Coronavirus, Caritas: “Crisi sociale, 30% in più di alimenti distribuiti dai nostri empori”. Attivati 7 ‘hub’ per la spesa

Dallo scorso 24 febbraio al 16 marzo, gli 8 Empori della Solidarietà, gestiti nel territorio della Diocesi di Milano dalle cooperative promosse da Caritas Ambrosiana, hanno incrementato del 30% la distribuzione di generi alimentari. L’aumento si è reso necessario, a causa dell’accresciuto fabbisogno delle famiglie registrato dall’inizio dell’emergenza Coronavirus, fa sapere Caritas. In particolare, gli 8 empori hanno coperto le esigenze di
3500 utenti complessivi impiegando 80 volontari e distribuendo 4,6 quintali al giorno di generi alimentari (+30%) a 250 persone al giorno (+25%).
“Le misure giustamente assunte delle autorità stanno avendo un impatto molto pesante per le persone più in difficoltà – spiega il direttore di Caritas Ambrosiana, Luciano Gualzetti. Con la chiusura delle scuole, ad esempio, i bambini hanno smesso di usufruire della mensa scolastica, per cui chi veniva a fare la spesa da noi, ha dovuto riempire il carrello di più oppure è passato più spesso. Ma c’è anche chi ha già visto peggiorare la propria condizione economica già al limite della sussistenza. Ci sono colf e badanti, assunte in nero, che hanno perso i loro clienti e ci chiedono un aiuto maggiore”.
“Questo dato ci dice due cose – continua Gualzetti -. La prima è che esiste già un secondo fronte: accanto a quello sanitario ce n’è uno sociale. In questa seconda trincea sono impegnati volontari e operatori che si stanno dando un gran daffare spesso con pochi mezzi. Bisogna riconoscere che gestiscono servizi essenziali per una fascia di popolazione particolarmente debole e quindi occorre aiutarli ad andare avanti, distribuendo anche a loro mascherine, guanti, insomma tutti i dispositivi per la protezione individuale che sono necessari. La seconda è che dobbiamo iniziare a prepararci sin da ora ad affrontare la crisi sociale che sta esplodendo dentro questa emergenza sanitaria. Già adesso ci sono categorie più colpite: dai senza tetto a chi va avanti con lavori saltuari. Ma presto arriveranno ai nostri centri di ascolto tutte quelle persone che non potranno usufruire delle misure di protezione che il governo si appresta a mettere in campo, dalla cassa integrazione in deroga ai congedi familiari. Saranno loro a pagare il costo sociale più salato a questa crisi. Anche se fino ad ora se ne parla ancora poco”.

7 HUB PER LA CONSEGNA DELLA SPESA A DOMICILIO – Grazie alla collaborazione tra l’Assessorato alle Politiche sociali e abitative, gli uffici della Food Policy e la Protezione Civile del Comune di Milano, Banco Alimentare, Caritas Ambrosiana, Fondazione Cariplo, Programma QuBì – La ricetta contro la povertà infantile, Coop Lombardia, Milano Ristorazione e Amat, stanno nascendo sette hub temporanei per la consegna della spesa a domicilio per le famiglie meno abbienti. Lo comunica palazzo Marino.
Centocinquanta tra dipendenti del Comune, operatori e volontari – che sono stati formati a gruppi nel cortile di Palazzo Marino – saranno in campo per consegnare cibo a migliaia di persone finché saranno attive le misure per il contenimento del Coronavirus.
“Il Comune di Milano e le realtà del Terzo settore si stanno attivando in tutti i modi possibili per dare una mano a chi si trova maggiormente in difficoltà in questo periodo e per combattere la povertà alimentare – commentano la Vicesindaco con delega alla Food Policy Anna Scavuzzo e l’assessore alle Politiche sociali e abitative Gabriele Rabaiotti –. Il cuore grande di Milano, dei milanesi e degli operatori delle associazioni non manca mai di farsi sentire per dare una risposta ai bisogni anche nelle situazioni più complicate. Continuiamo a occuparci di cibo, bambini, famiglie e povertà anche in questo tempo così difficile a causa del Coronavirus e lo facciamo con i nostri partner di sempre”.
Dal centro logistico di Banco Alimentare della Lombardia viene resa disponibile ogni giorno circa 1 tonnellata di cibo per ogni hub (con possibilità di aumento nelle settimane successive), tra pasta, riso, legumi, tonno, biscotti, passata di pomodoro, olio, sale, zucchero e, nel caso di famiglie con neonati, anche latte artificiale e omogeneizzati. Tra le famiglie che ricevono la spesa ci sono anche quelle seguite dall’Assessorato alle Politiche Sociali, da Banco Alimentare e dai Centri d’Ascolto della Caritas di Milano.
Le operazioni saranno eseguite secondo un vademecum di comportamento valido per tutti, presente all’interno di ogni hub, che indicherà le norme di sicurezza, pulizia, gestione e privacy. Sono già da oggi a disposizione di dipendenti e volontari, in ogni spazio, 130 mascherine, circa 300 paia di guanti, dispenser e flaconi di gel igienizzante.
Questa prima settimana di attività permetterà di mettere a punto la complessa logistica del sistema di consegne, inserendo nelle squadre altri operatori e/o dipendenti del Comune di Milano.