Stadio, i comitati che difendono La Maura annunciano presidi fissi: “Area incompatibile con una colata di cemento”

La conferenza stampa del comitato fuori dai cancelli dell'Ippodromo La Maura (foto Mianews)

Il Coordinamento per la tutela del verde cintura urbana di Milano – Parco Ovest annuncia nuove iniziative in difesa dell’area de La Maura contro l’ipotesi di costruzione dello stadio del Milan.

“Alla luce alla situazione Stadio nell’Ippodromo La Maura, il territorio non vuole rimanere a guardare – afferma il coordinamento -. La Maura è tutelata e non occorre aspettare alcun progetto: lo stadio è incompatibile con il sistema verde e con le norme di Piano del Parco Sud nell’ovest milanese; dato che l’amministrazione comunale non riesce ad esprimere questo semplice principio di rispetto delle vigenti norme di tutela ambientale, i cittadini si organizzano per tutelare il parco della Maura.

Il Coordinamento che ha organizzato la ‘Catena umana dei 3.300’ attorno alla Maura, è già al lavoro per organizzare, qualora dovesse andare avanti il progetto di stadio a La Maura, una rete di cittadini disposti a presidiare fisicamente in modo permanente l’area della Maura; più del 70% ad oggi ha dato la propria disponibilità”, si legge nel comunicato.

Contrario al progetto dello stadio a La Maura anche il consigliere della Lista Sala Enrico Fedrighini: “Uno stadio nell’area della Maura è un progetto folle – ha sottolineato il consigliere durante una conferenza stampa convocata fuori dai cancelli dell’Ippodromo Snai La Maura insieme a una decina di attivisti del Coordinamento – Se qualcuno mi propone la realizzazione di un autodromo all’interno di un’area pedonalizzata o ciclabile non aspetto di vedere il progetto, gli dico che questo progetto incompatibile con la destinazione di quell’area. Se qualcuno mi viene a presentare il progetto di un edificio che deve accogliere 70mila spettatori con strade, infrastrutture e parcheggi non aspetto il progetto, gli dico che quell’area non va bene. Magari faccio anche un passo in più: sono io, come amministrazione pubblica, che individuo cinque aree su scala non solo milanese ma anche metropolitana che già esistono e, per collegamenti e senza ulteriore consumo di suolo, possono adempiere alla funzione richieste. Si tratta di mettere insieme interessi privati legittimi con l’interesse pubblico rispetto al quale l’amministratore è tenuto a rispondere”.

“L’amministratore pubblico – ha continuato Fedrighini – non è un un notaio che ratifica le scelte prese. Abbiamo un Piano di Governo del Territorio e abbiamo un’idea di città che viene espressa in campagna elettorale, si tratta di una città che riduce il consumo di suolo, che migliora l’ambiente e che riduce l’inquinamento: arriva la fase in cui alle parole devono seguire i fatti”.

“Non spetta ai consiglieri comunali andare a parlare coi club – ha continuato il consigliere – per capire le loro esigenze: ci sono i bisogni e richieste da parte dei club che possono essere soddisfatte se l’amministrazione pubblica fa il suo mestiere che è quello di riunire tutte le parti interessate attorno a un tavole, inclusi i Milan e Inter, per operare una scelta che riduca al massimo il consumo di suolo, eviti scempi ambientali e porti a una soddisfazione di tutti gli attori. Voglio ricordare una cosa: due ingegneri del Politecnico, non i primi due scappati di casa, hanno presentato da anni un progetto che soddisfa le ulteriori funzioni commerciali e di merchandising che i club ritengono essenziali per un moderno impianto e hanno dimostrato che tutto questo è collocabile all’interno di un Meazza ristrutturato a metà dei costi di costruzione del nuovo impianto. E i lavori si potrebbero fare tranquillamente anche con lo stadio in funzione, come già accaduto per i lavori di Italia 90 con la costruzione del terzo anello”.