Casa della Carità, il presepe richiama il dramma dei migranti: Sacra Famiglia rappresentata sul gommone

Quest’anno sono due i Presepi allestiti nella sua sede dalla Casa della carità. Uno all’esterno, sotto le scale dell’ingresso, e uno nella cappella al secondo piano. Il primo – spiega la struttura di accoglienza di via Brambilla – è ispirato al Vangelo di Luca e in particolare al verso “Per loro non c’era posto”. Il secondo prenderà forma la notte di Natale, durante la celebrazione della Santa Messa, con la deposizione di Gesù nella mangiatoia: una sistemazione povera e umile, ma allo stesso tempo calda e accogliente. “Per noi un monito a essere quotidianamente luogo di solidarietà aperta e di giustizia, di pace e di fraternità per tutti”, spiega don Virginio Colmegna, presidente della Casa della carità.
“Siamo convinti che la Natività sia una storia di straordinaria contemporaneità, che continua a parlare al nostro presente. Per questo, nel Presepe allestito all’esterno, abbiamo ripreso la frase del Vangelo di Luca, per riflettere su quanto accaduto a Maria e Giuseppe, che in cerca di un riparo per la notte, si sono sentiti rispondere ogni volta che per loro posto non ce n’era”, dice don Colmegna.
Nell’allestimento esterno, anziché su un asinello, la Sacra Famiglia viaggia su un gommone. Spiega Iole, operatrice della Casa della carità che insieme alla collega Chiara e ai volontari Gigi e Gianni si è occupata della costruzione del Presepe: “L’idea di realizzarlo in questo modo è nata mesi fa, dopo la vicenda della nave Aquarius, che per giorni e giorni, dopo il no dell’Italia, ha girovagato da un porto all’altro per trovare un approdo in un Paese europeo che accogliesse i migranti salvati dal naufragio”.
Circondato da boe e rotoli di filo spinato, il gommone di Maria e Giuseppe – spiega la Casa della carità – viaggia sotto un cielo buio. E dalle acque del mare emergono mani, a simboleggiare le migliaia di persone che in questi anni hanno perso la vita durante la traversata, alla ricerca di un futuro migliore in un’Europa, che invece li esclude alzando muri e barriere di filo spinato.
“Sappiamo di aver scelto un’immagine molto forte per un Presepe – spiega Iole – ma è quello che hanno vissuto Maria e Giuseppe, che alla loro richiesta di aiuto, si sono sentiti rispondere no da tutti. Lo stesso no che è detto oggi a quell’umanità bisognosa che bussa alle nostre porte”.
Per quanto riguarda invece il senso del Presepe che sarà completato la notte di Natale, quando Gesù sarà deposto nella mangiatoia, don Virginio aggiunge: “Vogliamo sottolineare che noi, e fortunatamente non solo noi, nonostante il clima di ostilità e rancore, vogliamo continuare ad accogliere e a praticare un’ospitalità fatta col cuore, di calore, che vuole rompere solitudini e abbandoni, e non un’ospitalità meramente assistenziale. Questo per noi è il senso del Natale e l’attualità della Natività”.

SARDONE: MESSAGGIO IDEOLOGICO – La scelta della Casa della Carità suscite anche polemiche: “Nuovo presepe ‘immigrazionista’ anche a Milano – afferma Silvia Sardone, consigliere comunale e regionale di centrodestra -. Alla Casa della Carità di Via Brambilla è spuntato all’entrata un presepe con un chiaro messaggio ideologico: la Sacra Famiglia è raffigurata come famiglia di migranti su un gommone. Nella scena anche una scritta ‘Per loro non c’era posto’, filo spinato ovunque e delle mani nell’acqua che rappresentano immigrati che affogano. Insomma l’ennesimo tentativo di sfruttare simboli del Natale per lanciare messaggi politici e rovinare le nostre tradizioni. Dopo le polemiche dei giorni scorsi in alcune scuole dove si cerca di cancellare il Natale, ora ecco il Presepe usato come clava pro immigrazione”. Così in una nota Silvia Sardone, consigliere comunale e regionale del Gruppo Misto. “Tra l’altro che i genitori di Gesù non fossero profughi è cosa nota e quindi reinterpretare il Presepe per fare politica è veramente squallido – prosegue Sardone -. Ormai la Casa della Carità è diventata ‘strumento’ di lotta politica: periodicamente da qui giungono messaggi contro le politiche sulla sicurezza, contro la lotta all’immigrazione clandestina, è diventata sede privilegiata per convegni e iniziative pro regolarizzazione dei clandestini e per l’accoglienza a tutti i costi. Il Presepe politico è solo l’ultima trovata per fare becera propaganda di sinistra. E’ solo l’ennesimo tentativo per oscurare le nostre tradizioni, la nostra storia, la nostra cultura e i nostri valori con messaggi distorti. Certa sinistra e certi ambienti legati all’accoglienza sono sempre più ossessionati dall’immigrazione: infilano messaggi pro migranti anche dove non dovrebbero.”

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