Coronavirus, al via le commissione sulle Rsa. Fontana e Gallera: “Verificheremo la correttezza delle procedure adottate”

Il governatore Attilio Fontana alla presentazione

I decessi nelle rsa, al Trivulzio, ma non solo, saranno oggetto di un’indagine di due commissioni di verifica istituite dalla Regione. Una sarà specificatamente dedicata al Trivulzio, un’altra andrà ad “accertare la reale situazione nelle residenze per anziani rispetto alle notizie pubblicate” riguardo alla situazione per l’emergenza coronavirus. Lo ha detto il governatore Attilio Fontana, in conferenza stampa, ricordando che “noi abbiamo solo un potere di controllo sulla rsa” che sono o di gestione privata o parzialmente pubblico privato, con la presenza dei comuni. Fontana ha assicurato che i “controlli sono stati fatti con attenzione e sistematicità” e spiegato che rispetto alla proposta della Regione alle rsa di ospitare in reparti separati i pazienti covid le “case che spontaneamente hanno aderito sono 15 su oltre 700” presenti in Lombardia.

In serata, è stata comunicata la composizione della commissione Trivulzio. “L’organismo ha il compito di accertare i fatti con la massima trasparenza – hanno detto il governatore Fontana e l’assessore Giulio Gallera – con particolare riferimento alle procedure adottate sin dalle fasi iniziali per gestire la situazione di emergenza legata al coronavirus”.
Questi i componenti della Commissione. Presidente: Vittorio Demicheli, Direttore Sanitario ATS Milano. Componenti: Giovanni Canzio, Presidente ORAC (Organismo Regionale Anti Corruzione), indicato da Regione Lombardia; Gherardo Colombo, indicato dal Comune di Milano; Giovanna Beretta, Primario riabilitazione Ospedale Niguarda, Presidente SIMFER Lombardia; Claudia Toso, medico del lavoro, componente unità di crisi coronavirus di Regione Lombardia e ATS Brianza; Matteo Marchesi, medico legale, Ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo; Marco Bovio, risk manager, ASST Lodi; Antonio Colaianni, Responsabile UOC Vigilanza e Controllo Strutture Socio Sanitarie, ATS Milano.

I DECESSI AL PIO ALBERGO TRIVULZIO – “Dal primo al 7 aprile al Pio Albergo Trivulzio sono deceduti 27 ospiti che presumibilmente avevano contratto il Covid-19. Nella prima settimana del mese al Pat le morti sono state complessivamente 37, di cui 10 a causa di patologie terminali non riconducibili al virus. L’età media dei pazienti deceduti va dai 78 anni nei reparti di riabilitazione agli 85 degli ospiti in Rsa”. E’ quanto si legge in una nota dell’ASP IMMeS e Pio Albergo Trivulzio.
Rossella Velleca, specialista in malattie infettive e UOS Governance Clinica della struttura di via Trivulzio, dotata di oltre 1000 posti letto, ha così commentato il dato: “Anche senza la conferma dei tamponi, che ricordo che l’istituto non è ancora in grado di eseguire, i 27 pazienti deceduti nel mese di aprile per una polmonite avevano quasi sicuramente contratto il Covid: la situazione clinica di estrema fragilità di questi pazienti, così come la loro età, non sempre ne consente il trasporto in ospedale. I colleghi che gestiscono i nostri pazienti fanno riferimento agli ospedali del territorio per valutare ogni singolo caso”. Nelle Rsa come il Pat, si legge nella nota, “chi ha i sintomi del Covid può beneficiare delle stesse identiche terapie farmacologiche che vengono somministrate dagli ospedali, con l’unica differenza che il Pat non può offrire la respirazione artificiale (ventilazione assistita). Chi accusa il Pat di nascondere i morti probabilmente non è un medico e non è a conoscenza di queste procedure. La direzione del Pio Albergo Trivulzio lo ribadisce: nel mese di marzo non vi è stata alcuna “strage nascosta”. Il mese di aprile sta mostrando i primi segni dell’ondata pandemica che ha investito l’intero Paese e che era impossibile che risparmiasse le Rsa, dove sono state messe in campo tutte le misure di protezione dettate dalla legge e della buona pratica clinica. Operativamente il Pio Albergo Trivulzio si è sempre attenuto rigorosamente alle disposizioni delle Autorità sanitarie (OMS, Istituto Superiore di Sanità e Regione Lombardia) per quanto riguarda l’uso dei dispositivi di protezione individuale, così come sui tamponi rino-faringei, che sono già stati chiesti per tutti gli ospiti della struttura da quando Regione Lombardia e l’Agenzia di Tutela della Salute (ATS) hanno dato la possibilità di farlo”.