Il Consiglio regionale ‘stoppa’ il referendum sulla sanità: “Quesiti inammissibili”. Proteste in Aula

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Il Consiglio regionale, tra le proteste dell’opposizione, ha dichiarato ‘inammissibili’ i tre quesiti referendari per l’abrogazione parziale della legge sanitaria lombarda, in particolare dove prevede l’equivalenza tra quella pubblica e quella privata.  E’ stato infatti approvato con i soli voti del centrodestra l’odg presentato dalla maggioranza con cui si dichiara appunto “l’inammissibilità” delle proposte referendarie presentate da associazioni e sindacati.

Già le scorse settimane il centrosinistra aveva denunciato “l’anomalia della procedura” che di fatto ha lasciato “al voto politico dell’Aula” la valutazione sull’ammissibilità dei quesiti, aspetto che invece, hanno ribadito anche oggi  i consiglieri di opposizione “è di competenza ‘tecnica’ dell’Udp” il quale in caso non arrivi all’unanimità del parere “dovrebbe avviare un’interlocuzione con il comitato referendario e non demandare all’Aula” la decisione.

Diversa l’interpretazione del centrodestra secondo cui “non sono state fatte forzature” e lo stesso presidente del Consiglio regionale Federico Romani ha “dichiarato ammissibile” l’odg del centrodestra. Non è stato invece ammesso alla votazione un odg dell’opposizione che chiedeva di non procedere alla votazione e di far ritornare alla discussione in Udp.

Al momento del voto dai banchi del centrosinistra sono stati alzati cartelli di protesta con scritte come “la destra toglie la parola ai lombardi” , “sulla tua salute decidono loro” e “la destra ha paura della voce dei lombardi”. I consiglieri di Pd, M5S, Patto Civico e Alleanza Verdi Sinistra non hanno preso parte alla votazione. Non hanno votato a favore dell’inammissibilità dei quesiti referendari nemmeno i consiglieri della lista civica Moratti, l’ex assessore al Welfare da cui prende il nome la riforma sanitaria, precisando però che la scelta di non votare non ha riguardato il merito del referendum, ma la procedura utilizzata in Aula.

Secondo i capigruppo di maggioranza (FdI, Lega, FI, Lombardia Ideale e Noi Moderati) “i quesiti proposti nel testo sono tecnicamente inammissibili e insanabili. Sono stati formulati in modo sbagliato”. E inoltre  “l’eventuale approvazione dei quesiti referendari  determinerebbe il blocco totale della sanità lombarda fondata, appunto, sulla sinergia tra pubblico-privato con strutture accreditate e contrattualizzate, modello di efficienza riconosciuto a livello nazionale. Impostazione, tra l’altro, presente anche nelle Regioni guidate dal centro sinistra”.