Coronavirus, turismo ‘azzerato’ a Milano. Gli albergatori propongono un fondo con la tassa di soggiorno

Le immagini del centro di Milano postate sui social dall'assessore Lorenzo Lipparini.

“Dopo l’ottima chiusura del 2019, con quasi 11 milioni di turisti a Milano e una crescita di oltre il 9 per cento rispetto all’anno precedente, il turismo in città è crollato a marzo del 95 per certo con tutto ciò che significa questo dato anche sull’indotto”. Lo ha detto l’assessore al Turismo Roberta Guaineri nel corso della commissione Turismo e Città Metropolitana che si riunita in on line questo pomeriggio e alla quale hanno partecipato i rappresentanti della categoria alberghiera di Confesercenti, Confcommercio e Assolombarda e quelli della guide turistiche. “Il target del nostro mercato e i nostri sforzi erano rivolti prettamente a un pubblico straniero, con Cina e Usa in testa per presenze e il tasso del turismo italiano era 37 per cento. – ha spiegato Guanieri – Ora per ripartire dobbiamo necessariamente puntare a un turismo di prossimità, sia nel breve periodo che nel lungo e questa strategia è ‘esigenza condivisa da tutte le città metropolitane. La prima fase sarà con un turismo cittadino o quasi, direi di vicinanza. In seguito, in estate, dobbiamo fare rete con le altre città lombarde, specie con quelle più culturali e attrattive come Bergamo, Brescia, zona del Garda, Como e Cremona. Poi ci sarà fase di turismo nazionale. Come Comune abbiamo provveduto a venire incontro alle difficoltà degli albergatori, posticipando a settembre il versamento della tassa di soggiorno del primo trimestre 2019, abbiamo ritardato la scadenza dei canoni di occupazione suolo delle aree pubbliche e il pagamento della Tari, a partire da settembre e suddivisa in quattro rate. Oltre a ciò abbiamo organizzato incontri webinar con gli operatori turistici per aiutarli a conoscere meglio la nostra città e per essere pronti a dare i giusti consigli ai loro clienti”.
Per Rocco Salamone, presidente di ATR, l’associazione albergatori milanesi aderente a Confesercenti gli sforzi attuati sin qui Palazzo Marino “sono positivi ma sarebbe utile che con una percentuale della tassa di soggiorno che inizieremo a incassare nei prossimi mesi si desse vita a un fondo per aiutare gli albergatori che faranno fatica e quindi potranno contare su un fondo di garanzia e di sostegno”. “Quando si riaprirà, – ha sottolineato Maurizio Naro, presidente di Federalberghi Milano – il distanziamento fisico dei clienti nelle attività come bar e ristoranti sarà sicuramente un problema che impatterà sull’affluenza e ci saranno indubbie ricadute occupazionali perché ci sarà meno pubblico da servire e meno incassi. In un’ottica di distanziamento sarebbe utile capire se il Comune sulle occupazioni suolo pubblico può considerare la riduzione della tariffa oppure prevedere per la stessa tariffa il raddoppio della superficie in modo che per l’attività economica, almeno all’esterno che è a minor rischio contagio, possa essere una possibilità di fatturato in più. Per quanto riguarda il settore alberghiero, sui nostri sistemi le uniche prenotazioni che arrivano sono per fine settembre. È un’occupazione ancora molto bassa, parliamo del 10 per cento della capienza di un albergo. Speriamo prosegua nei mesi successivi e che non si debbano vedere le cancellazioni a cui abbiamo assistito per il coronavirus.”.
Il capogruppo di Forza Italia Fabrizio De Pasquale è intervenuto chiedendo a Palazzo Marino più coraggio nel sostegno di albergatori ed esercenti: “In questi mesi le attività economiche state chiuse, il Comune non deve limitarsi a posticipare il pagamento di Tosap e Tari, devono essere abbuonati i mesi in cui le attività non hanno lavorato”. Il consigliere Simone Sollazzo, del gruppo Cinque Stelle, ha manifestato il suo appoggio alla proposta di Confesercenti di costituire un fondo di sostegno per gli albergatori coi proventi della tassa di soggiorno e Manfredi Palmeri, della lista Parisi, ha chiesto che l’ imposta di soggiorno “vada a sosteno diretto degli operatori di settore e che non alimenti altre voci di bilancio” oltre a sollecitare “sgravi reali e non finti, come le proroghe da calendario stabilite da Palazzo Marino”. Favorevole alla proposta di Maurizio Naro il consigliere della Lista Alleanza Civica per Milano Enrico Marcora, per il quale “il Comune deve essere velocissimo a dare le autorizzazioni per le richieste degli esercenti, anche con il meccanismo del silenzio assenso. All’Urbanistica ci deve essere un passo diverso alle richieste autorizzative di imprese e cittadini”. Nella sua replica l’assessore Guanieri ha detto che per l’eventuale istituzione di un fondo di garanzia per gli albergatori “deve essere chiaro che i problemi di Bilancio per il comune di Milano dovuti all’emergenza del coronavirus sono di 200 milioni e da qualche parte bisognerà coprirli: questo è un dato oggettivo e quindi tutti i provvedimenti che verranno presi alla luce di questa considerazione non possono che arrivare in coda a dei provvedimenti nazionali perché i primi aiuti devono arrivare sono quelli a livello livello nazionale, poi ci adegueremo”.