L’abbattimento della storica palazzina in stile liberty in via Sigieri angolo viale Umbria “è un crimine del Comune, un delitto di cui qualcuno dovrà rispondere”. Così Vittorio Sgarbi, sottosegretario al Ministero della Cultura, interpellato da Mianews, si esprime sulla vicenda dell’edificio anni Venti di viale Umbria 37 che fu sede della storica casa discografica “La voce del padrone”. Secondo un progetto sottoposto al Comune dalla società Porta Rossa di Cuneo, ora proprietaria dello stabile, l’edificio storico verrà abbattuto per far posto a un maxi condominio da 126 appartamenti. “Penso che l’abbattimento sia un crimine che va denunciato alla magistratura – commenta Sgarbi, più volte critico con l’Amministrazione Sala su progetti urbanistici, non ultimo quello relativo allo storico stadio San Siro che il critico d’arte ha sempre chiesto di tutelare –. La magistratura dovrebbe occuparsi anche di cose come queste. Solo l’idea di quello che dovrebbe essere messo al suo posto, fa capire che siamo davanti a un crimine del Comune, una responsabilità grave”.
“Facciamo vincolare l’edificio – prosegue il sottosegretario, in passato anche assessore alla Cultura di Milano – e mi pare che tutto consenta il vincolo. Bisogna impedire l’abbattimento, visto che non è in grado di capirlo il Comune. Questa mancanza di sensibilità è insopportabile, è l’inizio di una immoralità profonda. Non capire il passato, non capire la storia, pensare solo ai soldi è terribile”.
L’edificio non è vincolato dalla Soprintendenza e la commissione Paesaggio del Comune ha dato il via libera al progetto che prevede l’abbattimento. Sgarbi ha annunciato che si muoverà per salvare lo stabile. “Lunedì manderò una lettera alla Soprintendente Emanuela Carpani e al direttore generale Luigi La Rocca, segnalando che è nostro dovere, al di là del fatto che l’edificio sia vincolato o meno, vincolare le decorazioni. Siccome le decorazioni dell’edificio sono dentro la legge di tutela, questo dovrebbe consentire un vincolo molto facile – ha spiegato – Quindi cerchiamo di impedire l’abbattimento di un edificio storico”. “La presenza di decorazioni che rappresentano un momento preciso, un’epoca – ha continuato – consente il vincolo dell’edificio. In molti potrebbero dire che l’edificio non è particolarmente importante, invece i fregi lo sono. La Soprintendenza dovrà intervenire, al di là del fatto che anche il manufatto sia di architettura particolarmente pregevole”.
Su Facebook anche Patrizia Bedori, ex consigliera comunale, si è schierata contro l’abbattimento. “Profonda tristezza – ha scritto in un post – in viale Umbria 37, angolo via Sigieri, si trova un complesso industriale sede, sino agli anni Sessanta, della storica casa discografica La Voce del Padrone. È notizia recente che questo piccolo gioiello storico degli anni 20 a Milano soccomberà per lasciare spazio alla solita speculazione edilizia”. Nello stabile passarono cantanti e musicisti come Fred Buscaglione, Franco Cerri, Bruno Martino, ma anche Al Bano agli inizi della carriera e un giovanissimo Francesco Guccini. Qui venne anche realizzato un disco di Louis Armstrong. E qui lavorò anche il clarinettista e sassofonista Gianni Bedori, padre dell’ex consigliera. “Mi tocca nel profondo la decisione di abbattere questo pezzo di storia milanese – ha scritto Bedori – legato indissolubilmente al ricordo di mio padre e alla storia della musica italiana”.