Cpr Corelli, le opposizioni in Regione depositano la richiesta di una commissione d’inchiesta

(Foto Mianews)

Depositata la richiesta di una commissione d’inchiesta sul Centro di permanenza per i rimpatri di via Corelli. Annunciata oggi nella conferenza stampa avvenuta a Palazzo Pirelli, la richiesta di istituzione della commissione arriva dall’iniziativa del consigliere del Patto Civico Luca Paladini e dalle firme dei consiglieri del Patto Civico, Pd, Avs, Movimento 5 Stelle, Terzo Polo (Azione – Italia Viva) e alcuni esponenti di Lombardia Migliore.

“A seguito delle gravissime segnalazioni sulle numerose violazioni degli standard igienico-sanitari, della carenza di cure mediche e del mancato rispetto dei diritti umani fondamentali, riscontrati anche dai diversi accessi operati nel Centro – hanno spiegato Paladini e la collega di gruppo Michela Palestra – l’istituzione di una commissione d’inchiesta si pone come possibilità di azione concreta per il monitoraggio di una situazione sempre più critica. Riteniamo che esistano ragioni di prevenzione sanitaria, di attenzione ai diritti, di rendicontazione al Consiglio regionale di quanto accade nel Cpr di via Corelli per questo consideriamo la commissione d’inchiesta strumento necessario per accertare la situazione del Centro di permanenza per i rimpatri, le condizioni sanitarie e di vita delle persone soggette a provvedimenti di detenzione amministrativa. L’obiettivo è l’istituzione di un luogo prezioso di monitoraggio di tutte le statistiche, prassi, metodi e strumenti utilizzati per la gestione del Centro, anche e soprattutto a seguito del commissariamento avvenuto nel dicembre scorso. Attualmente non ci sono gli strumenti per sapere nel dettaglio cosa succede all’interno, non avere contezza e un quadro chiaro delle condizioni delle persone detenute è un problema enorme. Per questo è tempo che il Consiglio regionale venga finalmente dotato di uno strumento di analisi adeguata per prevenire in futuro, il ripetersi di condizioni gravissime nella completa violazione di qualsiasi diritto umano. Il primo passo è stato fatto, ora tocca alla maggioranza con una risposta che speriamo arrivi rapidamente affinché si possa concretizzare quanto prima l’azione di prevenzione e monitoraggio”.

“La detenzione amministrativa è un obbrobrio giuridico ed è la negazione di ogni minimo diritto umano. – ha poi aggiunto Paladini – È importante che tutte le opposizioni abbiano trovato in questo strumento una ragione per chiedere alla maggioranza che anche la Regione si occupi dei Cpr e non sia solamente un tema legato al Ministero degli Interni. Dopo il commissariamento di fine dicembre non è cambiato nulla di significativo al punto che ci troviamo dinanzi ad un bollettino pressoché quotidiano di atti di autolesionismo legati allo stato di esasperazione che le persone all’interno del Cpr vivono”.

Alla conferenza stampa ha partecipato anche Nicola Cocco, medico ed infettivologo della rete ‘Mai più lager – no ai CPR‘. “All’interno del Cpr in questi mesi abbiamo trovato una situazione che non è cambiata rispetto al passato nonostante gli sforzi riferiti dalla nuova direttrice e paradossalmente abbiamo trovato maggiore violenza, che si è verificata perché il livello di sofferenza per questo tipo di detenzione è sempre maggiore e sempre più intollerabile. – ha spiegato Cocco – Abbiamo trovato situazioni sanitarie sostanzialmente inidonee alla vita all’interno di un Cpr, con delle forme anche psichiatriche piuttosto gravi che non dovrebbero stare in un luogo di detenzione ma in un luogo di cura. Abbiamo purtroppo la conferma che il Cpr si presenta come un luogo patogeno che fa stare male le persone”.

Per Paolo Romano, consigliere regionale Pd “il fatto più inquietante è che questi Cpr sono uno strumento dannoso per lo Stato. Una persona rinchiusa in un Cpr che viene rimpatriata costa più di 20.000€ allo Stato: con questi soldi si possono costruire progetti di reinserimento sociale e vita autonoma per persone con difficoltà, come sono alcune delle persone rinchiuse in un Cpr, e si possono attuare politiche di integrazione di ottimo livello che potrebbero riguardare tutte le persone rinchiuse. Non solo quindi stiamo parlando di un sistema che nega i diritti umani, che riesce a trasformare un luogo in cui entri senza aver commesso un crimine in un luogo più dannoso e più punitivo e meno tutelante di un carcere, un luogo che nel fare tutto questo non adempie nemmeno al compito che il carnefice aveva immaginato per quel luogo, ossia rimpatriare le persone che non si vuole, per motivi spesso politici e non reali, sul territorio italiano. Io credo che questo sia molto importante perché vuol dire che siamo di fronte a una destra ideologica che oggi vuole aumentare i Cpr per il semplice motivo che gli fa comodo poter dire di fare qualcosa, ma siamo stati di fronte anche in passato a un centrosinistra che evidentemente ha fatto degli errori devastanti pensando che la soluzione fosse questa”.