Fnm, piante e rigenerazione al centro del quarto appuntamento con “Essenziale”

Quarto appuntamento con “Essenziale”, il ciclo di incontri organizzato da Fnm al cinema Anteo di Milano per discutere di temi che riguardano tutti noi. La serata del 16 marzo è dedicata a “Intelligenze vegetali. Le piante, noi e altri viventi”, un dialogo tra il presidente di Fnm Andrea Gibelli e la scrittrice Alessandra Viola, autrice di vari libri tra cui “Verde brillante. Sensibilità e intelligenza del mondo vegetale”. Il focus del dibattito è la capacità delle piante di comunicare e creare relazioni. Per questa capacità di adattamento Fnm, con il progetto Fili, pone l’attenzione sulla riforestazione, da Cadorna fino a Malpensa: un modo per riempire “la dorsale grigio rossa” della ferrovia e della pista ciclabile, con una linea verde di alberi di medio e alto fusto.

“Le piante costruiscono una rete di comunicazione tra loro – sottolinea Gibelli – La parola rete, per noi che ci occupiamo di mobilità, diventa il fattore più famigliare. Siamo portati a considerare ancora gli esseri viventi di tipo vegetale così diversi da noi e far emergere una gerarchia”. Gibelli sottolinea la capacità di adattamento delle piante e di come le città possano progettare la loro mobilità del futuro sulle piante: “Ci danno la lente per concepire le città e la mobilità in termini più simili agli esseri vegetali. Questi ultimi hanno una capacità più ampia di riposizionamento di fronte all’incidente, come dimostra quello che è successo a Hiroshima e Nagasaki. In quelle due città un albero che era a pochi metri dall’esplosione nucleare, a distanza di oltre 70 anni, è riuscito a rigenerarsi. È un esempio di come dobbiamo cambiare mentalità di progettazione. Quando si parla di mobilità, la risposta del pendolare è quella di vedere le periferie, capannoni, condomini, una prospettiva molto lontana da quello di cui l’individuo ha bisogno. Piantando invece alberi non c’è pericolo che qualcosa si rompa. Non bisogna trovare una nuova competizione nel concetto di sostenibilità, l’uomo deve cambiare il punto di vista, imparare a guardare le città in maniera diversa e dare quella nuova prospettiva”.
Le piante sono centrali in “Fili”, progetto di rigenerazione urbana ed extraurbana di Trenord e Fnm: “Il nostro progetto è su 54 km, arriva fino a Malpensa e prevede l’affiancamento di una pista ciclabile. Così si tornano a fare rivivere anche i non luoghi, dando alla pianta un senso all’interno della comunità. Il progetto di rigenerazione urbana in Cadorna su una piattaforma di 70mila metri quadrati è particolare, essendo affianco al parco Sempione, abbiamo creato ‘la fabbrica dell’ossigeno’. Ci sono due esigenze in Lombardia, ritematizzare la parola fabbrica e risolvere la qualità dell’aria della regione che è tra le peggiori d’Europa. Con questa ‘fabbrica dell’ossigeno’ si potrebbe arrivare ad andare in stazione per prendere una boccata d’aria”.
Gibelli ricorda che anche nel secondo progetto di Fili le piante hanno un ruolo centrale: “Il progetto di Bovisa è gestito dal Politecnico ed è in un’area industriale dismessa. Nel progetto di Renzo Piano c’è un parco di 40 ettari e verrà bonificato in modo innovativo. Una parte del parco verrà bonificata dagli alberi, che hanno grande capacità di ripulire il territorio dai danni provocati dall’industrializzazione” conclude Gibelli.
“È importante l’idea di creare il filo verde, di discuterne e parlarne, non avendo un progetto che ci cala dall’alto, ma che entrano a fare parte di una comunità – sottolinea Alessandra Viola. Piantare un albero significa mettere un altro essere vivente a vivere insieme ad altri, in una comunità. Le piante sono altre intelligenze con le quali rapportarci. Comunicano, hanno tutti e cinque i nostri sensi, più altri. La rivoluzione verde della quale tanto si parla oggi può iniziare da un nuovo rapporto che dobbiamo avere con le piante, un nuovo modo di riconoscere gli esseri vegetali, che passa dai diritti. Le piante non hanno dei diritti, mai nessuno si è mai posto il problema. La scienza conferma che le piante sono indispensabili al nostro benessere e sono sensienti eppure continuiamo a sentirci i padroni del mondo”.