Rider, da Milano dichiarato lo “stato di agitazione”: lavoratori chiedono “salario minimo”

Foto dalla pagina Facebook Deliverance Milano

Deliverance Milano, Deliveroo Strike Raiders e Punto di Svolta, le organizzazioni dei rider milanesi annunciano “lo stato di agitazione permanente” e invitano le altre città a fare lo stesso “invitando tutti i colleghi ad unirsi alla lotta per bloccare il servizio e spezzare la coltre di omertà entro la quale Glovo, Deliveroo, JustEat, Ubereats si trincerano”.
“Stanchi delle promesse di un Governo sempre più impegnato a farsi la guerra e a fare la guerra a lavoratori, ai migranti e a tutti coloro che rappresentano un’alternativa allo “Stato di Polizia” che propugnano il Ministro Salvini e il Ministro Di Maio, nauseati dal comportamento di partiti di maggioranza e all’opposizione e dalle istituzioni che hanno saputo solo strumentalizzare la rivolta dei fattorini prestando il fianco alle aziende del food delivery e alle piattaforme digitali più in generale che continuano a godere del proprio “statuto di impunità”, un’immunità criminale che permette loro di giustificare qualsiasi sopruso e ingiustizia perpetrata nel nome della sostenibilità del proprio business e della massimalizzazione del profitto a scapito di lavoratori e utenti, ci mobilitiamo”, scrivono in un comunicato diffuso sui social.
“Se le aziende si rifiutano di aprire un confronto diretto con le rappresentanze autonome dopo il naufragio del Tavolo Riders e continuando a negare diritti sindacali a noi corrieri, non ci resta che invocare la necessità di un salario sociale, un minimo garantito orario che ci permetta di proteggerci dal ricatto del cottimo e dei meccanismi reputazionali, come strumento di emancipazione dal caporalato digitale e dalle oscillazioni del mercato, vogliamo 12 euro lorde perché non possiamo essere noi a pagare il rischio d’impresa perdendo giorno dopo giorno tempo, salute e reddito.
Esclusi dalla contrattazione nazionale e dalla possibilità di vedere applicati i minimi salariali previsti da un CCNL, chiediamo salario minimo garantito per tutte e tutti”, concludono.