L’Ordine degli Psicologi della Lombardia “in campo” di fronte all’emergenza coronavirus e ai suoi risvolti psicologici. Con una campagna intitolata #lopsicologotiaiuta, che intende sensibilizzare, via social, sulla possibilità di rivolgersi a specialisti in caso di difficoltà, ma anche attrezzandosi per dare continuità, anche “in via telematica”, alle sedute con i pazienti. La campagna invita gli psicologi iscritti all’Ordine a scaricare il banner con l’hashtag #lopsicologotiaiuta e impostarlo come foto di copertina su Facebook. Una sorta di ‘badge’ per rendersi riconoscibili. “In questa emergenza sanitaria ci sono anche aspetti psicologici, la paura di contrarre il virus, l’ignoto, l’isolamento, il rischio di trovarsi senza lavoro sono solo alcuni esempi – spiega, interpellato da Mianews, Davide Baventore vicepresidente dell’Ordine degli Psicologi della Lombardia -. Ci siamo fin da subito proposti per dare una mano, perché siamo una categoria pronta e preparata. Oggi promuoviamo anche sedute in via telematica nei casi di rischio esplicito, altrimenti continuiamo con il nostro lavoro ‘faccia a faccia’, naturalmente con alcuni accorgimenti e precauzioni. Comunque, anche da remoto si riesce a lavorare bene in particolare se il rapporto è già iniziato. La nostra iniziativa anche via social vuole raggiungere tutti: ricordiamo che è disponibile il sito Psymap per trovare gli psicologi direttamente nella propria zona”.
La campagna social prevede anche una serie di interventi video, caricati su Youtube. Il primo è di Fabio Sbattella, psicologo esperto di emergenze che spiega: “Questo fenomeno per noi è veramente un esempio classico di quello che intendiamo per emergenza psicologica perché per definizione un’emergenza non è un evento in sé minaccioso ma è un contesto molto più complesso. Possiamo dire che esiste un’emergenza quando ci sono quattro elementi insieme che si intrecciano: la percezione di una minaccia, la richiesta di attivazione rapida e rapide decisioni, la percezione di non avere abbastanza risorse per farcela al momento ed infine un gruppo di emozioni molto intense e incongruenti. L’aspetto delicatissimo di questa specifica emergenza – aggiunge – è che la minaccia è difficilmente percepibile, parliamo di un organismo vivente ed a quanto pare pericoloso che può essere visto solo dagli scienziati, dobbiamo quindi fidarci di loro. Questo genera un grandissimo elemento di incertezza e di impotenza nel cittadino comune. In questa vicenda dobbiamo innanzitutto stare molto attenti alle parole perché la comunicazione, ciò che diciamo di quello che sta avvenendo, può aumentare la confusione delle persone. Sono proprio le informazioni che peggiorano o migliorano la capacità delle persone di far fronte”.