Riapre la Sala del Cenacolo del Museo Nazionale Scienza e Tecnologia Leonardo da Vinci, in via San Vittore 21. Dopo un importante restauro durato un anno, da domani tornerà ad essere visitabile e tornerà ad essere parte del percorso di visita libera del Museo. A permettere l’intervento, costato circa 200 mila euro, la donazione di Fimesa e della famiglia Sordi. I lavori di recupero sono stati presentati stamane.
“Questa riapertura si inquadra in un processo di valorizzazione e miglioramento dell’offerta culturale, che riporta questa sala meravigliosa ad essere fruibile – ha detto Fiorenzo Marco Galli, direttore generale del Museo – cosa che prima non era possibile per i segni dei tempi e per una maturata condizione di degrado dovuta anche a condizioni naturali come infiltrazioni. Grazie alla magnifica e generosissima donazione di Fimesa e della famiglia Sordi, in memoria di Roberto e Silvio Preti, abbiamo potuto mettere mano. È stato un processo rapido perché dai primi studi alla presentazione è passato un anno. Cosa che si vede raramente in situazioni di questo tipo. Con questa sala il museo si arricchisce di un ulteriore progetto che da un lato è valorizzazione di un bene culturale e dall’ altro è una sala meravigliosa che potrà essere utilizzata per altre iniziative, come incontri convegni e conferenza per arricchire l’offerta culturale del Museo”.
Nell’intervento di restauro sono state consolidate, pulite e integrate le opere pittoriche e gli affreschi. Così sono tornati visibili decorazioni, colori e dorature che il trascorrere del tempo e le vicende storiche avevano alterato. “In questo restauro si è scoperta una tecnica esecutiva straordinaria che prima dell’intervento era poco visibile per i numeri strati di sporco e patinature che i dipinti avevano. L’opera poi ha subito diverse modifiche nel tempo per via dei diversi usi di questo ambiente. Uno dei peggiori è stato quello a uso caserma. A questo si sommano i numerosi restauri che sono intervenuti in maniera sommaria sulle pitture murali” ha spiegato la restauratrice Vanda Franceschetti. “Una delle difficoltà è stata di riuscire in un tempo limitato a fare tutte le operazioni di restauro su una superficie molto vasta, pari a più di 700 metri quadri di affreschi. Il lavoro di pulitura è stato importante. E a questo si somma il fatto che abbiamo iniziato a luglio, con temperature molto alte. Sulla volta c’erano 35 gradi fissi. Dovevamo usare diversi ventilatori e si riusciva a lavorare fino alle quattro del pomeriggio”.
Accanto ai lavori di restauro, è stata portata avanti per la prima volta anche una ricerca della storia artistica e architettonica della Sala, in collaborazione con lo storico dell’arte Stefano Bruzzese. “Sono felice che questo progetto sia in ricordo dei miei due amici Roberto e Silvio Preti – ha detto Massimo Sordi, presidente Fimesa – Continueremo a stare vicini al Museo. Abbiamo già molti progetti e sono particolarmente felice di poterli finanziare. E sono altrettanto felice di poter essere in un certo senso vicino agli oltre 600mila bambini o giovani che visitano ogni anno il Museo”. Non presente all’evento per motivi di salute Emanuela Carpani, Soprintendente all’Archeologia, belle arti e paesaggio per la Città metropolitana di Milano, che ha inviato una lettera per esprimere “gratitudine e stima a chi si è occupato del progetto di restauro” e “entusiasmo per un intervento che non vedo l’ora di ammirare di persona”. “Questa operazione di restauro consentirà ai visitatori di ammirare, perfettamente restaurate, opere del primo Settecento lombardo, in un museo straordinario che tiene sempre strette le connessioni tra passato e futuro e tra scienza e arte” è il messaggio inviato dall’assessore alla Cultura Tommaso Sacchi.