Patrimonio Unesco, da liuteria a transumanza: i “beni culturali viventi” della Lombardia

Transumanza - Foto di Carlo Meazza

In occasione della Giornata del Patrimonio Culturale Vivente nei venti anni della Convenzione UNESCO 2003, Regione Lombardia ha organizzato l’iniziativa “Seminare Futuro. Raccogliere Comunità”, presso la Sala Biagi di Palazzo Lombardia. Una giornata dedicata anche alle comunità delle Alpi coinvolte in un intenso programma per la salvaguardia delle proprie tradizioni e culture.

Il 17 ottobre 2003 è nata la Convenzione UNESCO per la salvaguardia del Patrimonio Culturale Immateriale. Sono trascorsi venti anni e molte comunità sono state accompagnate nei processi di salvaguardia e il loro Patrimonio vivente è entrato a far parte del Patrimonio dell’umanità: le pratiche di salvaguardia si sono trasformate, i soggetti coinvolti costruiscono reti sempre più articolate. Le conoscenze tradizionali generano processi, pratiche e prodotti innovativi, nel rispetto della biodiversità, della multifunzionalità delle economie montane e dei valori culturali delle comunità alpine. Il Patrimonio vivente si trasmette nei contesti informali della vita quotidiana rinnovandosi di generazione in generazione, mentre le esperienze di educazione e formazione in contesti formali strutturano e consolidano i processi di trasmissione.

“La salvaguardia del Patrimonio Culturale Immateriale – ha dichiarato Francesca Caruso, Assessore alla Cultura Regione Lombardia – è uno dei punti rilevanti delle politiche culturali contemporanee, di primaria importanza per sostenere la creatività, il senso di appartenenza e identità delle comunità, in un confronto continuo nel contesto internazionale. Regione Lombardia ha un ruolo pionieristico nel panorama nazionale sui temi della Convenzione UNESCO del 2003 perché il 23 ottobre 2008 viene promulgata la legge regionale (n. 27 Valorizzazione del Patrimonio Culturale Immateriale, e a seguire con la legge quadro Politiche regionali in materia culturale – Riordino normativo del 7 ottobre 2016, n. 25, artt. 13 e 22) dà il via al riconoscimento normativo del Patrimonio Culturale Immateriale e, quindi, a una sfida complessa, che vede negli anni la sperimentazione di processi inclusivi che hanno attivato la partecipazione delle comunità nella ricerca, nella documentazione e nell’inventariazione dei patrimoni immateriali”.Durante la giornata hanno portato la loro testimonianza alcune esperienze di comunità: l’arte della liuteria tradizionale (Cremona), i giochi tradizionali con il festival di Tocatì (Verona), la transumanza in Valle Camonica.Attraverso l’Archivio di Etnografia e Storia Sociale (AESS), Regione Lombardia ha avviato nel 2010 l’Inventario “R.E.I.L. – Registro delle Eredità Immateriali della Lombardia”, primo Inventario del Patrimonio Immateriale a livello nazionale (www.intangiblesearch.eu).L’inventario è stato esteso, attraverso la progettazione europea, ad altre regioni dell’area alpina (Regione Valle d’Aosta, Regione Piemonte, Provincia Autonoma di Bolzano, Provincia Autonoma di Trento, Svizzera con i Cantoni Vallese, Ticino e Grigioni, Francia, Slovenia, Austria e Germania), diventando un Inventario del Patrimonio Immateriale delle Regioni Alpine, (www.intangiblesearch.eu), costruito in stretta collaborazione con le comunità di eredità. L’inventario online rende accessibile e diffonde la conoscenza dei “beni viventi”, che si manifestano attraverso le tradizioni orali, le lingue, le arti performative, i saperi tecnici, le pratiche sociali, gli eventi rituali e festivi.