#MilanoSound: la musica raccontata da ilmohicano.it

Su Mianews, ogni settimana, uno speciale dedicato alla musica a cura  della testata giornalistica online ilmohicano.it per raccontare la scena milanese e nazionale di ‘big’ e musicisti ‘in rampa di lancio’ e per esplorare cosa si muove nel “sound di Milano”.

Il rapper Skioffi e il tribunale dei social

“I social sono diventati dei veri e propri tribunali, le sentenze, ormai, le fanno loro”. Preso di mira e attaccato proprio sui social per anni, per alcuni suoi brani a dir poco provocatori ed in particolare per il testo di ‘Yolandi’, Skioffi (aka Giorgio Iacobelli) esce allo scoperto e in occasione dell’uscita del suo nuovo Ep ‘Alice’ (Sony Music Italia) passa al contrattacco denunciando proprio i social e quei tanti giovani che “passano ore al telefonino e si permettono di dire qualsiasi porcheria”.
“So che non dovrei rispondere a chi mi attacca -sottolinea il rapper- ma non tollero la cattiveria delle persone. Quando trovo una persona cattiva, paradossalmente divento la cosa che odio di più: cattivo anch’io. Non concepisco come una persona possa dire certe brutalità e quando superano il limite non reggo e rispondo”. Ma quello che ancor di più fa arrabbiare il rapper sono i genitori di quei ragazzini “che sui social si permettono di dire cose atroci. Hanno 15, 16 anni -sottolinea- e mi dà proprio fastidio che i loro genitori non si accorgano di quello che fanno. A volte -spiega- arrivo al punto di cercare il loro numero di telefono e chiamarli proprio per dire loro cosa fanno e dicono i figli”.
Quanto al disco, chiaramente autobiografico: “Alice -spiega Skioffi- è stata un passaggio molto importante per la mia vita. Con lei ho passato tutte le sfumature positive e negative della mia vita, facendole subire anche a lei purtroppo. Alice -continua- ha sempre cercato di aiutarmi con i miei problemi privati e di salute. Nonostante io stessi male con me stesso, mi resi conto che la situazione si era messa molto male anche nel mio rapporto con lei. Stavo a terra in tutti i sensi, avevo la depressione e altri mille problemi. Le volevo così tanto bene -spiega- che mi sono detto che non poteva vivere la vita che stavo vivendo io. Per questo -aggiunge- ho deciso di chiudere il nostro rapporto. Per tutto quello che ha fatto lei per me -conclude- il minimo che potevo fare era dedicarle un disco con il suo nome”.

Tornano i Nomadi con ‘Frasi nel fuoco’

Si intitola ‘Frasi nel fuoco’ (BMG) il nuovo singolo dei Nomadi, un brano pieno di vita, dedicato a chi vuole continuare a sperare, a guardare al futuro per arricchire questo presente che spesso risulta essere complesso ed invalicabile. ‘Frasi nel fuoco’, racconta Beppe Carletti leader dei Nomadi “è la voglia di vivere pura, tenacia e determinazione. E’ un inno alla vita e all’amore per la vita a dispetto di ogni difficoltà. E’ un brano vivace che conferma il nostro bisogno di ripartenza, di un’esistenza piena”.
Questo brano, che ricorda sonorità celtiche e popolari, è accompagnato da un videoclip che vede in prima linea un gruppo di artisti di provenienza trasversale: dagli artisti di strada a ballerine di musica classica, da burattinai ad una band, tutta femminile, che incarna il motore pulsante di questa canzone. Alla base di questo racconto avanza a testa alta un forte radicamento con l’arte, lo sguardo alla cultura e alla libertà di espressione. Tutti elementi dei quali siamo stati privati e che dobbiamo riprenderci con forza.
“Questo video -sottolinea Beppe Carletti- è interpretato da persone che vivono, cantano, ballano, suonano. Tutto ciò che ci è stato tolto deve tornarci ad appartenere. E sono le donne a dircelo, quelle che ci danno la vita in questo video ci insegnano ad amarla e ci danno la forza per viverla”.
Venerdì 23 aprile uscirà ‘Solo esseri umani’, il nuovo album di inediti dei Nomadi, per la prima volta su etichetta BMG e pubblicato in formato vinile, Cd e Digital Download. Per mantenere la tradizione la band più longeva d’Italia ha organizzato un ‘raduno virtuale’ insieme a tutti i fan che preordineranno l’album prima del 21 aprile. Basterà inviare alla mail nomadi@nomadi.it la ricevuta di acquisto per poter trovare nella propria casella mail un invito all’evento esclusivo virtuale fissato al 22 aprile insieme alla Band. Si ascolteranno in anteprima tutte le canzoni di ‘Solo esseri umani’.

Il Cairo e il viaggio metropolitano sulla linea 90

Il Cairo racconta la vita che viaggia sulla ’90 Circolare Destra’ di Milano. ’90 Circolare Destra’ è il nuovo singolo di Il Cairo (aka Luca Zaliani), un perfetto mix tra musica pop, musica urbana e afrobeat, dedicato alla Linea 90 di Milano, l’unica che, insieme alla 91, circonda la città di Milano. La ’90’ corre instancabile per 40 chilometri, portando il mondo intero attraverso le sue 65 fermate: traghetta pendolari, incursori e viaggiatori occasionali, studenti di prima, seconda e terza generazione. È fatto di attese, pensiline gelide, luci al neon e venditori di rose, ma anche risse, rapine e eventi inaspettati. É il vero custode delle molteplici sfaccettature della città.
Milanese, classe ’97, Il Cairo ha esordito con i brani ‘San Siro’ e ‘Posto di Blocco’, prodotti da Giuliano Dottori e distribuiti da Peer Music Italy. In ’90 Circolare Destra’, suo terzo singolo, come nelle periferie delle nostre città, i beat nascono, si incontrano e ballano tutti i ritmi del mondo.
“Vengo da un quartiere di Milano -racconta Il Cairo- che si trova fuori dalla circonvallazione esterna, l’anello che circonda la città e che delimita la parte più centrale dalla periferia. Tutto il giorno e tutta la notte l’autobus 90 corre instancabile, portando con sé il mondo intero per tutta la città. Da quando sono piccolo utilizzo questo mezzo per muovermi nella selva urbana. ’90’ vuole essere un omaggio a questo autobus, che spesso è oggetto di critiche e di cronaca, teatro di rapine, risse e degrado”.
“Nella problematicità della periferia -prosegue Il Cairo- questo brano è un inno alla contaminazione, alla necessità di mescolarsi e perdersi per poi ritrovarsi nuovi. Un luogo dove la diversità può non essere un ostacolo ma solamente una ricchezza. Il finale del brano si trasforma in una grande festa fatta di sonorità da tutto il mondo, ritmi portoricani e afrocubani si confondono con una batteria afrobeat, mentre la tromba e la chitarra dialogano in lingue diverse. Gli strumenti sono fratelli e sorelle, noi siamo fratelli e sorelle”.

Vita da (fratello di una) rockstar: Marco Ligabue si racconta in un libro

“Dopo 30 anni di carriera, adesso che il mio percorso musicale in qualche modo l’ho tracciato, se uscisse una canzone da fare insieme a Luciano mi stimolerebbe molto”. Alla viglia dell’uscita del suo libro autobiografico ‘Salutami tuo fratello’, Marco Ligabue non si sente più come ‘il fratello di…’ ma, acquisita una sua identità artistica ben precisa, si dice pronto per un possibile sodalizio musicale con il fratello, senza timore che questo possa apparire come “una scorciatoia per arrivare al pubblico”.
“All’inizio della mia carriera, fare qualcosa con Luciano mi sarebbe sembrata una sorta di raccomandazione – racconta Marco Ligabue – una scorciatoia e questo non mi piaceva affatto. Ora però ci sarebbe da parte mia tutta l’apertura possibile” ad un possibile ‘duetto’ con il fratello più famoso. Certo la presenza, anche un po’ ingombrate, della figura della rockstar emiliana ha qualche volta pesato e anche influito sulle scelte di Marco, ma non più di tanto, come racconta lui stesso: “ho sempre cercato di vivere nel migliore dei modi”, la fama che ha accompagnato e accompagna Luciano Ligabue “mi ha portato a conoscere persone che mai avrei potuto conoscere. Mi ha fatto entrare nel mondo della musica, ma è chiaro che c’è anche un rovescio della medaglia, soprattutto quando, dopo che per due ore hai fatto un concerto, nel momento di scendere dal palco qualcuno ti saluta dicendoti ‘salutami tuo fratello’. Ecco, questa è una cosa che ancora oggi mi infastidisce”.
“Tuttavia, questa parentela -prosegue Marco Ligabue- l’ho sempre vissuta come una cosa che ha portato tanta luce dentro la mia vita ma capisco che possa bastare un attimo per andare in ombra, non solo mediaticamente ma anche nella vita. Essere il ‘fratello di’ non l’ho mai vissuto con disagio, io e Luciano abbiamo bellissimo rapporto e ci stimiamo reciprocamente. Ci vogliamo bene e io cerco di fare la mia strada. Ahimè -sottolinea- ho scelto di fare il cantante, il musicista, ci assomigliamo anche e forse me la sono scelta complicata, ma a volte le sfide più complicate sono quelle più stimolanti”.
“Mi piacciono le sfide -prosegue Marco Ligabue- non mi piace stare per troppo tempo nella mia ‘comfort zone’. Sono uscito dai Rio quando le cose stavano andando bene e mi sono lanciato da cantautore a 40 anni, da fratello di Luciano e tutti mi dicevano che ero matto e che non ero ancora pronto. Avevo deciso di andare avanti nonostante tutti me lo sconsigliassero. Chiunque avrebbe abbandonato l’idea e si sarebbe dato al giardinaggio -prosegue- ma io ci credevo talmente tanto e ne avevo tanta voglia che ho resistito a tutte le critiche. Ricordo ancora quella serata del 2015 quando sono salito sul palco davanti a 60 mila persone che aspettavano Caparezza e che me ne hanno dette di tutti i colori. Anche lì mi è venuta fuori quella tenacia, quell’orgoglio, quella voglia di resistere, che ho portato a termine la mia serata, passando dai dieci minuti più brutti ai venti minuti più belli di sempre”.
Quanto a ‘Salutami tuo fratello’ “è stata un’esperienza esaltante -sottolinea Marco Ligabue- questo libro non era in programma e sono partito titubante. Capitolo dopo capitolo, però, mi sono appassionato ed è stato un modo liberatorio di raccontare anche certe mie fragilità. Sono il fratello di una leggenda della musica e quindi sono passato per dei buchi stretti e ho dovuto sudare tante camicie per conquistare ogni cosa. E’ stato un modo anche di aprirmi di più: con le canzoni puoi raccontare un testo in tre minuti mentre davanti a me avevo delle pagine bianche da riempire. Ho potuto approfondire la mia vita privata e tirar fuori la mia tenacia, la mia testardaggine emiliana. Per questo è nato questo libro che racconta come, per tutta la mia vita, quotidianamente, ci sia sempre stato questo ritornello di qualcuno che mi diceva ‘salutami tuo fratello'”.
‘Salutami tuo fratello’ (in uscita domani giovedì 8 aprile, editor da Pendragon) è composto da trentatre ‘cronache’, racchiuse in 283 pagine, che hanno come filo conduttore la musica. Con una scrittura immediata e fresca, che si avvale di un gusto naturale per il racconto, Marco Ligabue, mette in scena situazioni quotidiane, avventure giovanili e imprese memorabili, arricchite da teneri racconti di famiglia. E tanti, divertenti episodi della vita da artista: perché forse nessuno mai, come lui, ha vissuto il palco da ogni lato, da fan, da addetto ai lavori, da musicista, da protagonista e da fratello di una rockstar.