Famiglia Meneghina, sei mesi di incontri in città per il centenario della Fondazione

(foto Mianews/Cer)

La Famiglia Meneghina compie 100 anni e festeggia presentando il volume “Una voce lunga un secolo”, domani, mercoledì 26 giugno, alle 11.00, in Sala Alessi, a Palazzo Marino.

Nata nel giugno del 1924, in una trattoria dietro al Duomo, la Famiglia Meneghina è fin da subito un circolo aperto a tutti, adulti e bambini, con una peculiarità: per la prima volta anche le donne potevano iscriversi autonomamente, con pari dignità dei soci uomini. Una vera rivoluzione per l’epoca. Dopo un primo vagabondare tra ristoranti, offellerie e aule di liceo, nel 1933, il sodalizio trova una sede stabile a Palazzo Turati, in via Meravigli, dove rimarrà per oltre 50 anni, fino alla sfratto del 1989, che costringerà la Meneghina a un nuovo peregrinare tra varie sedi e denominazioni, fino ad approdare a quella attuale, a Palazzo Spinola, e a un nuovo nome e status: Associazione Culturale Biblioteca Famiglia Meneghina-Società del Giardino.

I soci della Meneghina si sono sempre sentiti “corpo vivo della città, con il teatro”, avevano una loro compagnia di prosa e rivista molto rinomata, “le arti figurative e le conferenze colte”, capaci di “coniugare approfondimento” ad alto livello e “divulgazione alla portata di tutti”, come ha raccontato Alessandro Gerli, attuale presidente dell’Associazione che, insieme a Roberta Cordani è l’anima di quest’opera celebrativa. Tra le mission della Famiglia Meneghina c’era anche la preservazione del dialetto, pratica invisa al regime fascista, tanto da mettere sotto stretta sorveglianza il club. Cuore pulsante della Meneghina sono da sempre la sua produzione editoriale (almanacchi, strenne, gazzette sociali, studi monografici) e la biblioteca in cui è custodito un patrimonio di 11.000 titoli moderni (post 1830), più di 500 volumi antichi (dal 1503 al 1830) e 500 manoscritti (dal 1870 al 1960), raccolte di periodici, come l’irriverente Guerin Meschino, giornale satirico nato dalla penna sferzante dei giovani scapigliati milanesi a fine ‘800, e una cospicua collezione di opuscoli rari, mappe, disegni, manifesti, locandine teatrali, fotografie, tutto a tema Milano. Un unicum nel panorama cittadino, tanto da “poter essere considerata la memoria storica della città”, come ha sottolineato il direttore Area Biblioteche-Comune di Milano Stefano Parise, nel capitolo a lui affidato, una testimonianza della “più autentica interpretazione dello spirito meneghino, una comunità aperta, accogliente, viva”, come ha scritto il governatore lombardo Attilio Fontana, nell’introduzione. Da 30 anni, la biblioteca, il cui nume tutelare è il poeta Carlo Porta, cantore della milanesità, è aperta al pubblico per la consultazione in sede.

Sfogliando le oltre 300 pagine di questo “album di famiglia”, come l’ha definito il sindaco Giuseppe Sala, si scoprono e riscoprono personaggi, personalità, storie, aneddoti e curiosità del capoluogo lombardo, tratteggiati da voci autorevoli del panorama cittadino, oltre a ricordare i generosi contributi della Meneghina, come, ad esempio, la donazione del coperchio in argento, opera di Nando Conti, per il fonte battesimale della basilica di Sant’Ambrogio, o la pubblicazione, nel 2012, in collaborazione con Società del Giardino e Casa Manzoni, de I promessi sposi illustrati con le tavole ottocentesche di Giacomo Mantegazza, rimaste inedite fino ad allora. Secondo Giangiacomo Schiavi, giornalista del Corriere della Sera, il libro della Meneghina è “un atlante del cuore, un canto per Milano, una passeggiata nella storia” con lo sguardo rivolto al futuro. Le prossime presentazioni saranno il 17 settembre in Confcommercio, il 24 ottobre in Sala Buzzati e il 28 novembre alla Società Umanitaria.