Sciopero nazionale dei taxi: “Categoria in ginocchio, venga riconosciuto un giusto ristoro agli operatori”

Sciopero nazionale dei tassisti, domani 6 novembre. Il fermo del servizio, anche a Milano, è previsto dalle 8 alle 22. La categoria chiede un sostegno economico permanente e l’inserimento nelle misure della prossima Legge di Bilancio. Nella piattaforma dello sciopero, anche “regole certe contro l’abusivismo” e gli “atteggiamenti predatori messi in atto dalle multinazionali”. La manifestazione si terrà a Roma, mentre le altre iniziative programmate, anche a Milano, con l’entrata in vigore del nuovo dpcm sono state annullate.

“Il già pianificato sciopero dei Taxi dalle ore 8 alle ore 22 previsto per la giornata di domani venerdì 6 novembre, -commenta Emilio Boccalini presidente di Taxiblu 02.4040, il più grande Radiotaxi di Milano- ci vedrà, per quanto ci riguarda, senza dubbio protagonisti anche qui a Milano. L’ iniziativa, di carattere nazionale, nasce e si motiva con una sempre più necessaria adozione di specifici aiuti economici per la categoria, l’attivazione immediata di un’azione decisa di contrasto all’ abusivismo, elemento critico anche alla luce della mancata stesura di adeguati decreti attuativi e del DPCM sulle piattaforme tecnologiche.
Ci fermeremo domani ma in realtà siamo fermi da mesi, siamo ai minimi storici con le corse. Qui non rischiamo di perdere solo il lavoro, ma di veder scomparire un’intera categoria. Ricordo – conclude Boccalini- che domani rimarranno attivi i Taxi per le corse di carattere sociale”.

Le sigle sindacali dei tassisti hanno quindi diffuso un comunicato in cui sottolineano: “La pandemia in atto ha investito in modo drammatico il nostro comparto: da un lato il crollo sostanziale dei flussi turisti ha notevolmente ridotto la domanda di utilizzo dei nostri mezzi, dall’altro lato, la continua incentivazione e l‘affermarsi dello smart working, ha impattato negativamente sugli spostamenti di tipo lavorativo, facendo così vivere al settore una doppia crisi. Contestualmente – spiegano Ugl taxi, Federtaxi Cisal, Tam, Satam, Claai, Unimpresa, Usb taxi, Uritaxi, Uti, Or.S.A taxi, Ati Taxi e Associazione Tutela Legale Taxi – continuiamo, nel totale abbandono delle istituzionisia centrali che periferiche, ad adempiere agli obblighi tipici del servizio pubblico, essendo in alcune realtà locali, come già avvenuto in pieno lockdown, l’unico servizio di trasporto messo a disposizione dei cittadini, soprattutto nelle fasce orarie tardo serali e notturne. Dopo otto mesi oggi siamo in ginocchio ed abbiamo necessità che anche agli operatori del nostro comparto venga riconosciuto un giusto ristoro di natura economica e che si trovino forme di incentivazione all’uso del servizio taxi. In un paese nel quale si ha necessità di potenziare l’offerta di trasporto pubblico, non si può tenere ferme le nostre vetture mentre i tradizionali mezzi di trasporto sono sovraccarichi di passeggeri, con le negative conseguenze sanitarie che ciò comporta. Come avvenuto per altri comportati, devono essere stanziati fondi da utilizzare per erogare dei vaucher taxi, da far utilizzare a particolari fasce d’utenza come disabili, malati cronici anziani, studenti e personale medico infermieristico, per facilitarne in sicurezza gli spostamenti. Occorre infine concludere l’iter normativo previsto dalla legge 12/2019 con l’approvazione deidecreti necessari a disciplinare l’uso delle piattaforme di intermediazione tecnologica e a contrastare l’annosa problematica dell’abusivismo, un fenomeno di per sé già intollerabile in tempi ordinari, ed oggi totalmente inaccettabile”.