Migranti, a Milano 1.300 minori non accompagnati. Sala: “Quasi raddoppiati, serve ‘equa redistribuzione'”

Il sindaco di Milano Giuseppe Sala è tornato ad affrontare la questione dei minori non accompagnati ospitati in città. Nel suo podcast ‘Buongiorno Milano’, ha ricordato che a Milano ci sono 1.300 minori stranieri non accompagnati “quasi il doppio rispetto agli anni precedenti”, ed è tornato a chiedere un meccanismo di ‘equa redistribuzione’ sul territorio.

Il numero attuale delle presenze, continua Sala, “va ben oltre la capacità di accoglienza del sistema cittadino, tanto che ben il 30%, pur essendo in carico al Comune di Milano, è poi ospitato in comunità fuori città o addirittura fuori regione”, rendendo ancora “più “difficile” seguirne il percorso.

Il sindaco ricorda la vicenda di Bilal, il dodicenne scappato decine di volte dalle comunità e fermato per furti e rapine, come storia “al limite” ma “emblematica” della difficoltà del sistema di aiutare le centinaia di minori che arrivano in Italia.

“Ricordo che la legge non prevede un meccanismo equo di ridistribuzione delle presenze, ma semplicemente assegna ai Comuni la responsabilità di prendersi cura di tutti i minori stranieri non accompagnati che vengono intercettati nel loro territorio”, spiega ancora il sindaco. In pratica “se le forze dell’ordine o le associazioni che si occupano dei senza dimora intercettano un ragazzo, lo accompagnano e il sindaco di quel Comune ne assume la responsabilità, che non significa solo dargli un tetto, ma costruire assieme a lui un percorso di integrazione”.

“Da tempo – sottolinea Sala – chiediamo un radicale cambiamento del sistema, con l’introduzione di un sistema di equa redistribuzione che consenta a tutti di operare al meglio e con numeri gestibili per il bene dei ragazzi e delle città” ma “il nostro appello è rimasto finora inascoltato”.

Il sindaco ha poi affrontato la questione degli affidi di questi minori: “Nel 2022, a Milano erano attivi 20 affidi riguardanti minori stranieri non accompagnati. L’affido può invece aiutare molto” e sarebbe necessario “potenziare il numero delle attivazioni e collocare i ragazzi in una situazione che possa favorire il loro percorso di integrazione”, con la premessa che “affidare un minore a una famiglia non significa” da parte del Comune “disinteressarsi delle sue sorti. I servizi sociali rimangono in contatto con la famiglia, la seguono ed erogano un contributo economico per le spese”.

Sala ricorda che “possono diventare affidatarie persone singole o coppie, sposate o conviventi, senza vincoli di età” e che “le famiglie che si rendono disponibili all’affido partecipano a un percorso di informazione e approfondimento sempre seguite dal coordinamento Affidi del comune di Milano che organizza incontri informativi di gruppo, a cui segue un percorso di conoscenza individuale con colloqui e visita domiciliare. Un’esperienza – sottolinea Sala – che può regalare a un bambino un percorso di vita più sereno e arricchire le vite di chi decide di accoglierlo”.

Da parte del Comune, ricorda ancora il sindaco, con Prefettura, Procura e Tribunale dei Minori, è stata avviata inoltre un’interlocuzione con i 4 consolati di Egitto, Albania, Bangladesh e Tunisia, cioè i Paesi “da cui proviene quasi il 70% dei ragazzi” in modo da “favorire l’affidamento a famiglie della stessa nazionalità, permettendogli di vivere in un ambiente simile al suo dal punto di vista culturale, linguistico e religioso” ha concluso Sala.