dell’ordine del giorno è stata “difficile, da cui la maggioranza esce difendendo la propria autonomia e allargando il consenso a una parte delle opposizioni. Continueremo a lavorare per allargare il consenso sul progetto in maggioranza, esigenti verso le squadre e sempre a tutela dell’interesse pubblico”.

“Il futuro dello stadio di San Siro è una questione delicata e divisiva. Non ci sono opinioni discordanti solo all’interno della maggioranza ma in ogni singola parte politica – ha sottolineato Barberis, riferendosi alle accuse lanciate dalle opposizioni a proposito divisioni interne alla maggioranza – . Abbiamo sempre cercato di tirare fuori il meglio da questo intervento, non possiamo ostacolare la libertà delle squadre nel contesto di una metropoli internazionale. Non possiamo far finta che le squadre non vogliano andarsene visto che sono tre anni che lo dicono. Possiamo fare gli oltranzisti e trovarci con un pugno mosche in mano, non sapendo cosa fare di un’area abbandonata oppure cercare di trovare dei punti d’incontro. Noi ci siamo mossi sempre all’interno del parere della Sovrintendenza, che ha detto esplicitamente che non c’era il vincolo. Sgarbi quindi lancia pareri incoerenti. Il vincolo rischia di essere la morte di quella struttura perché se non si può toccare rimarrà abbandonata. Vogliamo assumerci le nostre responsabilità o lanciare invettive solo contro cemento e speculazione?”.

Il parere favorevole della giunta è arrivato dall’assessore alla Rigenerazione Urbana, Giancarlo Tancredi: “Questi proposti sono tutti elementi che arricchiscono la proposta ma ora la giunta, prima di riconoscere o meno l’interesse pubblico, dovrà aprire altro confronto le squadre”.

Lega e Fratelli d’Italia hanno votato compatti contro l’odg e Alessandro Verri, capogruppo della Lega, ha sottolineato: “La Lega è a favore di uno stadio nuovo e di 1,3 miliardi di investimenti sul territorio, ma chiaramente votiamo contro questo odg della maggioranza, chiesto dal sindaco perché la maggioranza è spaccata, che arriva nove anni l’inizio della discussione sul nuovo stadio. Si deve velocizzare. La maggioranza vuole solo chiedere ulteriori vincoli, rallentando ancora di più il processo. Un atteggiamento che va contro la Milano veloce e competitiva”.

Dall’opposizione, Forza Italia, rappresentata in Aula dai consiglieri Alessandro De Chirico e Gianluca Comazzi, invece, ha votato a favore. De Chirico ha affermato come “Forza Italia è da sempre a favore dello sviluppo della nostra città. Votare contro avrebbe significato rinnegare quella che fu la buona amministrazione del centrodestra che ideò CityLife, Porta Nuova, Santa Giulia, Cascina Merlata. Il modello di rigenerazione urbana del quartiere di San Siro non può prescindere dallo studio metodologico di densificazione realizzato dall’ingegner Verga e l’architetto Roj. Per questo abbiamo chiesto che venisse inserito il riferimento nel testo presentato dai colleghi di maggioranza. Una riqualificazione del quartiere che non può prescindere dai fondi privati. Ora speriamo che le squadre velocizzino la progettazione del nuovo impianto di Milano”.