“Non posso tollerare che si dubiti della mia integrità a di quella dei miei familiari”: lo ha detto il presidente della Regione Attilio Fontana nell’Aula del Consiglio regionale, ripercorrendo la vicenda della fornitura di camici alla Regione da parte di Dama Spa che fa capo al cognato del governatore, Andrea Dini . “Dei rapporti negoziali tra Dama e Aria non ho saputo fino al 12 maggio scorso – ha ribadito Fontana in un altro passaggio del suo intervento – sono tuttora convinto che il negozio fosse corretto” ma “ho chiesto a mio cognato di rinunciare al pagamento per evitare polemiche e strumentalizzazioni”. Fontana ha quindi riferito di aver “spontaneamente considerato di alleviare l’onere partecipando personalmente a parte della copertura del mancato introito”. Secondo il governatore si è trattato di una “vicenda molto semplice e banale”, per la quale, prima della richiesta di rinuncia al pagamento per Dama spa era “valsa la stessa procedura” delle altre aziende che avevano convertito le produzioni. “Tutte e 5 le ditte che avevano convertito le produzioni hanno visto acquistati le loro merci e i loro camici con quantità e costi unitari e differenti”, ha detto ” ma “per tutte queste ditte è valsa la medesima procedura”.Il governatore nel suo intervento ha sottolineato inoltre che “non è vero che la donazione sia dipesa dalla presenza” della trasmissione “Report”.
“Sono il presidente della Regione Lombardia, il presidente di questa Giunta, il presidente che non si è arreso al Covid 19 che non è arretrato davanti a una pandemia e non intende arrendersi innanzi a nulla”, ha affermato poi concludendo l’intervento in Consiglio regionale. “Intendo guidare con orgoglio, con rinnovato entusiasmo, con immutata responsabilità questa Regione guardando al futuro, guardando all’autonomia non come a una mera concessione, ma come diritto costituzionale – ha proseguito – . La Lombardia è libera e come tale va lasciata”. All’intervento di Fontana, durato oltre un’ora, è seguito un lungo applauso da parte della maggioranza e da parte dei consiglieri della Lega sono state esposte le bandiere della Rosa Camuna, simbolo della Regione, poi rimosse dai commessi.
Al termine del discorso del presidente regionale Attilio Fontana i capigruppo di minoranza Massimo de Rosa (M5S), Fabio Pizzul (PD), Niccolò Carretta (Azione), Elisabetta Strada (Lombardi Civici Europeisti) e Michele Usuelli (+Europa Radicali) in una nota congiunta commentano: “Quelle del presidente Fontana sono state le vuote parole di chi è consapevole di trovarsi ormai a fine corsa. Due sono gli aspetti rilevanti emersi questa mattina. Il primo è che ancora oggi, nonostante gli evidenti molteplici errori di gestione sanitaria, che tutti i cittadini hanno vissuto, la giunta rifiuta di fare autocritica e chiedere aiuto nella gestione di un’emergenza che è evidentemente al di sopra delle loro possibilità. Il secondo è che Fontana ha ammesso, contraddicendo quanto sostenuto finora, di aver mentito ai cittadini lombardi e alle istituzioni che rappresenta. Le opposizioni utilizzeranno tutti i mezzi a disposizione, compresa la mozione di sfiducia della quale il Movimento Cinque Stelle si è fatto promotore, per mettere Fontana davanti alle proprie responsabilità. Stiamo lavorando per affinare un testo che metta insieme tutte le sensibilità. La nostra posizione condivisa è quella di scrivere la parola fine su questa disastrosa esperienza di cattiva amministrazione”.