“Andrò avanti responsabilmente. Al Movimento Cinque Stelle e ad alcuni rappresentanti politici che chiedono le mie dimissioni dico che andrò avanti con più determinazione della settimana scorsa, perché sono convinto di rappresentare quello che Milano vuole”. Lo ha detto il sindaco Giuseppe Sala in consiglio comunale per riferire dopo la condanna per la vicenda sulla Piastra Expo. “È vero – ha continuato Sala in un passaggio del suo intervento -, ho una condanna sulla testa ma sono riuscito a fare un’impresa di alto valore morale, e lo ha riconosciuto anche il tribunale, che voi non riuscirete non dico nemmeno a organizzare ma nemmeno a concepire”. Per quanto riguarda chi ricollega la sua condanna agli ultimi risvolti giudiziari che hanno coinvolto il Partito democratico, Sala ricorda: “Quando dite che devo restituire la tessera del Pd, e che Zingaretti mi deve mandare via, vi esponete al ridicolo. Aspettate almeno che prenda la tessera del Pd.” L’intervento del sindaco è poi continuato senza dimenticare neppure le accuse ricevute via social: “Poi c’è quel consigliere comunale che posta una mia foto scrivendo falsità perché non sono stato condannato per falso ideologico ma per presunto falso materiale. Ma vedremo fra qualche decennio per cosa Milano vi ricorderà”.
Non basta la sentenza a scoraggiare il primo cittadino nel continuare con il proprio operato: “Continuerò a fare politica anche per combattere con tutte le mie forze atteggiamenti del genere e garantisco a voi il mio impegno massimo per il bene della città. Il mio pensiero va a quanti ogni giorno impiegano la loro vita a favore dell’interesse pubblico, è triste pensare quanti sono costantemente messi nel mirino. Riflettiamo insieme su quanti danni l’eccesso di burocrazia possa generare e capiremo insieme quali siano le conseguenze di sentenze come questa. Non parlo di me, ma questo clima non invoglierà tanta gente capace e per bene ad avvicinarsi in particolare ai grandi eventi”. “Adesso – ha anche detto Sala – ci sarà da lavorare per le Olimpiadi, uno di quelli eventi su cui si misura il prestigio delle nazioni e dobbiamo trovare i protagonisti di questa nuova avventura e dubito che ci sarà fila ai cancelli”. “Mi sfugge come una parte della politica sia animata da uno spirito così chiuso e pessimista da non concedere nemmeno un dubbio positivo. Riflettiamo su tutte le volte che ci lamentiamo dei ritardi dell’Italia e della sua presunta o reale incapacità di farsi valere sulla scena internazionale” ha concluso il primo cittadino.
Sulla vicenda giudiziaria, il sindaco ha detto: “Sono stato l’unico condannato nell’ambito del processo, come se avessi pensato, costruito e firmato quel documento, ma non ho competenze legali neanche per immaginarlo. Non sarei stato comunque meno amareggiato neanche se avessi condiviso la condanna con altri. Sono stato condannato senza che l’accusa potesse produrre un sms, una mail o un Whatsapp del fatto che fossi consapevole di aver firmato un atto illegittimo e senza che in tribunale mi si mettesse a confronto con un testimone che mi dicesse ‘te l’avevo detto’. In ogni caso le attenuanti riconosciute, in particolare l’aver agito per motivi di particolare valore morale o sociale, ci aiutano a comprendere ad interpretare questa sentenza di condanna. Vorrei ricordare anche che la presunta forzatura – che è risultata comunque assolutamente priva di effetti – sarebbe stata compiuta con l’unica intenzione di non pregiudicare la realizzazione delle opere dell’Esposizione e che l’Expo si potesse fare nei tempi previsti. Permettetemi di ricordare che Expo non è stato solo un grande evento – ha detto il sindaco -, ma un’occasione per reinventare in modo contemporaneo il senso di questa manifestazione.