Maroni e “Il rito ambrosiano”: pragmatismo ‘contro’ liturgie romane

Dopo la decisione di non ricandidarsi né alla guida della Lombardia né per le elezioni politiche del marzo scorso, Roberto Maroni, ora impegnato a Pavia con la Scuola di pragmatica politica, torna in libreria con una nuova opera (edita da Rizzoli), in uscita il 6 novembre. E già nel titolo “Il rito ambrosiano – per una politica della concretezza”, è una sorta di elogio al pragmatismo milanese, che l’ex ministro contrappone alle liturgie romane. “La differenza tra Roma e Milano, tra rito romano e rito ambrosiano, sta tutta qua. Il primo è liturgia, lentezza, procedure. Il secondo concretezza, rapidità, efficienza”, si legge in un passaggio della prefazione sul sito di Rizzoli.

L’ultimo libro di Maroni, “Il mio Nord. Il sogno dei nuovi barbari” (Sperling & Kupfer), risale al 2012, anno in cui prese la guida della Lega, in quel momento travolta dagli scandali. Le pagine di questo nuovo volume tracciano dunque “l’elogio di un approccio alla politica privo di steccati ideologici, che non si pone come obiettivo una mera occupazione degli spazi del potere, capace di andare contro le rendite di posizione e le beghe di palazzo. Una netta distinzione, quella tra rito romano e rito ambrosiano, che si è evoluta nel tempo e che appare oggi, se possibile, ancora più accentuata”. L’ex ministro però parla anche dei primi mesi di governo Lega -M5S e – si legge nella prefazione online – non risparmia consigli e suggerimenti ai due partiti di maggioranza. La presentazione del libro è in programma il 6 novembre a Varese.

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