Carcere e lavoro, a Bollate impianto green di A2A impiega i detenuti nel trattamento dei rifiuti elettronici [videonews]

Presentato oggi al carcere di Bollate l’impianto di trattamento dei rifiuti elettrici ed elettronici (Raee). Il progetto, ideato nel 2010, ha iniziato la propria attività ad aprile 2018 e attualmente impiega cinque detenuti della casa di reclusione con una capacità di trattamento di tremila tonnellate l’anno di rifiuti elettronici ma il cui obiettivo è arrivare a impiegare nell’attività tra le 15 e le 20 persone. Dotato di un impianto fotovoltaico per l’autoproduzione di energia green, l’impianto occupa una superficie di circa 3000 metri quadri ed è gestito dalla società LaboRaee controllata da Amsa del gruppo A2A. “Questo primo anno di attività dell’impianto industriale per rifiuti speciali ha consentito lo sviluppo delle opportunità lavorative per le persone detenute nel carcere di Bollate – ha spiegato la direttrice aggiunta della casa di reclusione Milano Bollate Cosima Buccoliero -. Ciò ha permesso loro di acquisire competenze maggiori nelle tematiche ambientali e di consolidare la sinergia tra imprese pubbliche e private”. L’impianto permette il recupero di metalli, di alcune tipologie di polimeri plastici e di gomma, oltre a componenti informatiche come schede elettroniche, hard disk, processori e alimentatori attraverso lo smontaggio in due sezioni di elettrodomestici di piccole e grandi dimensioni: da una parte cellulari, pc, apparecchiature audio video e giocattoli elettrici, dall’altra televisioni, schermi, lavatrici e lavastoviglie. Il progetto ha ricevuto anche il sostegno di Comune e Regione, per i quali erano presenti l’assessore comunale all’Ambiente Marco Granelli e Raffaele Cattaneo, assessore all’Ambiente e al Clima della Regione Lombardia.
“La Regione ha stanziato per questo progetto due milioni euro ma ha usufruito della collaborazione con altri soggetti per la fornitura delle apparecchiature – ha detto Cattaneo durante la presentazione -.Sarebbe un paradosso se dimenticassimo di recuperare le persone e in un contesto come questo abbiamo bisogno di guardare a tutto, sia alle persone che alla materia, cancellando la parola rifiuto. Si tende a concepire gli altri o certe categorie di altri come una specie di rifiuto umano da chiudere in una discarica per poi buttare via la chiave. Il senso di questo progetto, però, è che tutto è risorsa”. L’assessore regionale ha inoltre ricordato come lo smaltimento di apparecchiature elettriche ed elettroniche ormai obsolete sia un argomento caldo per la Lombardia, dove si producono 60 mila tonnellate di questo tipo di rifiuti contro una media nazionale di 300mila tonnellate. “Questo è un luogo particolare della città, dove le persone compiono un cammino – gli ha fatto eco l’assessore comunale Granelli -. Penso che queste azioni ci dicano che contrariamente al pensiero comune qui si creino esperienze di lavoro interne che poi verranno riversate all’esterno abbattendo il rischio di recidiva e quindi aiutandoci a portare più sicurezza nelle nostre città. Il rifiuto può essere rigenerato e le persone in questo ambiente possono cambiare vita ma per fare questo bisogna lavorare insieme”.
Soddisfazione anche dal gruppo A2A, rappresentato dall’amministratore delegato Valerio Camerano: “Questo è un bellissimo giorno per noi, in cui si unisce lo spirito industriale contenuto nel corredo genetico della nostra azienda con il valore sociale della sostenibilità”. Un argomento, ricorda Camerano, particolarmente sentito dalla Lombardia, che può essere considerata un’area di eccellenza per la sostenibilità. “Questo impianto è un progetto di frontiera di cui siamo particolarmente orgogliosi che permette, oltre al recupero di metalli e materiali elettrici, di utilizzare le risorse in modo quasi perenne. La sua realizzazione è frutto di un grande gioco di squadra, che, oltre al contributo in termini di economia circolare, rappresenta un esempio di inclusione e un’opportunità di sviluppo professionale”.