Abba, a Cassina de’ Pomm una targa per ricordare il giovane ucciso nel 2008: “La sua memoria aiuti a rifiutare il razzismo”

È stata svelata sabato 25 marzo al giardino pubblico Cassina de’ Pomm la targa dedicata ad Abba (Abdoul Guiebre), ragazzo di 19 anni del Burkina Faso ucciso a sprangate in via Zuretti la notte del 14 settembre 2008 da padre e figlio gestori di un bar convinti che il ragazzo avesse rubato l’incasso ma che in realtà si trattava di un pacco di biscotti.

“Affinché la memoria del suo omicidio serva a comprendere la necessità di rifiutare la violenza, l’odio e il razzismo per costruire città inclusive e una società di uguali”. Queste le parole incise sulla targa. Erano presenti alla cerimonia l’assessore alla Cultura, Tommaso Sacchi, il presidente del Municipio 2, Simone Locatelli, il Comitato “Per non dimenticare Abba e fermare il razzismo” e la sorella e la zia del ragazzo.

“Una targa che fa parte del progetto ‘Milano è memoria’ – ha ricordato Sacchi – . Un momento importante che abbiamo condiviso con la sorella e la zia di Abba che sono venute in Italia per l’occasione. È giusto ricordare affinché la memoria serva a rifiutare violenza e razzismo. Milano è una città di uguaglianza, di ponti, di pace, di dialogo e contro il razzismo”. “Il nostro ricordo dura da quella dannata mattina – ha detto Salam, membro del ‘Comitato non dimenticare Abba‘ – . Da quel momento come comitato, insieme agli amici ai familiari, abbiamo sempre vissuto momenti per ricordare perché la memoria deve servire a creare anticorpi contro il razzismo, la xenofobia e il fascismo”.

Il razzismo, ha sottolineato poi, in Italia è “parte delle istituzioni. Per migliorare la situazione, anche a Milano, ad esempio all’Ufficio Immigrazione di via Cagni”, fuori dal quale ogni domenica si creano lunghe file di richiedenti asilo, “serve trattare le persone straniere con dignità”. “Finché le istituzioni non creeranno delle condizioni di dignità per chi arriva nel nostro Paese la società non imparerà a farlo. C’è una legittimazione del razzismo a partire anche dalle istituzioni e questo porta a una violenza che non è controllabile e che poi porta alla morte, come nel caso di Abba. Se le persone straniere continueranno a essere criminalizzate dalle istituzioni non avranno mai la possibilità di essere rispettate”, ha concluso.