Fase 2, riaprono i negozi in città. Confesercenti: “Momento del ‘fare’, ma difficoltà per mancanza di dispositivi e termoscanner

“Con oggi finisce il tempo delle richieste, ora bisogna guardare avanti”: così, in occasione delle riaperture a seguito del lockdown, il presidente di Confesercenti Milano Lodi Monza e Brianza, Andrea Painini. Si alzano le prime saracinesche e si cerca di tornare alla normalità ma con tutti gli accorgimenti del caso. “Ora dobbiamo fare, molti imprenditori si sono già buttati nella quotidianità – spiega il presidente dell’associazione -. Andiamo avanti e vedremo quello che succederà”. La preoccupazione però rimane, soprattutto per i lavoratori del settore dell’intrattenimento: “Non abbiamo ricevuto alcuna risposta dalle istituzioni: o si dichiara lo stato di crisi oppure in molti soffriranno. Segnaliamo inoltre la difficoltà di reperire mascherine, guanti e, soprattutto, i termoscanner per la misurazione della temperatura dei lavoratori e dei clienti della ristorazione, a esempio, ciò rende complicata una riparterza in Lombardia. Siamo finalmente alla ripartenza per molte attività esercenti anche se ne mancano tantissime altre all’appello perché che non sono riuscite a sostenere la pressione della crisi economica per essere state chiuse in queste settimane. – spiega Painini – Per tante di quelle che vogliono ripartire però ci son problemi di organizzazione ed è complicato in poco tempo mettere in pratica le prescrizioni del Dpcm del Governo firmato soltanto ieri e della relativa ordinanza regionale emanata in tarda serata” – spiega Painini – “Il primo vero banco di prova sarà con il turismo: “Potremo dire di essere usciti dalla crisi solo quando i voli torneranno ad atterrare in Italia”.

Tra le attività ‘più attese’ per la riapertura, quella di parrucchieri ed estetisti. “Non è stato facile. I miei dipendenti non hanno ricevuto la cassa integrazione – racconta il titolare della catena ‘L’Italiano’ e presidente nazionale Confesercenti Immagine e benessere, Sebastiano Liso -. La voglia di riprendere era tanta”. All’esterno del negozio di piazza Cincinnato 5 in molti fin dalle prime ore della mattinata si sono recati per prendere appuntamento, il consiglio però è quello di chiamare.
“Ora bisogna guardare avanti. All’interno del negozio rispettiamo tutte le norme di sicurezza, guanti, gel igienizzante e mascherine. Dopo ogni taglio disinfettiamo la poltrona e gli strumenti usati”.

L’Unione Artigiani di Milano e di Monza-Brianza stima che a Milano città circa l’85% degli acconciatori abbia riavviato l’attività stamane, con percentuali che scendono un po’ nell’hinterland e in Brianza (70% circa). Più timida, secondo l’associzione, la risposta al via libera del settore estetica quasi ovunque, per una media tra milanesi e brianzoli che si attesta tra il 50 e il 60%. “Unione Artigiani si è battuta con successo – commenta il segretario generale Marco Accornero – per convincere Governo e Regione Lombardia a consentire la riapertura ai parrucchieri e agli estetisti e la risposta sembra premiare l’accoglimento delle nostre istanze.” “Certo – prosegue Accornero – occorre considerare che la certezza di poter riavviare i saloni e soprattutto le linee guida ufficiali da seguire sono giunte con pesante ritardo, di domenica sera, a pochissime ore dal giorno annunciato per poter tornare a lavorare. Solo coloro che in settimana avevano deciso di crederci, investendo in una ripartenza ancora aleatoria, stamattina erano pronti ad aprire. E con loro i clienti, che avevano preso appuntamento confidando in una decisione positiva delle istituzioni. Per gli altri si presenta la difficoltà di reperire i dispositivi indicati dai protocolli come obbligatori, mascherine e guanti soprattutto, e ciò comporta un disagio evidente che doveva essere previsto da chi governa, mettendo a disposizione per tempo gli indispensabili strumenti di sicurezza richiesti da decreti e ordinanze.”