Trenord, bus al posto dei treni su linee meno frequentate: il piano contro ritardi e cancellazioni

Con l’introduzione dell’orario invernale – il 9 dicembre – i treni regionali sulle linee meno frequentate e più periferiche potrebbero essere sostituiti da autobus, con l’obiettivo di arginare il disservizio causato da ritardi e soppressioni. La proposta infatti – ha confermato l’ad di Trenord Marco Piuri in audizione in commissione Territorio e Infrastrutture al Pirellone – è stata approvata dal cda della società due giorni fa e ieri è stata inviata alla Regione che ora dovrà analizzarla. “Io ci sono da un mese e mezzo, non sono Superman – ha premesso Piuri- . La prima preoccupazione è stata dire ‘c’è un cambio orario, cerchiamo di utilizzarlo per ridurre le criticità‘“. Il piano per il momento riguarda il solo periodo invernale (fino a giugno) e si concentra sui treni che registrano meno di 50 viaggiatori a corsa “Di fatto – ha sottolineato l’ad – solo l’1% dei passeggeri, cioè 7 mila viaggiatori su 750 mila” che ogni giorno usano il treno in Lombardia. In questo modo Trenord conta di far fronte a due delle principali cause di ritardi e soppressioni e cioè, l’età di una parte di flotta più soggetta a guasti e la carenza di personale. “Non tocchiamo ‘il cuore del sistema’ – ha assicurato ancora l’ad di Trenord – e non crediamo di peggiorare il servizio o di penalizzare neanche questi 7 mila viaggiatori che anziché andare in stazione e trovare un treno soppresso troveranno anzi un autobus certo che li porterà a destinazione”. Tra le linee interessate dal nuovo piano, la ‘Codogno, Cremona Mantova’, la ‘Vercelli – Pavia’, la ‘Mortara-Pavia’, la ‘Seregno- Carnate’ e la ‘Bornate- Rovato’.

Nei primi dieci mesi del 2018, è stato ricordato durante l’audizione “il servizio offerto da Trenord si è progressivamente degradato“, con una puntualità media del 79% contro l‘84% del 2017 e con il 5,1% delle corse che subisce una soppressione totale o parziale contro il 2,5% dello scorso anno. Le cause, ha precisato l’ad Marco Piuri “in quasi la metà dei casi”, non dipendono da Trenord, ma da “fattori esterni” infrastrutturali, come binari unici, lavori sulle linee o problemi in ingresso o in uscita in nodi strategici come Cadorna e Centrale “ormai al limite della capacità”. Le soppressioni imputabili all’azienda regionale di trasporto sono dovute invece soprattutto ai treni che hanno un’età media di 20 anni (si va dai 9 anni di età media della flotta di proprietà di Fnm, ai 32 di età media di quella di proprietà di Trenitalia) e alla carenza di personale, con 200 unità in meno rispetto all’organico previsto. Questo a causa del blocco del turnover e della riduzione degli straordinari, ma anche per casi crescenti di ‘inidoneità temporanee’ e cioè ad esempio di capitreno che, con certificato medico, si astengono per un periodo dal servizio per motivi di stress. Il piano presentato alla Regione, secondo Trenord, introducendo quindi autobus sostitutivi al posto dei treni sulle linee meno frequentate, consentirebbe da un lato di ‘recuperare’ addetti da poter impiegare su altre direttrici e dall’altro di togliere dalla circolazione i mezzi più vecchi. “L’obiettivo – ha detto l’ad – è arrivare a ridurre del 50% le soppressioni di nostra responsabilità”.

Le penali che Trenord dovrà pagare alla Regione per il ‘mancato servizio’ per il 2018 sono stimate in “26 milioni d euro” di cui “oltre 10 milioni” saranno per i bonus che vengono riconosciuti agli abbonati come indennizzo in mancanza degli standard minimi di affidabilità prestabiliti.

“Analizzeremo il piano, il nostro obiettivo è di tutelare i pendolari, se per farlo e Trenord mi dice che è l’unica soluzione che devo sacrificare un treno che non è in una fascia di pendolari, che porta venti persone, se si deve farlo si fa, ci si assume la responsabilità anche se deve costare politicamente, va bene”: lo ha detto l’assessore regionale ai Trasporti Claudia Terzi intervenendo in commissione Territorio e Infrastrutture al Pirellone dove l’ad di Trenord Marco Piuri ha illustrato questa mattina il piano per l’orario invernale, che prevede bus sostitutivi ai treni sulle linee meno frequentate e più periferiche del trasporto ferroviario regionale.
Terzi, come già fatto in passato, ha sottolineato che “la situazione” del trasporto ferroviario regionale “è obiettivamente insostenibile” e, ha detto “lo è ancor più per i cittadini”.
“Tutti dobbiamo assumerci la responsabilità di un sistema che fa schifo e dobbiamo trovare il modo di superare quest’emergenza, in parallelo a interventi strutturali”, ha proseguito. “Dobbiamo ripartire con un obiettivo solo, che è tutelare i pendolari – ha infine ribadito – questo è l’obiettivo che è stato dato a Trenord rispetto al piano che ieri ci hanno inviato”.

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