Sesto, scontro tra associazioni di via dei Giardini e amministrazione sullo stabile comunale all’asta

A vuoto la prima asta per la vendita dell’immobile di via dei Giardini, a Sesto San Giovanni, messo in vendita dal Comune e su cui da settimane è scontro tra le associazioni che vi hanno sede, in primis Aned, l’ associazione ex deportati nei lager, che rivendicano la legittimità a restare nei locali in quanto affittuari almeno fino al 2022, e l’amministrazione di centrodestra.
“Questa mattina – spiegano le associazioni di via dei Giardini in un comunicato – abbiamo saputo che il bando di gara per la vendita delle sedi di via Giardini è stato anticipato da lunedì 22 a oggi alle ore 11.  Molte associazioni coinvolte si sono passate le necessarie informazioni e nel giro di 50 minuti circa alcuni soci e cittadini sono riusciti a presenziare all’asta.
Il bando è andato a vuoto. Nessuna offerta è stata fatta tranne quelle simboliche di alcune associazioni coinvolte, che hanno spiegato il valore delle loro attività sul territorio e la loro contrarietà ad essere considerati “abusivi irregolari” visto che hanno sempre pagato l’affitto.
Ora le strade sono molte – si legge nel comunicato – : un’altra gara, la possibilità di non fare più alcun bando ma una trattativa privata con eventuali acquirenti ma anche una scelta diversa e la conferma di tutti i contratti di affitto in essere.  Noi speriamo di essere tempestivamente informati dall’assessore di competenza”.
L’asta arriva all’indomani della multa del Comune di Sesto all’Aned per “violazione del decoro urbano” per aver esposto davanti alla sede lo striscione “Questa è la casa dei deportati dal 1977. Le loro storie non sono in vendita”. Inoltre, ha fatto sapere il presidente di Aned Sesto, Giuseppe Valota, “ci è stato “informalmente” chiesto di eliminare tutte le striscette con il nome dei nostri deportati morti sulla ringhiera dell’ingresso della sede perché ci sono multe a noi indirizzate per ogni giorno di esposizione a partire da 15 giorni fa. Noi gestiamo soldi che sono il capitale dei nostri soci e di certo non possiamo permetterci di pagare oltre 3000 euro di multa. Mai avremmo immaginato che i nomi dei nostri deportati fossero uno sfregio al decoro urbano”. Aned, che conserva in via Giardini anche un corposo archivio sulle deportazioni, replica anche con azioni legali per “ribadire che nelle nostre sedi non siamo abusivi. L’affitto è stato regolarmente pagato (ultima tranche il 5 luglio) e non abbiamo mai ricevuto alcuna disdetta del contratto, che ad uso commerciale, si ritiene da giurisprudenza amministrativa in essere per 6 anni e quindi fino al 2022. Quello che stiamo dicendo – spiega Valota – è che chi comprerà la nostra sede di via Giardini avrà anche l’Aned dentro come affittuario fino al 2022”. Ieri sera, quindi, una nuova iniziativa di protesta, con presidio, dell’Aned: “Le striscette con i nomi dei nostri deportati – spiega l’associazione – sono state tolte. La multa è stata inoltrata all’avvocato per il ricorso. Molti cittadini hanno portato a casa le strisce con i nomi. Noi ci siamo impegnati a inviare loro una biografia del nome che hanno portato a casa: chi era, il motivo dell’arresto, dove è stato deportato e dove è morto.  Ognuno adotta una storia e invierà striscia e storia al nostro Sindaco e per conoscenza all’Assessore al Demanio Claudio D’amico e all’Assessora all’associazionismo Pizzocchera”.