Assolombarda firma il Manifesto per il Clima: Confronto con governo su politiche ‘green’

“La fotografia sulla filiera green scattata dal rapporto GreenItaly è ormai un termometro di riferimento per le imprese e per tutti gli operatori finanziari e i decisori politici. Poiché il tema della sostenibilità modifica direttamente i paradigmi dello sviluppo economico e ci obbliga a considerazioni basate non solo sulla sostenibilità ambientale ma sull’intero ampio spettro della sostenibilità sociale”. È quanto ha dichiarato Carlo Bonomi, Presidente di Assolombarda, in occasione della presentazione del decimo rapporto “GreenItaly 2019” della Fondazione Symbola e di Unioncamere. Il rapporto evidenzia come siano oltre 432 mila le imprese italiane dell’industria e dei servizi con dipendenti che hanno investito nel periodo 2015-2018, o prevedono di farlo entro la fine del 2019 in prodotti e tecnologie green per ridurre l’impatto ambientale, risparmiare energia e contenere le emissioni di CO2. In pratica quasi un’azienda italiana su tre, il 31,2% dell’intera imprenditoria extra-agricola. E nel manifatturiero sono più di una su tre (35,8%). Su scala regionale, emerge poi come, con 77.691 imprese, la Lombardia sia al primo posto in Italia nella graduatoria regionale per numero assoluto di aziende che hanno investito, o investiranno entro l’anno, in tecnologie green e Milano con le sue 21.547 imprese green è la provincia più virtuosa della Lombardia. Seconda Brescia con 10.201 imprese, il terzo gradino del podio è occupato da Bergamo a quota 8.095. Seguono Monza e Brianza con 5.932 e Varese con 5.867. L’ottimo risultato della provincia di Milano è confermato anche su scala nazionale: Milano è al secondo posto in Italia nella graduatoria provinciale per numero di imprese green. Ma i primati della regione non si fermano qui: con 137.097 contratti stipulati a green jobs dalle imprese per il 2019, la Lombardia è al vertice anche della graduatoria regionale per numero di contratti stipulati o programmati entro l’anno. Un primato nazionale che vanta anche Milano, con le sue 74.062 mila attivazioni di contratti a green jobs previste a livello provinciale, il 14,2% del totale nazionale.
“Una prima importante considerazione – ha proseguito Bonomi – è che in Italia la rivoluzione della sostenibilità ambientale nasce dal basso, perché sono le imprese ad adottarla con convinzione. Smettiamo dunque di descrivere le imprese come responsabili dei guai italiani: noi siamo vittime, non carnefici. Va ricordato, infatti, che sono le imprese a investire sulla formazione delle professionalità che servono per il green tech, che hanno compreso che, grazie alla sostenibilità nei processi e nei prodotti, si realizzano più export e più redditività, si aprono i contratti aziendali a più salario di merito e produttività. E, insieme, a più welfare si contribuisce a una maggiore sostenibilità sociale. A livello europeo, il Green New Deal costituisce la parte più ambiziosa della sfida dei prossimi anni ed è molto apprezzabile che industria e clima siano entrambi binari del Piano. A livello italiano non possiamo che chiedere che il Governo si doti al più presto di una grande cabina di confronto con le industrie per definire insieme le priorità e le richieste su cui l’Italia deve battersi, a cominciare per esempio dalle richieste per il Just Transition Mechanism”.
“Le premesse, dobbiamo dirlo, non sono buone – ha concluso Bonomi –. In occasione della nostra Assemblea avevamo sottolineato l’importanza di chiudere il ciclo del trattamento dei rifiuti, che oggi esportiamo per miliardi di euro a causa della mancanza di impianti. Al suo posto abbiamo ricevuto la Plastic Tax che serve solo a fare gettito. La politica appare divisa e piegata su meri interessi elettorali, che sono lontani anni luce dalla consapevolezza della posta in gioco in un Paese a bassa produttività, alto debito pubblico, welfare poco rivolto a sostenere l’occupabilità di giovani e donne. Noi continueremo con rafforzata convinzione a credere e investire nella sostenibilità, come dimostrano i dati presentati oggi, e lo faremo senza aspettare la politica per l’elevato senso di responsabilità che caratterizza le nostre imprese. In questa logica, oggi firmo il Manifesto promosso da Symbola “Un’economia a misura d’uomo contro la crisi climatica” per evidenziare il ruolo sociale dell’impresa nel rispetto del Pianeta”.