Casa della Carità, don Colmegna ‘passa il testimone’ a don Selmi: “20 anni entuasiasmanti”

L'incontro alla Casa della Carità (Foto Mianews)

“L’accoglienza, come categoria generale, non è per la milanesità solo un affare di buon cuore e di buon sentimento, ma uno stile organizzato di integrazione che rifugge dalla miscela di principi retorici e di accomodamenti furbi, e si alimenta soprattutto ad una testimonianza fattiva. Per questo sono lieto che sia possibile, in collaborazione anche col Comune, offrire alla città una Casa della carità che risponda alle intenzioni di un generoso benefattore milanese e rimanga come segno di accoglienza verso i più sprovveduti”.
Con queste parole il 28 giugno 2002, l’allora arcivescovo Carlo Maria Martini, nel suo intervento al Consiglio Comunale di Milano “Paure e speranze di una città”, annunciava la nascita di quella che sarebbe diventata la Fondazione Casa della Carità “Angelo Abriani”. Vent’anni anni dopo, l’auspicio di Martini è diventato “una vera casa per l’accoglienza degli ultimi e, allo stesso tempo, un laboratorio di cultura e pensiero”. Sono molte migliaia le persone che in questi anni hanno trovato ospitalità nella Casa. Nel solo ultimo anno sono stati 498 gli ospiti ai quali si aggiungono altre 9.309 persone che la Fondazione ha aiutato con i suoi servizi: dallo sportello di ascolto alle docce e guardaroba, dagli ambulatori medici e psichiatrici allo sportello di tutela legale, dal centro diurno per anziani allo sportello per le residenze anagrafiche.
“Sono stati 20 anni straordinariamente capaci di entusiasmare – sottolinea don Virginio Colmegna, presidente della Fondazione – durante i quali siamo riusciti a far fronte a tante emergenze, dai rom sgomberati dai campi alla presa in carico, durante il Covid, di chi non poteva essere assistito dal servizio sanitario pubblico, fino alla recente accoglienza dei profughi afghani e ucraini”.
“Lo abbiamo fatto con lo sguardo rivolto al futuro e cercando sempre di dare corpo al mandato ricevuto da Martini: non essere soltanto un’organizzazione capace di gestire l’accoglienza e l’aiuto ai più fragili, ma una realtà che pensa, che si fa interrogare e che guarda alla città dalla prospettiva dei poveri”, aggiunge.
Dal prossimo anno a guidare la Casa della Carità è stato chiamato dalla Diocesi di Milano don Paolo Selmi. Dandogli il benvenuto, don Colmegna si è detto lieto che la Casa della Carità venga affidata a don Paolo, “un sacerdote di cui conosciamo bene l’impegno in un quartiere difficile come quello di Bruzzano. Con lui e con la comunità della parrocchia della Beata Vergine Assunta, la nostra Casa ha già avuto modo di stabilire un intenso legame, grazie all’esperienza di accoglienza straordinaria dei profughi, portata avanti insieme nelle estati del 2015 e nel 2016. Personalmente, lo aspetto con gioia, desideroso di essergli vicino per proseguire il mandato del cardinal Martini e rendere viva la collaborazione già in atto tra la Fondazione Casa della Carità e l’associazione SON – Speranza Oltre Noi, sui temi della fragilità e della disabilità”.
Durante l’incontro pubblico di questa sera con i due garanti della Fondazione, l’arcivescovo di Milano, monsignor Mario Delpini, e il sindaco della città Giuseppe Sala, hanno preso la parola anche alcuni ospiti, operatori e volontari che si sono fatti portavoce di alcune delle parole chiave che hanno caratterizzato questi 20 anni: casa, diritti, gratuità, squilibrio, innovazione.
Le celebrazioni per il ventennale della Casa della Carità proseguiranno sabato 26 novembre alle 18 con il concerto “Il violino del mare” con la Piccola Orchestra dei Popoli, un’esperienza che ha radici nella “Banda del Villaggio Solidale”, nata proprio alla Casa della Carità negli anni dell’accoglienza dei rom a seguito degli sgomberi dei campi.
Si concluderanno dall’1 al 4 dicembre all’Anteo Palazzo del Cinema, con la nona edizione del SOUQ Film Festival, il concorso internazionale di cortometraggi a tema sociale e ambientale, promosso dal Centro Studi SOUQ della Casa della Carità, che torna dopo due anni di stop a causa della pandemia.