Fnm, rigenerare e ricucire le città anche attraverso una ‘nuova visione’ delle stazioni

Ridisegnare i luoghi delle città, a cominciare dalle stazioni, per farli tornare ad essere luoghi di incontro e bellezza. Questo è stato il centro dell’incontro “La bellezza salverà il mondo” organizzato al Cinema Anteo di Milano tra il giornalista Nicola Saldutti e il presidente del Gruppo FNM Andrea Gibelli.

Prendendo l’esempio di Milano, dove FNM sta portando avanti il progetto di rigenerazione degli spazi attorno ai binari di stazioni come Bovisa e Cadorna, insieme a Trenord e regione Lombardia, Gibelli ha sottolineato l’esigenza di ricucire il rapporto tra centro e periferia e ripensare i luoghi della mobilità: “Oggi le città hanno bisogno di ricostruire un rapporto di bellezza. Tra l’identità del centro di Milano e le periferie c’è uno iato. Una tesi dell’Università napoletana Federico II dimostra che il ridisegno, in termini di design, delle stazioni e delle fermate dell’autobus nelle città consente un livello più alto di accettabilità della variazione di tariffe di pagamento di autobus e treni. Luoghi belli consentono alle persone di sentirsi al sicuro”.

Secondo Gibelli, occorre coniugare la sostenibilità con la ridefinizione degli spazi delle città: “Bisogna recuperare parti di città concepite a fine Ottocento-inizio Novecento e traghettarle nel 2050. Milano ha 24 stazioni nell’ area metropolitana, deve ridefinirle per non essere percepite come luoghi respingenti. Oggi, se si vogliono recuperare le città e i luoghi della mobilità, bisogna concepire stazioni dove si recupera il termine originario: stazione è l’opposto di movimento e non deve solo essere legata al viaggio”.

Per questo motivo uno degli obiettivi del progetto Fili è la ridefinizione degli spazi di Milano Cadorna: “Abbiamo in mente la copertura di 70mila metri quadri sopra i binari. Dovremmo valorizzare il fatto che la stazione è in mezzo alla Triennale, il luogo del design, e il Cenacolo di Leonardo da Vinci. Non chiamarla ‘Triennale’ o ‘Cenacolo’ è una contraddizione. Questa cosa farebbe marketing, bellezza e consapevolezza. La stazione così avrebbe un altro significato” ha sottolineato Gibelli.

Con la pandemia di Covid e il lockdown, la città è stata costretta a ripensare i suoi spazi. Milano ha subito delle conseguenze anche sulla mobilità: “Prima della pandemia – ricorda GibelliTrenord muoveva 840 mila persone al giorno, una cifra che si ottiene mettendo insieme i passeggeri del tpl di Lazio, Piemonte e Veneto. Milano si chiude di notte con 1 milione 400 mila residenti, di giorno con chi viene a lavorare ne raggiunge 3 milioni. Oggi sono 660 Mila persone che si muovono con tpl. Il Covid ha ristrutturato la città a partire dalla riorganizzazione del lavoro; ha portato all’uso della tecnologia, allo smart working, ad una mobilità più flessibile, e ora si usano meglio le infrastrutture”.

“La novità – continua Gibelli – è che ora il sabato e la domenica portiamo più viaggiatori in Lombardia per il tempo libero che prima del Covid. C’è stato un cambio di paradigma nell’ uso del mezzo pubblico nel tempo libero. Occorre portare in città una ‘goticitá tecnologica’ che consente a ogni quartiere di avere equipotenzialità sul piano della famiglia, del lavoro, dello spazio libero, della ricreazione” ha concluso Gibelli.

Anche il giornalista Saldutti ha sottolineato la natura accogliente di città come Milano: “è una strana città che pur non avendo il mare, è un grande porto, dove le persone arrivano e questo genera cambiamento nelle città”. Ha ricordato l’obiettivo del progetto Fili: “Gli spazi intorno alla stazione, considerati spesso come non luoghi, possono diventare belli con questo progetto. Le città devono reimmaginare luoghi che hanno sempre visto in un modo e invece possono essere tutt’altro. La stazione di Cadorna sta a 200 m dal Cenacolo ma bisogna trovare un modo di comunicarlo in modo forte. La cosa bella è che un buon investimento in bellezza ha un ritorno economico se ben costruito” ha concluso.