Assalto al portavalori, polizia arresta banda di professionisti delle rapine: il colpo nel 2016 fruttò un bottino da 4 mln di euro in gioielli

Solo attraverso un lungo lavoro di controllo sui tabulati telefonici e alle analisi di alcune tracce ematiche ritrovate dalla Polizia Scientifica sul luogo della rapina è stato possibile arrestare 6 dei 7 membri del gruppo criminale che, il 15 ottobre 2016, hanno dato l’assalto a un furgone portavalori a Bollate portandosi via un bottino di oltre 4 milioni di euro in gioielli di marca Bulgari.
Le indagini, condotte dal Procuratore Aggiunto Laura Pedio e dal Sostituto Procuratore Isabella Samek Lodovici, hanno permesso di stabilire l’attività del gruppo criminale nel Foggiano portando ieri all’arresto di Mavellia Francesco (43 anni), Lista Catello (42), Quitadamo Antonio (43), Valerio Carmine (41), Dassisti Raffaele (28) e Scirpoli Francesco (36). Quest’ultimo, in particolare, sarebbe considerato come un esponente di rilievo del clan Romito di Foggia.
Le modalità della rapina avevano colpito gli inquirenti per la particolare violenza e preparazione. I rapinatori, a bordo di tre auto e armati con fucili a pompa e mitragliatori, erano riusciti a bloccare due furgoni della ditta Trasporto valori Ferrari sulla rampa d’accesso della provinciale n.46 Monza-Rho. Lì, dopo aver fatto scendere e inginocchiare le guardie giurate, avevano tagliato la parte posteriore di quello contenente i gioielli con una tranciatrice elettrica, mentre sull’asfalto erano anche stati sparsi chiodi a 4 punte per impedire alle vetture in transito di avvicinarsi. “Un lavoro da veri professionisti eseguito con calma e preparazione”, ha commentato il dirigente della Squadra Mobile di Milano Lorenzo Bucossi, “e solo i pochi errori che hanno commesso ci hanno consentito di fermarli”. Quando i rapinatori hanno aperto le lamiere del furgone, infatti, uno di loro si è ferito lasciando una traccia di sangue, rilevata dagli agenti della Polizia Scientifica, che si è poi scoperto appartenere a Scirpoli.
Importante è stato anche, come spiegato dal Sostituto Procuratore Lodovici, , il lavoro di analisi su telefonate e messaggi partiti dai cellulari dei rapinatori che hanno permesso di ricostruire gli spostamenti e i sopralluoghi effettuati dagli stessi nei giorni precedenti la rapina. Consentendo, inoltre, di impedire un secondo colpo, sempre ai danni di un altro furgone portavalori, che il gruppo stava organizzando, nel gennaio 2017, in provincia di Bari.

A incastrare il gruppo criminale che lo scorso 15 ottobre 2016 ha messo assegno il colpo al portavalori di Bollate sono state, però, anche alcune particolarità fisiche. “Le immagini registrate dalle telecamere del furgone ci hanno permesso di notare come uno dei rapinatori fosse molto più alto rispetto ai complici, mentre un altro aveva una falange mancante nel dito medio della mano sinistra. Particolare che ci ha così permesso di identificare Antonio Quitadamo (e non Quintadamo come scritto in precedenza, ndr) come membro del gruppo”, ha spiegato Lorenzo Bucossi, dirigente della Squadra Mobile di Milano.
Oltre 4 milioni di euro in gioielli di marca Bulgari: questo il bottino che ha fruttato al gruppo criminale una decina di pezzi unici, appartenenti alla linea “Heritage” e risalenti al 1930, per un valore stimato di circa 400 mila euro l’uno, che quella stessa mattina dovevano essere trasferiti a Pechino via aereo.
Una refurtiva, dunque, difficile da piazzare sul mercato di cui le ultime tracce risalivano all’ottobre 2016, quando un’indagine della Squadra Mobile di Salerno aveva portato all’arresto di D’Abramo Giancarlo Valerio e Correra Maurizio sul telefono dei quali erano state trovate numerose immagini dei gioielli Bulgari rubati. Da quel momento in poi, però, della refurtiva non si hanno più notizie finché la Polizia non viene contatta, nell’aprile 2018, dalla famosa casa d’aste londinese Christie’s che informa gli inquirenti di come due di quei pezzi stiano per essere battuti all’asta a nome di un cittadino di nazionalità turca.
E proprio in Turchia, secondo gli agenti della Polizia, potrebbero trovarsi oggi i pezzi mancanti della collezione “Heritage”, giunti là attraverso i canali internazionali della ricettazione. Un sospetto avvalorato anche da un successivo recupero effettuato a Mannheim, in Germania, quest’estate, quando un altro cittadino turco, diretto al confine con la Svizzera, è stato fermato per un controllo di routine e sulla sua macchina sono stati trovati altri gioielli Bulgari facenti parte del bottino della rapina di Bollate.