““Anno nuovo, vita nuova” si dice, no? Per la prima volta, da quando l’8 dicembre il mio nome e il mio volto sono finiti su tutti i giornali, vorrei dire una cosa. E lo faccio con profondo rispetto.
Mesi fa mi è stato chiesto di mettere a disposizione di Milano e di tutti i milanesi i miei valori e le mie competenze. Sul tavolo è stata messa l’ipotesi di candidarmi a Sindaco di Milano.Me lo ha chiesto, come sapete, uno dei partiti della coalizione di centro-destra. Ovviamente mi ha lusingato, ma ho risposto: “Mi spiace, non faccio il politico.” Pensavo fosse finita lì e invece mi è stato detto: “Abbiamo pensato a te proprio per questo. In quanto cittadino, manager, persona attenta al sociale.”
A quel punto si è acceso qualcosa dentro di me e non si è più spento”. E’ il post con cui, nel primo giorno dell’anno, Roberto RasiaDal Polo offre la propria disponibilità a candidarsi a sindaco di Milano per il centrodestra, perché, scrive “Io a Milano devo tutto”.
“Sono venuto nella nostra città poco più che ventenne, con un biglietto-treno di sola andata (che conservo ancora), dopo anni di gavetta in Liguria.
Avevo in tasca uno stage di 6 mesi a Radio24. Ho fatto altra gavetta, tanta e durissima. Ho conosciuto la fame a fine mese, ma da Milano non me ne sono più andato. Mi è entrata nel sangue, come se ci fossi sempre stato. E mi ha aiutato tantissimo.
Sono cresciuto qui, umanamente e professionalmente, in anni di radio, tv, giornali e poi con la mia piccola azienda, con il profondo impegno nel sociale e, infine, con le grandi aziende internazionali. Sono arrivato qui da solo. E ho l’orgoglio di dire che nessuno mi ha regalato nulla.
Ma sono, rimango e rimarrò un cittadino – prosegue nel suo lungo post -.
Io la disponibilità l’ho data e la confermo ai partiti della coalizione, a patto che il progetto sia di tutti e non di un solo partito. A patto che qualsiasi cosa faremo la faremo INSIEME per Milano e per i milanesi.
Ho conosciuto molte persone, anche importanti, ultimamente. Ho respirato un’unione nel centro-destra che non vedevo da un po’ in politica. È quello che vogliamo noi cittadini.
Milano è una tappa fondamentale, se vogliamo cambiare questo paese in meglio, mantenendo ciò che di buono c’è già.
La sfida è difficile, ne siamo tutti coscienti. Il Sindaco uscente è forte e da me stimato. Ma la sua amministrazione ha compiuto alcuni errori gravi negli ultimi due anni. Credo che Milano possa tornare a pensare in grande.
Ora la palla è passata ai leader dei partiti della coalizione. Sta a loro decidere chi affronterà questa sfida.
Mancano pochi mesi e da cittadino dico: rimbocchiamoci le maniche.
Io lo faccio per Milano, che amo. Per i milanesi, tutti. Per mia figlia.
In ogni caso, grazie a chi ha voluto per ora credere con me in questa lucida follia.
Lo diceva Erasmo da Rotterdam nel suo “Elogio della follia”: un invito ragionato a non abbandonare il ‘gioco della vita’ ovvero quella capacità che hanno i bambini di rompere gli schemi, di cambiare rotta, di vedere le cose da un punto di vista diverso, apparentemente ‘folle’.
Ma solo apparentemente. W Milano. W i milanesi. Noi siamo pronti”.