8 marzo, oltre 1.800 donne in un anno nei centri antiviolenza convenzionati con il Comune: tra loro 400 sono giovani under 30

Foto Comune di Milano

Sono 1.783 le donne che nel 2018 si sono rivolte ai centri antiviolenza convenzionati con il Comune di Milano. Di queste, la maggior parte (911) ha un’età compresa tra i 30 e i 49 anni, mentre 403 sono ragazze under 30 a cui si aggiungono anche 46 persone non ancora maggiorenni e 46 over 70. Sono alcuni dei dati raccolti dal Comune e forniti in occasione della Giornata internazionale della donna.
Molte delle donne che si presentano agli sportelli o contattano telefonicamente i centri denunciano maltrattamenti fisici (1.203), psicologici (1.245), sessuali (322), di tipo economico (235) o legati a comportamenti persecutori (188). Sono per la maggior parte lavoratrici (891), anche se elevato è anche il numero delle disoccupate (427) e delle studentesse (135). In 87 casi hanno dichiarato di essere casalinghe e in 78 casi di essere pensionate.
In 1.336 casi i loro ‘aguzzini’ sono mariti, ex mariti, conviventi o ex conviventi, partner o ex partner, ma si registrano anche casi in cui la violenza arriva da parte di altri familiari (198) o di persone conoscenti (146).
A tutte queste donne le strutture convenzionate con il Comune hanno offerto ascolto attraverso colloqui telefonici o in sede, assistenza sanitaria, assistenza legale, consulenza psicologica o psichiatrica, facilitando in molti casi la loro presa in carico da parte dei servizi sociali.
“La lotta alla violenza degli uomini sulle donne – dichiara l’assessore alle Politiche sociali Pierfrancesco Majorino – è al centro di tante delle nostre azioni e iniziative e sempre di più si traduce in vari interventi: l’assistenza e la presa in carico delle donne vittime, il sostegno alla loro autonomia e indipendenza per renderle libere dal ricatto degli uomini e da quello invisibile e potente di un modello di sviluppo fondato sul patriarcato, l’azione per la prevenzione e la diffusione di informazioni adeguate. Cerchiamo di far capire alle ragazze e alle donne di Milano che non sono sole di fronte alla violenza. Quella fisica e psicologica”.