Apre l’intera tratta della M4, dall’aeroporto di Linate a San Cristoforo 21 fermate e treni ogni 90 secondi

Foto Mianews

Taglio del nastro, sulle note di ‘O mia bela Madunina’ alla stazione di San Cristoforo per l’inaugurazione dell’intera tratta della M4 che arriva fino a Linate. Alla cerimonia che era stata aperta dall’inno nazionale, sono intervenuti il sindaco Giuseppe Sala, con il ministro dei Trasporti Matteo Salvini, l’ad della società costruttrice Webuild, Pietro Salini. Hanno partecipato anche il vicepresidente della Regione Marco Alparone, i vertici di Atm a partire dall’ad Arrigo Giana, l’ad di Sea Armando Brunini, l’ ad di MM Francesco Mascolo. Prima della cerimonia è stata anche scoperta la targa in ricordo di Raffaele Ielpo, l’operaio morto il 13 gennaio 2020 durante i lavori per la realizzazione della M4.

La  M4 attraversa tutta la città, unendo in meno di 30 minuti di viaggio i quartieri a ovest di Milano, come San Cristoforo e Lorenteggio, con quelli a est e con l’aeroporto di Linate, passando per il centro città. Con le sue 21 fermate e i suoi sette punti di interscambio si integra con il sistema dei trasporti cittadini, collegandosi a tre linee metropolitane esistenti – con la M2 a Sant’Ambrogio, con la M3 a Sforza Policlinico e con la M1 in piazza San Babila – e a tre stazioni delle Rete Ferroviaria Italiana San Cristoforo, Dateo e Forlanini.  Sono 150 mila i passeggeri giornalieri attesi da Atm sulla nuova linea. La frequenza delle corse a regime è 90 secondi, con 42 treni in servizio.

“Noi le cose le diamo per scontate, ma questa è veramente un’opera epocale, negli ultimi 20 anni credo sia l’opera più importante nel nostro Paese”, ha detto Sala.  “Questo non è un punto di arrivo, ma è un nuovo punto di partenza perché il trasporto pubblico e in generale le metropolitane sono fondamentali, stiamo lavorando con il Governo per rendere fattibile i prolungamenti verso Baggio, verso Segrate, verso Monza e poi c’è il sogno dell’ultima metropolitana milanese, la M6, lì siamo ancora un po’ indietro, ma insomma di lavoro ce n’è”.

Salvini “da milanese” si è detto “orgoglioso del passato del presente e del futuro. Se avessero prevalso i ‘no’ non avremmo avuto Expo e le Olimpiadi” quindi ha detto “evviva Milano e quella parte di Italia che crede nei ‘sì'”.