Smog, il Consiglio regionale boccia lo stato di emergenza. Fontana lascia l’Aula per la protesta con le maschere antigas del M5S: “Infantilismi”

Il Consiglio regionale dedicato alle misure anti-smog chiesto dalle opposizioni ha bocciato la richiesta di stato di emergenza per l’inquinamento, presentata dal M5S e dal Pd e ha approvato invece, a maggioranza, un ordine del giorno in cui si chiede alla Giunta di negoziare con la Commissione europea le istanze della Lombardia, sottolineando le criticità che derivano dall’applicazione della nuova Direttiva europea sulla qualità dell’aria. Il testo ritiene sia opportuno sviluppare accordi specifici per raggiungere gli obiettivi nel rispetto delle caratteristiche sociali, economiche e ambientali dei territori e stanziando ulteriori risorse finanziarie. L’ordine del giorno, sottoscritto da tutti i Capigruppo di maggioranza (Giacomo Basaglia Cosentino per Lombardia Ideale, Christian Garavaglia per Fratelli d’Italia, Fabrizio Figini per Forza Italia, Alessandro Corbetta per la Lega e Nicolas Gallizzi per Noi Moderati), invita, inoltre, a proseguire nelle misure anti-smog finora messe in campo e a sviluppare nuovi obiettivi ambiziosi e concreti di riduzione dell’inquinamento che riconoscano le caratteristiche geografiche, morfologiche e meteorologiche del bacino padano, che rendono più complesso il miglioramento della qualità dell’aria.

Prima del voto ci sono state polemiche in Consiglio con il presidente della Regione Attilio Fontana che ha lasciato l’Aula quando i consiglieri del M5S hanno indossato provocatoriamente delle maschere antigas. “Non mi sono arrabbiato – ha poi spiegato Fontana .- Mi sembra che il rispetto istituzionale dovrebbe essere tale che dovrebbe prescindere da queste manifestazioni direi infantili”. “Mi sembra una manifestazione molto infantile – ha poi ribadito, spiegando che “si stava parlando in modo serio di una situazione che esiste e fare i bambini non mi sembrava una cosa corretta”.

Per Nicola Di Marco, capogruppo del M5s in Regione “i partiti che governano Regione Lombardia si rifiutano di riconoscere l’evidenza di una situazione di crisi climatica e, vittime del loro negazionismo, condannano i lombardi ad un futuro con la maschera antigas. Il documento presentato dalla maggioranza non cita i morti, circa ottanta mila l’anno in Italia, a causa dell’inquinamento”.  “Le parole dell’assessore Maione sono imbarazzanti. Ci chiediamo se per fermare l’emergenza l’Assessore pensi seriamente di poter abbattere le Alpi, oppure se per tutelare la nostra salute ritenga sia sufficiente la tessera a punti alla quale sta pensando l’assessore Bertolaso? – ha aggiunto Di Marco secondo il quale “il fatto che la Pianura Padana sia geograficamente svantaggiata deve rappresentare uno stimolo per prendere decisioni più coraggiose, non una scusa per adagiarsi sugli scarsi risultati fin qui ottenuti”.

“Noi pensiamo che qualcosa si possa fare subito. A cominciare dagli incentivi al trasporto pubblico, favorendo lo smart-working e il co-working, dalla promozione di campagne informative per l’utilizzo del riscaldamento domestico – ha poi spiegato il capogruppo del M5s chiarendo che “poi si deve lavorare nel medio lungo periodo e qui serve coraggio e visione: serve una moratoria per nuovi allevamenti intensivi, controlli maggiori sugli spandimenti di fanghi, serve portare avanti la decisione presa dieci anni fa da questo Consiglio regionale di dismettere progressivamente gli impianti di incenerimento a cominciare da quelli non più efficienti e performanti, servono misure per sostenere efficientamento energetico a dispetto di un Governo che ha smantellato ogni forma di ecobonus, servono incentivi per le Comunità energetiche e l’approvazione della nostra proposta di legge sul Reddito energetico regionale”. “I singoli limiti non servono – ha poi concluso – tutto è collegato all’emergenza climatica che stiamo vivendo, per questo chiediamo al centrodestra di uscire dalla propria inerzia, aprire gli occhi e confrontarsi con la realtà, altrimenti oggi chiudiamo con l’inquinamento per cominciare a parlare di allagamenti e così via di emergenza in emergenza”.

In risposta alle parole di Fontana, che aveva definito “senza senso” la richiesta dello stato di emergenza per l’inquinamento in Lombardia avanzata dalle opposizioni, il capogruppo del Partito democratico in Consiglio regionale Pierfrancesco Majorino ha spiegato che “la cosa senza senso è il totale immobilismo di Fontana che ignora completamente il tema della difesa della salute dei lombardi”. “Del resto, la destra in Lombardia è la responsabile politica del disastro costituito dal trasporto pubblico regionale – ha poi aggiunto.- Fontana dice che le nostre proposte sono senza senso, ma le sue sono quelle di chi confida solo nella danza della pioggia”.