Incendi, dalla Commissione antimafia sì a un’indagine conoscitiva sul ‘sistema rifiuti’

E’ stata approvata oggi all’unanimità in Commissione Antimafia, anticorruzione, trasparenza e legalità, la proposta di istituire una indagine conoscitiva sullo stoccaggio e il traffico illecito di rifiuti, con riferimento all’aumento dei casi di incendi e particolare attenzione alla presenza delle organizzazioni mafiose.
“I recenti incendi che hanno coinvolto l’area milanese hanno reso quanto mai urgente e attuale l’istituzione di questa indagine conoscitiva –sottolinea la Presidente della Commissione Antimafia Monica Forte (M5Stelle)- anche perché, come evidenziato anche dal Ministro Costa e dal sostituto procuratore nazionale antimafia Roberto Pennisi, la gestione dei rifiuti è oggi il nuovo businnes delle mafie. Pertanto questo tema non può più essere affrontato solo con un approccio di natura ambientale o legato alla ricerca e sperimentazione di innovazioni tecnologiche gestionali, ma deve investire anche e soprattutto ambiti di sicurezza e legalità, con azioni di prevenzione e contrasto al rischio di nuove ingerenze della criminalità organizzata”.
La proposta istitutiva, a cui la Commissione sta lavorando da fine settembre, una volta presentata formalmente con il programma dettagliato delle azioni e delle iniziative che si intendono sviluppare, dovrà essere approvata dall’Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale. Nel rispetto di quanto contenuto nell’art.20 dello Statuto d’Autonomia e nell’art.42 del Regolamento generale del Consiglio regionale, “le Commissioni svolgono indagini conoscitive per acquisire notizie e documenti di interesse per l’attività del Consiglio regionale e, a tal fine, procedono all’audizione e alla consultazione di tutti i soggetti che possono fornire elementi utili all’attività di indagine e predispongono un programma organizzativo e finanziario da sottoporre all’approvazione dell’Ufficio di Presidenza del Consiglio. Compiuta l’indagine, la Commissione approva un documento conclusivo o nomina un proprio relatore in Consiglio”.

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