La “linea rossa” tra estetica e dimensione sociale: la metropolitana che ha cambiato Milano

La segnaletica sui mezzi pubblici Atm

Nell’ambito degli eventi organizzati in parallelo alla mostra che racconta i 66 anni di storia di MM Spa, si è tenuta nella serata di lunedì presso la centrale dell’acqua la lectio della dottoressa Barbara Carnevali, docente di filosofia all’Ècole des Hautes Ètudes en Sciences Sociales di Parigi, sul tema “La linea rossa, o dell’educazione estetica di una città”. Presenti anche i direttori generali di MM Spa, Stefano Cetti, e di ATM Spa, Arrigo Giana.
Parlando della prima linea metropolitana del capoluogo meneghino, Barbara Carnevali l’ha definita “una grande novità per Milano e in generale per l’estetica italiana. Fu un progetto innovativo tanto dal punto di vista estetico che dal punto di vista delle scelte sociali che venivano associate all’uso delle forme e alla scelta di determinati elementi progettuali”. Bisogna ricordare che i lavori per la sua realizzazione iniziarono nel 1964 quando Milano conosceva un forte fermento sul fronte dell’industrializzazione. L’industria e il commercio furono infatti i riferimenti principali per la costruzione della linea che all’epoca collegava la zona industriale di Sesto Marelli alla Fiera Campionaria a Lotto. Secondo la Carnevali, la filosofia degli architetti era “giocare sulla standardizzazione e su un design moderno”. In questo senso si spiega la scelta di strutture  e materiali simili a tutte le fermate della metro, a differenza invece di quella di Napoli dove ogni stazione è l’espressione artistica di autori differenti. “Rappresentava una scommessa per la città. L’idea era che la città fosse una per tutti”, ha aggiunto Carnevali.
“La linea rossa ha cambiato la faccia di Milano. Ancora oggi è un’icona di design e un capolavoro dal punto di vista progettistico e tecnico”, ha dichiarato il direttore generale di ATM Spa Arrigo Giana. “Tutto era pensato perché nessuno si accorgesse di quanto intorno. Per chi la usava, la metro era un flusso. Oggi le stazioni ferroviarie, gli aeroporti e le metropolitane sono invece luoghi dove si vive”, ha aggiunto. Rispondendo alla domanda sull’impatto delle nuove tratte e delle tecnologie adoperate per esse, Giana ha sottolineato che per via “delle minori capacità complessive, sono comunque meno importanti delle linee 1 e 2 che sono i due assi portanti della metropolitana di Milano”.
Parlando della nascita della metro rossa, il direttore generale di MM Spa ha invece ricordato “la decisione che assunse allora il sindaco e l’amministrazione di Milano non solo di dotarsi di metropolitane e mezzi di trasporto, ma anche di una società come Metropolitane Milanesi che le sapesse progettare e fare la direzione lavori”. Interpellato sulla possibilità che il primato ingegneristico della prima tratta metropolitana di Milano sopravviva ai nuovi ampliamenti, Cetti ha risposto che “l’offerta di mezzi pubblici e la capacità che viene messa oggi a disposizione è molto più elevata. Ma la linea rossa sicuramente rimarrà nel cuore dei milanesi”.