#MilanoSound: la musica raccontata da ilmohicano.it

Su Mianews, ogni settimana, uno speciale dedicato alla musica a cura  della testata giornalistica online ilmohicano.it per raccontare la scena milanese e nazionale di ‘big’ e musicisti ‘in rampa di lancio’ e per esplorare cosa si muove nel “sound di Milano”.

Sanremo, Ghemon: una canzone al Festival senza averla pensata per il Festival

‘E vissero feriti e contenti’ è il nuovo progetto discografico di Ghemon, disponibile su tutte le piattaforme digitali e in formato CD e LP da venerdì 19 marzo, che contiene ‘Momento perfetto’, brano con il quale parteciperà alla 71/ma edizione del Festival di Sanremo. Un brano, come spiega Ghemon “nato ben prima che decidessi di partecipare al Festival”. Pensato e l’estate scorsa ‘Momento perfetto’ è nato “nella maniera più spontanea possibile. Non pensavo assolutamente a Sanremo per quel pezzo -sottolinea Ghemon- e, probabilmente, siccome sono uno che pensa, pensa, pensa e pensa se avessi dovuto pensare a un pezzo da portare al festival e realizzarlo, sicuramente sarei andato al festival del 2025. Per fortuna -aggiunge- il pezzo era lì e quando mi hanno proposto di partecipare al festival mi sono immaginato questo pezzo che era già nato su quel palco”.
Un palco sul quale Ghemon salirà “con la stessa emozione di sempre. Mi dispiace tantissimo che non ci sia il pubblico -osserva- però ho fatto un sacco di strada nella mia vita e non è la prima volta che canto davanti ad un posto vuoto. Questo non mi spaventa e l’emozione di salire sul palco del festival è la gioia è grande”. L’anno appena trascorso, sottolinea Ghemon “è stato un anno vissuto a ondate. In un primo momento sono rimasto un po’ bloccato perché dovevo capire cosa stesse succedendo. Poi c’è stata la fase della reazione e della voglia di vivere”.
“Nonostante avessi appena scritto un disco -spiega Ghemon- a livello di energia non mi sentivo consumato, avevo voglia di fare musica e così è stato. Solitamente -sottolinea- quando hai appena finito un album ti senti senza più energie. In questo caso, invece, mi sentivo le pile cariche. Ho fatto questo nuovo album a tempo di record -osserva- e sono sicuro che se non ci fosse stato quello che c’è stato, se avessi vissuto una situazione normale, non mi sarei chiuso in studio per realizzare qualcosa di nuovo”.
Contrariamente al disco precedente “scritto un po’ in solitudine” ‘E vissero feriti e contenti’ “è un disco di gruppo. Realizzato un po’ da remoto e un po’ in studio, mantenendo tutte le precauzioni anticovid. E’ un disco in cui ho lavorato, più degli altri, facendo squadra, creando un vero spirito di gruppo e questa è la mia più grande soddisfazione. La musica è un dialogo e ha bisogno sempre dell’altro capo altrimenti canterei allo specchio e sarebbe finita lì. La musica -osserva Ghemon- è comunicazione e le mie canzoni esistono perché sono figlie della mia esperienza. Se io non fossi un ascoltatore e uno spettatore non potrei scrivere perchè devo sentire l’esperienza delle persone che sono attorno a me”.
Una comunicazione che tuttavia, per certi versi, è venuta a mancare con l’impossibilità di fare concerti live: “da spettatore -precisa Ghemon- ho sempre amato i concerti dove pagavo per un qualcosa che non sentivo nei dischi, quindi per me i live sono irripetibili. Questa situazione però ci offre l’opportunità per utilizzare la tecnologia in un altro modo, di pensare a degli spettacoli in streaming, che non vadano però a sostituire i concerti dal vivo -conclude- ma li implementino”.

Sanremo, Willie Peyote non dimentica l’emergenza covid

In gara al 71/mo Festival di Sanremo con il brano ‘Mai dire mai (la locura)’, Willie Peyote è l’unico, tra i 26 big in gara, ad affrontare il tema del covid e delle sue conseguenze. Nel brano in gara, infatti, si fa riferimento alla riapertura degli stadi ma non dei teatri e dei live e dopo un anno di sofferenza per tutto il mondo della musica “trovo ci sia un po’ di incoerenza”, osserva, per il fatto che nessuno dei suoi colleghi in gara abbia affrontato l’argomento. “Siamo stato bombardati quotidianamente da notizie riguardanti il covid e all’improvviso sembra che se ne siano dimenticati tutti”.
“Forse -prosegue Willi Peyote- è in atto un tentativo di evadere da questo brutto momento. Forse ci sta anche prendersi una pausa dopodiché -tiene a sottolineare- dal mio punto di vista del tutto personale, trovo ingiusto che rispetto a tutti i discorsi portati avanti nei mesi scorsi sull’impossibilità di fare musica dal vivo, salire sull’unico palco che quest’anno può permettersi di suonare e non dire niente. Mi sembra incoerente. Ho vissuto anch’io un anno drammatico e non me ne sono dimenticato”.
Per Willie Peyote la ripresa dei live è un argomento “che va affrontato seriamente e decisamente. Il presupposto -osserva- è che ci si confronti tutti: artisti, associazioni di categoria, organizzatori live e comitato tecnico scientifico per far sì che si riparta. All’aperto si è dimostrato che si può ripartire. I live dell’estate scorsa non hanno provocato nessun problema quindi è evidente che, con tutte le precauzioni del caso, è possibile tornare a fare musica dal vivo in presenza del pubblico. E’ un argomento che deve passare attraverso il confronto, ma -conclude- dobbiamo però essere ascoltati”.
Per la prima volta in gara al Festival, Willie Peyote spiega di aver voluto esserci “quest’anno in particolare perché l’Ariston è l’unico palco dove si può suonare e dove si può dire qualcosa. Penso che, proprie perché è un anno che non lavoriamo, sia giusto esserci per dire un’opinione. Se io espongo un’opinione e ci confrontiamo abbiamo già fatto un buon servizio”. Quanto alla gara “non sono in competizione con nessuno, sono lì a giocare e scherzare con colleghi con i quali ho condiviso tanti palchi. Preferisco forse arrivare ultimo che quindicesimo però non ho pensato alla classifica e non mi interessa”.
Esibirsi poi senza pubblico in sala sembra non essere un problema per Willie Peyote, anzi: “da spettatore forse mi avrebbe dato fastidio -spiega- ma da cantante tutto sommato la cosa non mi urta. Se fosse stato un concerto vero, l’assenza del pubblico mi farebbe male ma Sanremo, per me, si può fare anche senza i signori impellicciati in seconda fila”.
Per quanto riguarda il brano in gara “parla di come ci siamo ormai abituati a mettere al primo posto il mero intrattenimento, in tutti i campi, dall’arte e la cultura, passando per lo sport e arrivando anche alla politica. Avere un personaggio che funziona -spiega- è più importante che avere talento, avere il consenso è più importante che avere un programma, far parlare di sé è più importante che avere qualcosa da dire. Anche in pandemia ‘the show must go on’ quindi si gioca lo stesso anche con gli stadi vuoti, teatri chiusi e concerti annullati ma con gli streaming e i talent show la giostra sembra continuare a girare. Questa -conclude- è l’Italia del futuro: un paese di musichette mentre fuori c’è la morte”.

Sanremo, gli ‘Extraliscio’: una band fuori moda al Festival

“Siamo consapevoli di essere fuori moda e proprio per questo a Sanremo per noi non c’è gara, ma salire su quel palco è già una vittoria”. Tra i big del prossimo Festival di Sanremo, in gara con il brano ‘Bianca Luce Nera’ (composto da Mirco Mariani e scritto con Pacifico ed Elisabetta Sgarbi) gli Extraliscio si presentano per quella che, a detta di Mirco “è per noi una scommessa. Una scommessa che abbiamo già vinto. Siamo consci di essere un’orchestra fuori moda ma proprio per questo siamo unici e salendo su quel palco per noi è già una vittoria”.
Su un progetto di Elisabetta Sgarbi e della sua Betty Wrong Edizioni Musicali, gli Extraliscio sono lo sperimentatore e polistrumentista Mirco Mariani, la star del liscio Moreno il Biondo, e la ‘voce’ di ‘Romagna mia nel mondo’ Mauro Ferrara accompagnati per l’occasione del festival da uno dei Tre Allegri Ragazzi Morti, Davide Toffolo, che ha anche interpretato il brano attraverso 16 tavole che saranno raccolte nell’esclusivo fumetto ‘La canzone disegnata’, in allegato gratuitamente al numero di marzo del mensile LINUS (in edicola dal 4 marzo).
Nel pieno della kermesse canora, venerdì 5 marzo uscirà uscirà il doppio album di inediti ‘E’ bello perdersi’ (Betty Wrong Edizioni Musicali/Sony Music), diviso in due parti: ‘È bello perdersi’ e ‘Si ballerà finché entra la luce dell’alba’, che segna il debutto di Elisabetta Sgarbi nelle vesti di editore musicale e che dedica ai suoi genitori Rina Cavallini e Nino Sgarbi.

Il video del nuovo singolo di Mydrama feat. Dani Faiv.girato tra le vie di Milano

È online da oggi il videoclip ufficiale di ‘Le luci’ (Sony Music Italy), il nuovo singolo di Mydrama (all’anagrafe Alessandra Martinelli) feat. Dani Faiv. Il brano rappresenta l’incipit di un viaggio ricco di sorprese ed emozioni di cui la città di Milano è il punto di partenza. L’idea di un’avventura che sta per cominciare traspare anche dal videoclip che accompagna il singolo, diretto da Nikolaj Corradinov e Valeriaveba, ambientato all’interno di un pittoresco e colorato autobus a due piani, arredato con gli oggetti più disparati e guidato da uno spericolato ed enigmatico autista.
Mydrama è a bordo della vettura, su di lei aleggia un’atmosfera surreale, che suggerisce l’inizio di un itinerario fantastico e imprevedibile. Sullo sfondo, grattacieli alti e luminosi, che si stagliano possenti nel cielo e illuminano la strada percorsa dall’artista e dagli improbabili compagni di viaggio che si succedono di fermata in fermata. La destinazione del viaggio non può che essere Piazza del Duomo, con la sua luce e la sua vitalità, il simbolo di una città che la sta cambiando e che le sta donando la possibilità di vivere della sua più grande passione: la musica.
‘Le luci’ racconta il momento magico che si vive quando i propri sogni nel cassetto cominciano a prendere forma e può essere considerato un tributo dell’artista alla metropoli che l’ha adottata e che continua a stupirla, trasmettendole l’energia che alimenta ogni nota e ogni parola della canzone. Il racconto è sorretto da un beat incalzante dalla forte anima dance, impreziosito da una seconda strofa che vede il featuring di Dani Faiv.