25 aprile, in migliaia al corteo per la festa della Liberazione. Sala: “Meloni ci metta la faccia e dica ‘siamo antifascisti’

“Io non voglio essere critico ad ogni costo ma certe cose se si sentono bisogna dirle ad alta voce, mettendoci la faccia. La Meloni in alcune occasioni pubblicamente ha mostrato una faccia decisa, ha urlato certe parole e certi slogan e quello che dovrebbe fare è mettere la faccia e dire con chiarezza e in maniera definitiva: ‘siamo antifascisti’”. Lo ha detto il sindaco Giuseppe Sala, alla partenza del corteo per il 25 aprile, interpellato dai giornalisti. “Però se sono così io credo sia anche inutile continuare con questo balletto. L’importante è che noi lo sentiamo e spero che Milano continui a sentire questo spirito. Andiamo avanti e per noi quella della Liberazione è una festa”. Bandiere di associazioni, sindacati e movimenti, come sempre, hanno colorato la manifestazione del 25 aprile che sfilato fino a piazza Duomo senza tensioni né contestazioni di alcun tipo. Applaudita Elly Schlein, la neosegretaria del Pd alla sua prima manifestazione per il 25 aprile da leader dei dem.

In piazza si sono quindi tenuti gli interventi del sindaco Sala, del segretario generale della Cisl Luigi Sbarra, della presidente nazionale dell’Anpc Mariapia Garavaglia, della studentessa Farida Elashwal, del presidente nazionale dell’Aned Dario Venegoni, del partigiano Aldo Tortorella (in collegamento), del presidente nazionale Anpi Gianfranco Pagliarulo, del presidente di Anpi Milano, Roberto Cenati.

“I nazisti non erano semi pensionati che percorrevano le vie del nostro paese ma responsabili, con il supporto dei repubblichini di Salò, di eccidi, stragi della popolazione civile e deportazioni”, ha detto  Cenati nel suo intervento. “Il fascismo non ha fatto nulla dì meritevole, è stato volontà di dominio e di conquista, di esaltazione di violenza, sopraffazione, persecuzione ed eliminazione degli oppositori politici”, ha detto ancora Cenati. “A 78 anni dalla sconfitta del nazifascismo sembra venuta meno la conoscenza indelebile di ciò che hanno veramente rappresentato in Europa, il fascismo e il nazismo nel secolo degli stermini, con il loro disegno di un ordine nuovo basato sul razzismo come ideologia e sulla violenza criminale come sistema di governo. Stiamo assistendo a una pericolosa riscrizione della storia, a una inquietante rimozione dell’ignominia del fascismo”.

“Dobbiamo fare memoria perché vediamo cosa succede a non vigilare sulle radici della libertà e della democrazia: l’abbiamo visto a Capitol Hill, a Brasília e a Bucha, e prende corpo un orrore che sembra dirvi basta con il progresso e i diritti civili e politici, basta con l’amore e la libertà di essere ciò che si è: questo è il sogno delle destre estreme che sembrano dire basta con il progresso, guardiamo indietro e già che ci siamo ne approfittiamo per riscrivere la storia”. Lo ha detto il sindaco Giuseppe Sala, durante il suo discorso dal palco in piazza Duomo, in occasione della manifestazione nazionale del 25 aprile. “Sappiamo che chi fomenta odio e violenza vuole un nuovo tipo di autoritarismo, ma noi siamo in grado di dire no. A questa lotta contro presente e futuro diciamo no”, ha assicurato Sala. “La conosciamo a memoria Bella Ciao, è diventata un inno mondiale”, ha detto ancora, citando la strofa ‘questo è il fiore del partigiano’, domanda “cos’e questo fiore? E’ il futuro. Il 25 aprile non è solo ciò che è accaduto ma è ciò che deve continuare ad accadere sempre. Il valore universale di questa giornata deve farci entrare nel futuro con la forza della libertà e della democrazia. Libertà di fare famiglia senza imposizioni, libertà di vivere, di essere curati e accompagnati nelle malattie, di lavorare in sicurezza ed essere tutelati dalla scienza, libertà dalle guerre e dalle povertà. In altre nazioni e continenti questo è un sogno e il 25 aprile deve garantire dignità e libertà”, sottolinea. “Chi nega la libertà si mette fuori dalla storia e si allinea al caos delle destre estreme che ci sono ovunque. Non si torna indietro da modernità e contemporaneità, dal progresso”, ha concluso.