Qualità della vita, indagine Sole 24 Ore: Milano prima in Italia. Sala: “Fiero, ora impegno per migliorare ancora”

Milano si conferma in testa alla classifica della Qualità della vita del Sole 24 Ore 2019. L’edizione di quest’anno è realizzata sulla base di 90 indicatori per fotografare il benessere nelle province italiane.
A dare la spinta a Milano – sottolinea il Sole 24 Ore – sono fattori diversi: l’andamento controcorrente dal punto di vista demografico, con un aumento dei residenti che continua costantemente dal 2012, ma anche lo stile di vita sempre più verde e sempre più smart (la città è prima nell’ICityRank, l’indice di ForumPa che valuta le città intelligenti). E, ancora: l’offerta culturale particolarmente nutrita, i piani  di sviluppo della periferia e la locomotiva imprenditoriale che in città genera lavoro e ricchezza, tanto da attirare nuovi abitanti. Unico neo: la sicurezza, complice l’alto numero di reati denunciati.
In particolare, nelle categorie della classifica, Milano risulta prima per “Affari e Lavoro”; seconda per “Ricchezza e consumi”, quinta per “Ambiente e Servizi”, nona per “Demografia e società”, terza per “Cultura e tempo libero”, 107esimo posto per “Giustizia e Sicurezza”.
Subito dietro il capoluogo lombardo, nella classifica generale 2019, si confermano le piccole località dell’arco alpino che fin dalle prime edizioni hanno popolato i vertici della classifica: Bolzano, Trento e Aosta . Ultimo posto per Caltanissetta.

“Per il secondo anno consecutivo (cosa rara) secondo l’analisi de Il Sole 24 ORE Milano è giudicata la città italiana con la migliore qualità della vita. Non posso che esserne soddisfatto. E fiero. Ciò non di meno, dopo la gioia viene il dovere e, quindi, la testa sui futuri impegni. Dobbiamo migliorare su alcuni aspetti e colgo qui l’occasione per citarne tre”. Così il sindaco Giuseppe Sala, su Facebook, commenta i dati della classifica del Sole 24 Ore.
“Innanzitutto c’è da lavorare affinché i benefici derivanti da questo momento di Milano si allarghino a più parte della cittadinanza. Sto parlando di maggiore equità sociale e sono consapevole che ciò si intreccia con la differenza della qualità di vita fra centro e periferie. Ma vorrei con forza affermare che rivendico il lavoro che stiamo facendo su tutti i quartieri della città, agendo nell’immediato e con una visione di lungo periodo che porterà a cambiare radicalmente le cose. Le periferie milanesi non sono abbandonate.
Poi c’è la questione ambientale – prosegue il sindaco -. Domani avremo una Commissione Consiliare e ci confronteremo con i rappresentanti di chi ci chiede un impegno ancora maggiore sul tema ambientale. Ripartiremo dalle cose fatte: 2 miliardi per cambiare integralmente i bus di ATM e comperarli solo elettrici, lo sforzo continuo per portare le metropolitane verso le periferie, la diffusione dello sharing di tutti i veicoli. Il finanziamento ai condomini che cambiano la caldaia e abbandonano il gasolio. E la creazione di Area B (un atto di coraggio politico), che limita l’ingresso in città ai veicoli più inquinanti. Ma ascolteremo le proposte di chi pensa si debba fare di più. C’è sempre da imparare.
Indico un terzo problema. Si rileva una mancanza di appartamenti in affitto a prezzi contenuti. Segnalo però che a Milano stanno arrivando 12-13 miliardi di investimenti immobiliari. Il centro è saturo e lo è anche il mercato più ricco. I nuovi investimenti, ne sono certo, andranno a concentrarsi laddove c’è una reale richiesta della cittadinanza; è una legge dell’economia, alla fine l’offerta risponde sempre a una domanda. Inoltre sto incontrando tanti operatori immobiliari italiani e stranieri che mi illustrano quello che faranno sugli studentati.
Non vado oltre, ma garantisco a tutti che la mia testa e il mio cuore sono sui problemi da risolvere più che sulla rivendicazione dei meriti. Però non posso che concludere che, grazie anche a chi mi ha preceduto e soprattutto grazie ai milanesi, Milano è in non molti anni diventata una vera città internazionale. Aperta e contemporanea”.