Casa della Carità, i numeri di un anno di accoglienza: aiutate oltre 4.600 persone, dall’assistenza legale alle cure sanitarie e psichiatriche

 

Sono state 4.609 le persone, adulti e minori, aiutate dalla Casa della Carità nel 2018 che a 677 di loro ha fornito anche ospitalità nelle sue strutture residenziali. Sono alcuni dati del Bilancio di sostenibilità 2018 della Casa della carità, da oggi on line sul sito sostenibilita.casadellacarita.org.
La Fondazione di via Brambilla, inoltre, ha assistito 1.466 persone tramite il suo centro d’ascolto, ha fornito assistenza legale a 713 persone, effettuato 2.753 visite mediche e psichiatriche, distribuito 59.857 pasti e offerto una doccia e un cambio di biancheria a 1.369 persone senza dimora. Rilevante anche l’impegno sul fronte della cultura: in un anno, infatti, ha promosso e organizzato 164 iniziative culturali, che hanno coinvolto 5.308 cittadini, di cui 780 bambini.
Un impegno per la città possibile grazie a 19.322 donatori, 103 volontari e 126 dipendenti. Proprio sul fronte del lavoro, in un settore spesso segnato dalla precarietà lavorativa, la Casa della carità è andata controcorrente: per il terzo anno consecutivo, sottolinea la Fondazione, il numero dei contratti a tempo indeterminato supera l’80% del totale (82,5% dei dipendenti, per un totale di 66 persone su 80 occupati al 31 dicembre 2018). Fondamentale per il funzionamento di una realtà complessa e articolata come la Casa è poi il sostegno dei volontari: 103 nel 2018, per un totale di 8.819 ore prestate gratuitamente, pari a una valorizzazione economica di 140.574,86 euro.
Per il quarto anno consecutivo, inoltre, il bilancio economico si è chiuso positivamente, a fronte di 4.713.135 euro di entrate e 4.712.853 di uscite. Nel 2018, il 51,5% delle attività della Casa della carità è stato realizzato in maniera gratuita. Questo dato rappresenta i costi per le attività della Fondazione che sono sostenute da donazioni di cittadini e contributi di enti e non sono coperte da fondi pubblici provenienti da progetti, convenzioni o accreditamenti. Tra i servizi per tutte le persone in difficoltà, anche non ospiti della Casa della Carità, c’è il servizio docce e guardaroba aperto tre volte alla settimana e ampliato negli ultimi anni garantendo a tutti la dignità di potersi lavare e cambiare.
Don Virginio Colmegna, presidente della Fondazione Casa della carità, riassume così l’impegno della Casa al fianco della persone più fragili: “Praticare l’accoglienza oggi è sempre più difficile. Ma è quanto mai necessario. Nel 2018, lo abbiamo fatto accompagnati da una frase, che ci ha dato il coraggio di continuare, nonostante egoismo e chiusura sembrassero prevalere: ‘Prima le persone’. Non uno slogan, ma il principio-guida della nostra azione sociale e culturale. Siamo stati una Casa aperta. Sempre. A tutti. Una Casa aperta a chi è in difficoltà, a chi non trova alternative, a chi affronta tanti problemi alla volta; e una Casa aperta agli interrogativi, alle riflessioni, alle contaminazioni tra saperi diversi. Presentare il Bilancio di sostenibilità significa essere trasparenti e rendicontare tutto quello che abbiamo fatto in un anno, come e con quali risorse. Significa anche non chiuderci nell’autoreferenzialità, non essere un ente che eroga solo servizi, ma conservare una carica propositiva culturale e politica, immaginando soluzioni innovative e concrete ai problemi sociali”.
In occasione della presentazione del Bilancio di sostenibilità 2018, la Casa della carità ha organizzato oggi, all’Acquario civico, il dibattito “Il futuro del terzo settore tra apertura e trasparenza” con Stefano Zamagni, presidente della Pontificia Accademia delle Scienze Sociali Cristina Tajani, assessore a Politiche del lavoro, Attività produttive, Commercio e Risorse umane del Comune di Milano, Marco Bentivogli, segretario generale della FIM-CISL, e don Virginio Colmegna.