Occupazioni abusive, 9 arresti e sgomberi al Giambellino-Lorenteggio: per inquirenti una ‘rete’ per ottenere il consenso nel quartiere

I Carabinieri del Comando Provinciale di Milano hanno eseguito stamani, nei quartieri di Lorenteggio e Giambellino, un’ordinanza di misura cautelare emessa dal gip del Tribunale di Milano nei confronti di 9 persone – 7 italiani, un colombiano e un peruviano – appartenenti all’area antagonista milanese, ritenute responsabili di associazione per delinquere finalizzata all’occupazione abusiva di immobili di proprietà pubblica e alla resistenza a pubblico ufficiale. Eseguito anche il sequestro preventivo di 9 appartamenti Aler abusivamente occupati.
Le persone destinatarie delle misure cautelari sono tutte appartenenti all’area antagonista milanese e membri del Comitato abitanti Giambellino Lorenteggio. Sette di questi sono già stati fermati, mentre dei 2 in stato di latitanza uno si trova all’estero. Gli appartamenti abusivamente occupati individuati dai militari, e ora in corso di sequestro preventivo, sono 9, ma sono almeno 50 – spiegano gli inquirenti – le abitazioni interessate dal fenomeno al centro dell’indagine avviata nell’ottobre 2016. Gli indagati a vario titolo nell’operazione “Domus libera” sono 75: oltre ai gestori delle occupazioni abusive, facenti capo al Comitato, ci sono alcuni degli stessi inquilini occupanti o membri di gruppi dell’antagonismo milanese, accusati di resistenza violenta nei confronti delle forze dell’ordine durante i controlli.

INQUIRENTI: OBIETTIVO CONSENSO E CONTROLLO DEL TERRITORIO – Dalle indagini coordinate dal sostituto procuratore presso il tribunale ordinario di Milano Alberto Nobili sulle occupazioni al Giambellino-Lorenteggio è emerso che lo scopo dell’azione criminosa dei 9 arresti domiciliari non era il lucro, ma la creazione di consenso per il controllo del territorio, nella fattispecie in una zona sensibile come quella della periferia Sud-Ovest della città. Con questo fine, le case erano assegnate a persone di “una certa aderenza e visione politica vicina al comitato”, ha spiegato il procuratore.
“Agli occhi di molti residenti nelle abitazioni occupate questi erano dei sorta di Robin Hood – ha aggiunto Nobili nel corso della conferenza stampa presso il comando di via Moscova -, ma in realtà era un atteggiamento falso e ipocrita perché il loro obiettivo era chiaro: controllo del territorio e in qualche modo anche degli inquilini, anche al fine di ottenere aiuto in caso di verifiche delle forze dell’ordine”.

IL COMITATO: “LA NOSTRA E’ LOTTA, NON RACKET” – Gli arresti effettuati dai carabinieri nel quartiere Giambellino-Lorenteggio coinvolgono esponenti del comitato Comitato Abitanti Giambellino Lorenteggio. “Oltre a diversi sgomberi, fra cui quello della base di solidarietà popolare e quello di diverse case di famiglie che si organizzano nel comitato – si legge in un post su Facebook del comitato -, stanno in questo momento venendo effettuati diversi arresti a vari membri del comitato. Sembra che ci sia contestato un reato associativo”. “Lo iniziamo già a dire: noi non molliamo! Chiediamo solidarietà già da sta mattina”. “Ci accostano al racket – prosegue il comitato -. Chiunque abbia un po’ di sale in zucca conosce la differenza fra lottare ed essere un racket. Noi non abbiamo mai preso soldi per nulla, perché noi non siamo una cricca di mafiosi, ma un comitato di solidarietà. E la differenza fra queste due cose è abissale. Rispediamo quindi al mittente con una grassa risata questa infame accusa”.

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